C’erano una volta i buffet anni ottanta e novanta, ricchi di vassoi e di piatti da portata enormi corredati da cucchiai altrettanto enormi coi quali ci si serviva a piacere la giga-porzione desiderata e nessuno aveva niente da dire.
Poi è arrivata l’epoca del finger food bon ton cagam’u cazz ed è arrivato il conseguente disagio esistenziale. Ogni volta, in preda al panico e a un minimo senso del pudore, mi chiedo:
✖ cosa faccio, prendo già otto porzioni per poi sembrare un’ingorda o mi alzo otto volte per poi sembrare un suino all’ingrasso?
✖ cosa faccio, morsico la porzione per ottenerne due bocconi e rischiare di colarmi addosso sughi e creme peggio che nella classe delle rane all’asilo o ingollo tutto in un sol boccone sembrando sempre il suino di cui sopra?
Peraltro, stesso dramma che vivo tutte le volte che mi ritrovo in mano un bigné. Si accettano consigli. Io sarei sono fan del “sol boccone” per più vantaggi:
✌ non ci si sporca né la faccia, né le mani, né gli abiti
✌ si assaporano tutti i gusti all together
✌ si è dispensati dalla chiacchiera fino a quando non si è deglutito tutto, quindi se il boccone è grosso si può tacere anche per due minuti di seguito. Sociopatia portami via.
Naturalmente faccio gli scongiuri affinché nessuno abbia la bella idea di fotografarmi con le guance in fase di esplosione e affinché non mi sorga la necessità di parlare offrendo un panorama molto bolo alimentare.
Detto questo, quando ho la necessità di onorare il trend dei finger food, ricorro ai miei amati stampi in silicone micro-porzionati che permettono di presentare il cibo in dimensioni tutte uguali con un risultato estetico preciso, pulito e senza le briciole dei tagli sbatty fai da te (this is la scassaminchiaggine della Vergine precisa con l’ascendente Bilancia che ama le cose belle: sì lo so, spesso il male di vivere ho incontrato ho pensato ad autoeliminarmi dalla vita).
Va da sè che quanto segue lo si può realizzare anche in formato muffin, tortine o piccoli plumcake, in base agli stampi che preferite e alle dimensioni che più gradite.
DOLCI BOCCONCINI AL PISTACCHIO E CIOCCOLATO
150g di farina per dolci con lievito
160g di zucchero di canna integrale
110g di burro
80g di granella di pistacchi
3 uova
pistacchi interi sgusciati, sbucciati e non salati
cioccolato fondente di buona qualità
Fondere il burro e tenere da parte a intiepidire. Nel frattempo, in una ciotola capiente sbattere le uova e lo zucchero con le fruste; quando il composto sarà omogeneo e cremoso aggiungere la farina poca alla volta e amalgamare evitando la formazione di grumi. Incorporare il burro e infine la granella di pistacchi. Mescolare bene e poi suddividere negli stampi.
Cuocere in forno a 180 gradi fino a cottura (i tempi possono variare tra i 12-15 minuti per le forme più piccole fino a 40 minuti per i plumcake interi, nel dubbio verificare la cottura con uno stecchino di legno). Sfornare, fare intiepidire, sformare e fare raffeddare.
Fondere il cioccolato (nel microonde o a bagnomaria) e immergerci la sommità dei dolcetti (oppure fare una colata sulla cima del plumcake), decorare con i pistacchi interi e fare raffreddare.
❤ Per la rubrica “poveri ma belli” (la stessa dello scrub e del sacchetto cuocipatate, per intenderci) vi segnalo dei nuovi prodotti degni di nota nell’assortimento del mitico Eurospin: tavolette di cioccolato fondente della linea Le nostre Stelle con cacao proveniente dal Perù e dalla Repubblica Dominicana. Il cioccolato fair trade è prodotto da Icam, azienda che produce altri marchi di cioccolato di qualità e ottimo equilibrio che vi ho già consigliato come Vanini e Otto Chocolates. Sebbene entrambi i tipi siano fondenti al 70% sprigionano aromi diversi poiché le fave provengono da Paesi e piantagioni differenti. Costano € 1,27 a tavoletta, quindi all’etto. Ottimo rapporto qualità prezzo. Per lo stesso prezzo, stessa qualità e stesso produttore c’è anche il cioccolato fondente Carrefour Bio che si trova nei supermercati omonimi.
➟ Fidatevi di me che sono degustatrice di cioccolato a tempo perso.
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Grazie Paola :-)))
i finger food sono stati inventati dai chirurghi plastici per consentire alle loro creature di nutrirsi (poco) senza il rischio di scucirsi. comunque si, boccone unico tutta la vita e più bocconi, chissene di quello che pensano gli altri, sono sana e mi voglio nutrire! a proposito di cioccolata: anche il cioccolato Vannucci non è male e ha un prezzo accessibile! certo è un peccato scioglierlo nei dolci …
sono bellissimi! e sto già piangendo sapendo che non riuscirò mai a riprodurli uguali … ma, a tal proposito, oso chiedere: quale tecnica hai usato per la copertura dei dolcetti nelle foto? colata o pucciata? 🙂 grazie!
Esatto, per quello che mi esalto quando ne scovo uno nuovo e per lo più a costo contenuto!!!
Guarda, sono sicurissima che li rifarai uguali perché la cosa più difficile è trovare i pistacchi già pelati (quindi il merito di quel bel verde preciso è del supermercato!). La fase ricopertura di cioccolato è davvero molto easy: ho preso il bocconcino dal fondo e ho immerso la cima nella tazza col cioccolato fuso, pucciata is the solution 😀
IL CASO di noi del girone dei golosi!!!