Mentre Valentino è sempre il gran classico chic, Moschino il provocatore che plana su Tamarreide e Dolce&Gabbana il calore e il sapore dell’italianità verace, Gucci per me è l’attrazione fatale che ondeggia tra il sadico piacere di annusare i cassetti della nonna per sentirne la naftalina, un’indimenticabile giornata al luna park e quel burlone del fantasma di Canterville.
Le nuove borse vintage può sembrare un ossimoro e invece no: la collezione Cruise 2018 di Gucci, tra le tante borse, ripropone ben più di dieci modelli molto simili a quelli vintage degli anni settanta con qualche dettaglio rivisitato nella tracolla, nei charms della cerniera, nel colore della fodera interna, nei ricami coi draghi o nella forma inedita, come ad esempio i marsupi. Il richiamo al vintage è fortemente rievocato dalla combinazione di colori, pelle e tessuto e dall’utilizzo del monogram tradizionale.
Nuove costano dai mille euro in su, se invece le trovate in mezzo alla naftalina dei parenti è gratis.
Come ha già fatto qualche fortunella, andate e rovistatene tutti.
Poi c’è il capitolo t-shirt di Gucci che indossano tutti ma che sembra tratta dalla collezione Estate 1998 ambulante sulla battigia di Rimini. E questa cosa me la spiego poco e male.
Sicuramente diverse fashion icon e influencers avranno ricevuto la pezza in cotone come cadeau, trasformandosi in un manifesto ambulante del brand, diversamente è stata acquistata per €390 e la resa (come per queste scarpe di Chanel) è pari al tarocco della peggior specie.
A volte risparmiare è bello.
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sinceramente non sono pazza per il design di Gucci.