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Negli anni 80 nessuno si faceva molte paranoie mentali sui giocattoli: nessuna polemica sulle forme della Barbie, niente menate sui bambolotti, soffiavamo allegramente il Crystal Ball assumendone i fumi tossici, bevevamo succo Billy all’arancia probabilmente prodotto con le scorie di Chernobyl senza che nessuno ne facesse un caso di stato.
Giocavamo senza problemi con tutto, guardavamo ore di tv e mangiavamo qualsiasi cosa senza che nessuno avesse intolleranze, ma soprattutto nessuno rompeva le palle con la Barbie.
Quante Barbie abbiamo avuto? Tante, insieme a tante scarpe, vestiti, camper e ascensori.
Nessuna di noi è mai cresciuta pensando che tutte le donne dovessero essere per forza bionde, coi capelli lunghi, occhi chiari , senza capezzoli e senza vagina.
Nessuna è diventata poi un’adulta infelice per colpa di Barbie.
Tutte le bambine del mondo hanno giocato con Barbie ponendosi solo il legittimo di problema di averne tante, avere tante scarpe, il camper e la villa con l’ascensore.
Fine.
Alle bambine non è mai fregato nulla che Barbie non avesse i capezzoli, ma la vita stretta, alle bambine interessa solo del vestito da principessa.
Le menate mentali e le polemiche sulla struttura fisica di Barbie le hanno create e avute sempre e solo gli adulti arrivando ora al punto di produrre la cagata del secolo: le Barbie con le taglie.
Curvy, Petite e Tall come se fossimo su Asos a cercare dei boyfriend jeans.
La scusa folle è quella che le nuove Barbie permetteranno alle bambine di identificarsi con il loro modello di bambola e di percepire il valore della diversità.
Personalmente percepisco solo il valore della cagata perché così facendo, se una bambina di cinque anni prima non badava al fatto di essere la più bassa o la più cicciotella, ora se ne renderà conto, avrà una bambola apposta per lei e prenderà conoscenza dei suoi difetti fisici in un’età in cui dovrebbe volere solo giocare con Barbie Principessa Luce di Stelle e non di certo con Barbie Curvy Fianchi Larghi.
Dovrà poi comprare i vestitini per la sua bambola guardando la taglia.
Scusate, ma ho letto decine di blog che ne davano l’annuncio con giubilo come se fosse stato spezzato un gravissimo stereotipo- post contornati da hashtag tipo #CurvyPride– e, da portatrice sana di culone galattico, mi è salito il crimine perché non capisco come sia possibile non rendersi che a sei anni nessuna bambina dovrebbe porsi alcun problema sulla propria fisicità, su quella altrui o su quella di una bambola.
Avrà tutta la vita adulta per occuparsi di fianchi larghi, mancanza di seno, taglie piccole, taglie grandi, ansie, lavoro ed altre brutture.
Dovrebbe solo giocare serena fingendo di essere una ricca principessa, bellissima, con una macchina rosa e un vestito da Red Carpet degli Oscar, in una enorme e totalmente legittima iperbole sognante.
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Parole sante!
È solo una trovata commerciale ipocrita per due motivi: il primo è quello che hai scritto tu e il secondo è che per vendere più accessori da abbinare alle varie taglie, ma che di fatto si riconduce sempre al concetto iniziale. Povera infanzia!
Hai ragione su tutta la linea. I bambini a certe cose nemmeno ci pensano, se non sono gli adulti ad instillarne il dubbio.
E se proprio vogliamo il realismo, almeno la ricrescita dei peli sulla gambe ci sta tutta…
Brava aa!! Condivido pienamente tutto!!
Oggi è tutto troppo…
Menomale per noi è stato diverso <3
Marina
Bravissima, concordo in pieno.
E la panza.
I capelli li tagliavo anche io, povere Barbie!
Yeah!
Che onore un tuo commento. <3
Figurati, è giusto che ognuno abbia il suo pensiero. Io temo che le differenze possano solo instaurare paranoie nelle bambine. Ti ringrazio molto per i complimenti.
Ken con la panza e senza capelli.
Uguale, i miei Ken erano le Barbie femmine a cui avevo ranzato i capelli.
Condivido ogni tua santa parola. Trovo sempre più spesso solo tanta ipocrisia..
GRAZIE ROSSANA.
PREACH SISTER!