Fateci caso: sicuramente tra i vostri amici, parenti, colleghi, vicini di casa, contatti social avrete anche voi della bella genty convinta di aver visitato tutta la Spagna dopo aver fatto una settimana all inclusive devasto a Formentera. Sono gli stessi che dicono di aver girato l’Europa perché hanno fatto il pieno di benzina in Svizzera o in Slovenia e che confondono Monaco di Montecarlo con Monaco di Baviera.
Questi soggetti talvolta subiscono pure l’aggravante del viaggiatore confuso perché vanno a Formentera e tornano a casa con le treccine africane, i tatuaggi all’henné, una statuetta del Papa per la nonna e cantano Don’t cry for me Argentina o alla meglio People from Ibiza.
Poi c’è qualcuno che ci può raccontare di aver passeggiato alla Rambla, visitato la Sagrada Familia, respirato i colori e le forme del Parc Guell e di aver capito chi è Gaudì e cosa ha fatto nella vita e allora capiamo che è stato a Barcellona, la città della Spagna più visitata dagli italiani.
Anche io posso mettere la bandierina qui con il supplemento della giuoia di aver capito le chiacchiere dei locali – torre di Babele, da buona italiana media, ti odio – perché il catalano è lo spagnolo più facile da comprendere.
Durante il tour in ANDALUSIA invece ho capito meno la lingua ma ho riempito gli occhi di bellezze e la panza di bontà: l’Andalusia è la regione collocata nel sud della Spagna che si spinge nello stretto di Gibilterra fino a sfiorare la costa dell’Africa.
Ho visitato le città principali e un po’ di Costa del Sol, respirando un sacco di cultura e di arte e ingollandomi di pescado frito, una frittura di pesce davvero deliziosa che per pochi euro ti chiama a tutte le ore del giorno e della sera.
SIVIGLIA è meravigliosa e monumentale. Anche qui come a Granada il caldo era estenuante, si percepivano ben oltre quaranta gradi e ci si squagliava al sole, dal quale era pressoché impossibile rifuggire.
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voglio fare la guastafeste borbottonona acida: in teoria è il castigliano la lingua che gli italiani capiscono meglio. il catalano è incomprensibile anche per me che sono laureata in spagnolo e per mia cugina che vive a Madrid. ok ho finito la menata da maestrina.
Resta il fatto che in Andalucìa non sono mai stata è che la tua è una bellissima recensione, fa venire voglia di fare le valigie immediatamente!
Sto già piangendo perché queste crocchette al nero di seppia mi mancano.
Ogni giorno una Gloria si sveglia e prende sempre più coscienza della sua ignoranza.
Ma giuro, a Barcellona capivo la genty!!! Come mai? AIUTAMY.
No, dove, come, quando? Sento che mi manca un pezzo di paesanità spagnuola che avrei adorato.
Grazie per questa splendida citazione!!! ♥
Invece io come una mongola affamata e stordita dal caldo non mi sono segnata i posti in cui ho mangiato. Ma una bella ricetta andalusa, prima o poi…
Delle signore mooolto gipsy che si muovevano come i minion e spuntavano dagli angoli come funghi (giusto per non risparmiarci delle metafore) che ci rincorrevano per offrirci un ramoscello di rosmarino, a detta loro, portafortuna, in cambio di denaro.
Verso la fine delle vacanza le mandavamo direttamente a quel paese senza passare dal via.
…. Le avranno debellate perchè davano troppo fastidio ai turisti?!
Era stato un viaggio bello massacrante, in auto e tutto in campeggio, con tappe molto vicine, quindi montavamo e smontavamo tende di continuo, però era stato davvero bello scoprire il sud della Spagna, vorrei tanto tornarci
magari perché parlavano “castellano”, magari avevano voglia di comunicare e facevano di tutto, magari la cosa più semplice è che sai usare il cervello e hai attivato le sinapsi! comunque a Barcellona, se vogliono, sanno parlare un perfetto castellano. poi se gli gira fanno finta di parlare solo la lingua basca, è capitato anche a me!