Maledetto sia il fuso orario (e pure il fatto che non abito nella villa di Chiamami col tuo nome).
Non sarebbe stato meglio tutti svegli alla stessa ora, tutti a dormire alla stessa ora? E invece no, la Terra non è piatta, il sole non ce la fa a illuminarla tutta e quindi becchiamoci la suddivisione in 24 spicchi.
Niente discussioni con quel lungimirante di Quirico Filopanti da Budrio che per primo propose i fusi orari. Però, mannaggia alla statuetta, stare svegli fino all’alba coi bastoncini di cotton fiocc nelle palpebre è troppo invasivo per il mio ritmo circadiano endogeno! E così niente maratona di Bruno Vespa per le elezioni di camera e senato e nemmeno la diretta degli Academy Awards.
Questa è stata una notte degli Oscar ancor più sentita per l’Italia grazie a Luca Guadagnino e alle 4 nomination del suo Chiamami col tuo nome: miglior film, miglior attore (Thimotée Chamelet), miglior sceneggiatura non originale (James Ivory) e miglior canzone originale (Sufjan Stevens per Mystery of Love).
L’ultimo film della trilogia del desiderio di Guadagnino che magistralmente pialla la diversità di genere, imperniando tutto sul desiderio di due amanti, dell’amore nuovo, intenso ed energico in una naturalezza che trascende dall’omosessualità dei protagonisti.


Chiamami col tuo nome alla notte degli Oscar
Il film è stato acclamato dalla critica, ha avuto 10 minuti di standing ovation al New York Film Festival (i più lunghi della storia del festival), millemila candidature a tutti i premi cinematografici e ha scalato le vette delle classifiche dei migliori film.
E un Oscar stanotte è pure arrivato. La statuetta per la miglior sceneggiatura non originale è andata infatti al novantenne James Ivory che ha adattato il romanzo omonimo di André Aciman e che, ringraziando Guadagnino per la sua sensibilità di regista, ha aggiunto un commento tanto pragmatico quanto romantico: “che siamo omo o eterosessuali tutti siamo passati attraverso l’esperienza del primo amore”.

Tutte le foto della villa di Chiamami col tuo nome
E va bene l’amore, l’afflato sentimentale, la relazione sensuale, i grandi temi e le suggestioni psicologiche di una vita intera ma passiamo al concreto: il film è stato girato in una villa bellissima e questa villa è ora in vendita e a disposizione di tutti gli amanti dello shopping online che hanno ricaricato la Postepay di almeno 1.700.000 euro.
Ambientate in Italia negli anni ottanta, le scene di Call me by your name hanno visto protagoniste le mura di una dimora storica di Moscazzano, nella provincia di Cremona a 50 km da Milano.
Violante Visconti di Modrone ha riallestito gli interni di Villa Albergoni con oggetti ed elementi decorativi utili all’ambientazione delle vicende della famiglia Perlman.
Una villa del XVI secolo di tre piani e 1.400 mq, con due torri, un parco di piante secolari di 20.000 mq, 14 locali, 8 camere e 7 bagni, soffitti in legno a cassettoni, volte a botte, affreschi di un allievo di Raffaello, parzialmente arredata.
Ok, sarà anche da ristrutturare, ci sarà da tagliare il prato e sarà pure geolocalizzata in un paesino di mille abitanti ma, dato il pregio storico e l’allure artistica da set cinematografico, un milione e settecentomila euro è pure un buon affare, tanto che mi sembra una segnalazione imperdibile quasi al pari degli smalti di Essie in promo su Amazon.
Qui di seguito le foto dell’annuncio immobiliare di House&Loft e le foto di Giulio Ghirardi col riallestimento scenico della set decorator Violante Visconti.























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farei volentieri un pic nic in questo giardino 🙂
Ahahah! Magari!
se facciamo una colletta marziana??