di trovare un appartamento con una cucina grande e luminosa alla
quale ho fatto subito una parete rosso sugo e ci ho appeso un
calendario perpetuo vintage con i formati storici della pasta.
Anni fa, durante uno dei miei rari momenti sportivi, una biciclettata fuori
porta con mia sorella, mi son sentita dire da un passante ardito “ti
piace la pastasciutta, eh?“.
E se in punto di morte mi chiedessero quale ultimo piatto vorrei
gustare, senz’altro vorrei un piatto di pasta al sugo. Fusilli o
spaghetti. Ma anche elicoidali, trofie, orecchiette.
Quindi sì, caro passante ardito, la pastasciutta mi piace assai, tanto che per naturale conseguenza ho fondato con
orgoglio il Team Pastasciutta che innalza i cuori e la salivazione
in un profilo instagram da evitare a ore pasti.
Il calendario della pasta è sempre vicino al mio tavolo della
cucina, anche ora che non abito più nell’appartamento con la parete
rosso sugo. E ancora oggi come allora mi interrogo sui nomi più
assurdi che ci compaiono sopra: gargati, ave marie, cameroni, nocciolette.
Il gusto, oltre alla sua percezione gustativa più logica dei sapori, si basa anche sull’odore e sulla sensazione tattile che il
cibo ci trasmette in bocca durante la masticazione, perciò i formati di pasta sono più che importanti: vi sarà capitato
di conoscere persone che odiano i fusilli o che non mangiano gli
spaghetti o che dicono sì alle penne rigate ma no a quelle lisce e
via dicendo.
Questo perché gli italiani hanno fantasia, storia e tradizione e nel
tempo si è generata una scelta di centinaia di formati.
The Geometry of Pasta è un libro che avrebbe potuto scrivere un
italiano e invece no.
Indubbio svantaggio: solo un italiano può parlare di cibo italiano.
Indubbio vantaggio: tutto il mondo ci apprezza. W l’Italiaaaaa.
L’autore è lo chef Jacob Kenedy che in questo libro rivela la tecnica, la cultura e la filosofia che stanno dietro ai
vari formati di pasta suggerendo la miglior combinazione tra forma e
sugo.
Il cibo viene dunque inteso come godimento della materia e come design attraverso le illustrazioni e la grafica del designer Caz Hildebrand.
Tutto si può poi tradurre nella pratica e in una dispensa fashion: una collezione gourmet fatta dai migliori produttori di pasta trafilata al bronzo e sughi della tradizione. Un’idea carina da regalare per un autoinvito a cena senza delitto.
Qui uno degli shop italiani che vende i prodotti e altre info sul sito ufficiale The Geometry of Pasta.
Ah, il libro contrappone all’immagine colorita che possiamo dare a un vivace piatto di spaghetti alla puttanesca un minimalismo tutto in bianco e nero. Ma appunto è un libro e se una cosa non si
mangia non può essere a colori.
Io però sono troppo tentata e prima poi uno schizzo di sugo ce lo
faccio.