Milano possiede e offre tesori di inestimabile bellezza, angoli suggestivi, patrimoni artistici, dimore signorili. Ma a differenza della grande bellezza di Roma, che è adorabilmente sfacciata e si mostra subito nella sua imperante maestosità, Milano è tutta da scoprire ed è per questo che continua sempre a far parlare di sé, a dispetto della sua apparente discrezione.
Se volete sentirvi incredibilmente poveri ma nel contempo volete istruirvi sulla storia della borghesia industriale, dell’architettura e del design degli anni Trenta potete mettere questo post tra i preferiti e tra le cose da fare e vedere a Milano.
Villa Necchi Campiglio, il design degli anni Trenta
Uno dei piccoli tesori custoditi e valorizzati dal FAI che merita anche più di una visita è la Villa Necchi Campiglio, la casa che la famiglia omonima fece costruire senza limiti di budget dall’architetto Piero Portaluppi.
La leggenda vuole che le sorelle Nedda e Gigina Necchi e il marito di quest’ultima Angelo Campiglio, fossero soliti frequentare le recite del Teatro alla Scala e, in una sera di fitta nebbia, contrariati dal disagevole viaggio che li avrebbe attesi per il ritorno nella loro casa di Pavia, decisero di costruire una villa a Milano. Ciao poveri.


In quell’epoca – gli anni Trenta del Novecento – molte zone di Milano erano ancora poco edificate, molto verdi e ricche di giardini, così i Necchi Campiglio acquistarono dal conte Cicogna un ampio terreno mantenuto a orto nel cuore della città sul quale venne costruita la villa, unitamente ai campi da tennis e a una piscina riscaldata (la prima in Italia tra quelle private).
Dall’abile genio di Piero Portaluppi, uno dei più importanti architetti italiani di quel periodo, nacque una dimora di assoluta modernità e avanguardia: gli ambienti, gli arredi e le rifiniture molto spesso rievocano un’epoca di decenni più contemporanea rispetto agli anni della sua costruzione che si concluse nel 1935.
Talmente moderna e razionalista che i proprietari, alcuni anni dopo, fecero rifare alcune stanze dall’architetto Tomaso Buzzi che esprimeva uno stile di sfarzo settecentesco, più in linea con le mode degli ambienti borghesi di quel periodo. Erano avanti anni luce ma non si sentivano all’altezza dei loro amici ricchi.
(Tra le foto di questo post potrete divertirvi a capire quali arredi appartengano alla mano di Portaluppi e quali a Buzzi).


La vita di lusso dei Necchi Campiglio a Milano
I Necchi Campiglio, appartenenti a facoltose famiglie di imprenditori nel settore della ghisa e delle macchine da cucire, vestivano abiti e accessori dei più grandi stilisti, collezionavano opere d’arte, frequentavano i migliori salotti della città e amavano ricevere ospiti illustri presso la loro villa meneghina. Si pensi ad esempio che al piano superiore della casa, una stanza era stata dedicata ed allestita per la principessa Maria Gabriella di Savoia, grande amica di famiglia.
Nella villa spiccano desiderabili meraviglie che testimoniano l’avanguardia, l’agio e il lusso che si viveva al suo interno: il giardino d’inverno, gli ampi infissi e le porte totalmente a scomparsa, preziosi parquet in noce e palissandro, il marmo nero senza venature (una rarità molto costosa) di uno dei bagni, l’ascensore, i citofoni interni per la servitù, il montavivande, i caveau murati, le spazzole e i profumi con le iniziali delle sorelle, un armadio dedicato ai cappelli, i foulard di Dior dedicati e personalizzati, una scrivania da viaggio di cui ci sono solo due o tre esemplari al mondo.


Tra i beni FAI da vedere a Milano
Le sorelle Necchi, prive di eredi, donarono la loro villa al Fondo Ambiente Italiano (FAI) che si prese cura del suo restauro e aprì le porte della dimora storica al pubblico nel 2008. Oggi, in appositi spazi dedicati vi si organizzano conferenze, eventi culturali e di richiamo per mondo della moda e del design.
Villa Necchi Campiglio ospita anche preziose collezioni d’arte ricevute da altre donazioni, quindi durante la visita si possono ammirare quadri di maestri dei primi del Novecento come Morandi, Sironi, Carrà, De Chirico, Boccioni, Balla. In una sala al piano superiore è stata allestita una donazione di opere e arredi settecenteschi tra cui spiccano alcuni dipinti del Canaletto e del Tiepolo.
L’atmosfera pacifica e rilassante dei suoi giardini fioriti è sempre aperta gratuitamente al pubblico e accanto alla piscina ci si può ristorare nella caffetteria.







Villa Necchi Campiglio, via Mozart 14, Milano
Orari di apertura e altre informazioni utili

0 Commenti
che bel posto!
Tanto bella e sorprendentemente moderna!
Meravigliosa
Il jolly da giocare quando, in pausa pranzo, vuoi scappare dal caos e dal traffico del centro ^_^