Come qualcuno di voi avrà visto nel mio profilo instagram colorato e mangereccio, martedì scorso volevo mangiarmi tutto l’Expo.
Ho ragionato sul fatto che questa fiera del cibo va affrontata con la voglia di assaggiare di tutto e di più: si entra per vedere e per mangiare, un viaggio nelle tradizioni alimentari e nelle cucine di tutto il mondo, pancia mia fatti capanna, anzi fatti pure grossa come un padiglione che domani digiuno. No scherzavo, ma chi digiuna davvero?!
Per me l’Expo è un intrattenimento di tutti i sensi: con la vista si possono ammirare le architetture spettacolari e capire l’interpretazione della tematica di ciascun Paese partecipante, l’udito è stimolato dalla musica dei vari spettacoli, dalle parate e dalle accoglienti parole dei padroni di ciascuna casa-padiglione, il tatto è per sentire i materiali tra le mani (se come me amate toccare tutto soprattutto anche quando è vietato), l’olfatto e il gusto viaggiano naturalmente in accoppiata quando si tratta di cibo.
Ma veniamo al sodo e alle considerazioni principali e utili per tutti:
▷ L’acqua è gratis
Un’idea superlativa: tutta la fiera è costellata di torrette che erogano acqua liscia o gassata, dunque è sufficiente avere una bottiglietta o una borraccia da riempire e si potrà essere idratati e dissetati tutto il giorno. Se siete provvisti dell’indispensabile mappa gratuita dell’Expo che distribuiscono ovunque, saprete anche individuare le fonti dell’acqua indicate con una gocciolina azzurra.
▷ I bagni sono numerosi e puliti
Altro punto fondamentale perché quello che entra dovrà pur uscire.
Ricordiamoci i bagni pubblici di anni fa: dei veri e propri cessi lerci nei quali mancava sempre la carta igienica, entravi in apnea e decidevi di portare a compimento l’opera solo in caso di esplosione imminente dell’apparato urinario e comunque procedevi solo dopo aver fatto il segno della croce.
Per fortuna non ci sono più i cessi di una volta, la carta si trova pressoché sempre e nei bagni dell’Expo c’è spesso un addetto che mantiene la pulizia a livelli da ottimi ad accettabili, questione di statistica.
▷ Ci si può sedere in tanti posti
Idealissimo per anziani, mezze età, giovani e bambini.
A parte i pazzi che per qualche fulminata ragione vanno all’Expo per mettersi a sudare sugli attrezzi della Technogym, generalmente la gente si stanca e quindi sedersi ogni tanto per fare una pausa e riprendere le forze è fondamentale.
Ricordiamoci che il percorso è lungo 1,5km ma si camminerà molto di più e si starà parecchio in piedi considerando la visita ai padiglioni, i su e giù per le scale e le varie ed eventuali.
▷ C’è una navetta anti-sbatty
Casomai dall’ingresso voleste andare subito in un punto preciso che si trova distante, tipo il padiglione Italia o l’Albero della Vita, o foste lontani dall’uscita ma in prossimità del treno da prendere o semplicemente vi foste rotti le palle di camminare. Lungo tutto il perimetro esterno della fiera ci sono delle fermate in cui passa una navetta su cui salire a bordo gratuitamente. L’attesa che ho constatato non è mai più di 5 minuti.
▷ Il cibo generalmente non è così economico
Nota dolente. E adesso come glielo dico al buzzicone che pensava di entrare all’Expo per mangiare gratis? No, non è così e per di più il cibo si fa ben pagare, in virtù però di una qualità spesso molto buona. Ora che si è predisposti a spendere per mangiare, aggiungo che qualche occasione di gustare del cibo gratuitamente la si può trovare in eventi occasionali come ad esempio le manifestazioni di Coldiretti (martedì c’era la festa della frutta e io ho portato a casa delle pesche profumatissime) o le degustazioni di gelato e di cioccolato organizzate nel cluster del cacao dove grazie a Icam ho provato i cioccolatini divini del maestro pasticciere marchigiano Claudio Marcozzi (perché sono de #ilclubdelcioccolatoaluglio).
(Andate a vedere il sito della pasticceria Picchio e capirete perché mi sono ingollata TUTTO)
▶ DOVE MANGIARE SENZA DIVENTARE POVERI
Molte volte i padiglioni delle varie nazioni hanno sia un ristorante al loro interno che un piccolo food truck o un’ape car nei dintorni. In questi ultimi è possibile acquistare il loro cibo tipico in una versione più street e decisamente più cheap di quella dei ristoranti. Per esempio, l’Olanda offre un agglomerato di queste proposte e consiglio di darci un’occhiata.
Tutto poi è sempre relativo in base alle nostre abitudini e ai nostri luoghi di provenienza: forse un milanese very non troverà alcune cose così care, mentre invece chi proviene da zone d’Italia in cui si mangia davvero bene con pochi euro rimarrà un po’ sorpreso, specie per esempio dai ristoranti regionali del padiglione Italia che è noto siano un po’ cari.
Ho sentito una donna adulta under 40 battere i piedi a terra e urlare agli amici che facevano finta di non conoscerla che era da undici mesi che aspettava di mangiare da McDonald’s.
Penso che pagare 32 euro per l’ingresso alla fiera del cibo di tutto il mondo per mangiare la pizza, la pasta, il gelato Algida o l’hamburger di McDonald’s sia lo step precedente alla lobotomizzazione, tutto questo si può fare fuori dalla fiera quotidianamente. Però viva la libertà personale e gli episodi coloriti, tutta vita very.
Per tutti gli altri c’è:
– il piatto stellato del giorno in Franciacorta (10 euro)
– l’hamburger alla sogliola e lo street food dell’Olanda (6-10 euro)
– il kitchen saté e altre specialità take-away dell’Indonesia (10 euro)
– il risotto allo zafferano di Oldani (10 euro)
– gli involtini di agnello con uova e patate della Malesia (10 euro)
– l’hamburger top stellato nel food truck di Unico Milano Rolling Star (10 euro)
– la paella e le crocchette di baccalà in Spagna (16 e 6 euro)
– le specialità dell’Angola: gallette di patate e salmone, crema di carote zenzero e arancia (8 euro)
– la raclette con le patate in Svizzera (6 euro)
– piatto unico di quinoa, pollo e verdure in Perù (10 euro)
– involtini primavera o altri piattini tipici in Vietnam (8 euro)
– il gelato da gusti insoliti tipo zafferano, datteri, sesamo, rose nel Barhain dove si possono mangiare anche insalate dagli accostamenti interessanti tra frutta fresca e secca, formaggio blu e verdure (6 euro)
Se pagate voi, meglio evitare il menù degustazione del Giappone (110 euro).
▷ Entrarci una volta sola non basta
So che chi abita a Milano e dintorni ed è appassionato del genere ha acquistato il season pass: 115 euro (che scende a 90 euro per chi ha già acquistato un ingresso semplice) e possono entrare quante volte vogliono per tutta la durata della manifestazione, da maggio a ottobre. Son coloro che avranno più opportunità di girare l’Expo in lungo e in largo.
Io ci sono stata già una volta e mezza ma voglio vedere ancora molte cose, tra cui il padiglione Italia che merita davvero e a cui ho rinunciato più volte (me ne vergogno) per i 45 minuti fissi di coda. Sarà la prima tappa della prossima occasione.
Utilissimo sapere che in caso di voglie irrisolte c’è sempre l’ingresso serale: dalle 19 in poi si entra con 5 euro. Consigliabile entrare nei padiglioni entro le 21.30 perché poi qualcuno potrebbe cominciare a organizzarsi per la chiusura.
▶ COSA VEDERE ASSOLUTAMENTE
Oltre all’irrinunciabile padiglione Italia, è bene segnarsi Marocco, Cina, Olanda, Malaysia, Thailandia, Azerbaijan, Messico, Emirati Arabi, Giappone, Vanke, Angola. E tutto ciò io devo ancora vederlo. #psicodramma
Proseguire l’elenco con Padiglione Zero, Corea, Brasile, Kazakhstan, Francia, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, Kuwait. Visti e piaciuti.
immerso nel verde percorso che le api fanno dall’impollinazione all’alveare stesso.
ce ne sarà per tutti? Le sorti degli altri sono nelle mani della tua scelta.
Nel padiglione del Vaticano c’è una buona aria condizionata e l’Ultima Cena del Tintoretto, per un momento mistico di arte e riposo delle membra.
Poi c’è il padiglione del Sudan, che tutti perculano perché ha foderato lo stand con foto di bassa qualità, pixelate e prese da internet a caso. Andrò a vedere anche quello per capire quale sentimento provare in merito alla faccenda: tenerezza, solidarietà, compassione, pena, vomito.
Per la categoria #expotrash si può proseguire il giro alla ricerca della riproduzione della Madonnina del Duomo di Milano, degli uccelli vari che fan la guardia alla Repubblica Ceca e all’Ecuador, dei carciofi metallizzati della Francia, della scultura in legno del Sud Tirolo di un uomo inspiegabilmente disperato che mi ha lasciato dentro un unico interrogativo, sarà finito lo speck o il succo di mele?
Sgarbi dice che l’Albero della Vita è pessimo, ma poi elogia (e fa installare) la donna carota in bellavista da Eataly: andate a guardare (o googlate) e scegliete voi cosa sia meglio. E se siete ancora lì da Eataly date un’occhiata anche al trono di spaghetti color skifiltor, poi ditemi eh.
L’Albero della Vita visto di giorno può non suscitare grandi entusiasmi, ma non perdetevi lo spettacolo serale delle 21.30 (che si ripete fino alla chiusura): 12 minuti di giochi d’acqua e di luce con la colonna sonora di cinque brani del compositore Roberto Cacciapaglia, l’evento è talmente suggestivo e coinvolgente che merita d’essere goduto in prima fila, consigliabile appostarsi dalle 20.15 in poi sulle panchine e sui gradini circostanti il Lake Arena.
Buona gita a tutti coloro che hanno in programma di andare all’Expo, per tutti gli altri c’è YouTube, certo non si mangia ma è gratis e potete vedere tutto ciò che desiderate.
0 Commenti
Bravissima Helena, quelle due cose da fare sicuro!
Austria ci son stata, sacher compresa 😀 Però non ho fatto foto perché mi sembrava di essere nei boschi dietro casa! E comunque mi è piaciuto assai. W la natura.
Corea pure, io e Rossana ci abbiamo fatto una cena Hansik (ho messo il link) ♥
Però i lobster roll mi mancano!!! 😉