Ci sono voluti 47 anni dalla sua fondazione e più di 28.000 caffetterie in 70 paesi del mondo prima che Starbucks si decidesse ad approdare anche in Italia, patria dell’espresso in cui «agli italiani non piacciono le tazze di plastica, loro non considerano neanche la possibilità di prendere il caffè fuori dal bar, bevendoselo mentre camminano o guidano».
Anzi no, rimandatelo a fine anno, quando proprio in questo stile apriranno almeno altri due Starbucks a Milano (Garibaldi e Malpensa?) gestiti in franchising dal gruppo Percassi.
Come italiano è il cibo, quello buono di Princi, quello che Milano già conosce e apprezza dal 1986, “quando ancora era tutto difficile perché io a Milano ero solo il terrone dell’Aspromonte” come mi dirà Rocco in una commovente chiacchierata, quello capace di stenderti a terra con una torta al cioccolato e di elevarti al cielo coi lievitati salati cotti nel forno a legna.
Princi è già da tempo l’orgoglio italiano negli Starbucks e nelle Roastery di Londra, Shanghai, Seattle. Naturale e più che gradito che fosse anche nel primo Starbucks d’Italia, dove abbiamo il vizio del palato soddisfatto a modo.
Il debutto milanese ha quindi lo stile e il sapore del lusso.
Ma frappuccini, pumpkin spice latte, blueberry scones e brownies al doppio cioccolato si confermano rimandati a breve con l’operato di Percassi.
Qui il caffè rimane protagonista con 8 tipi di estrazione e moltissime miscele alla carta tutte Arabica; ci sono scenografici metodi di filtrazione ed estrazione che comprendono anche il nitrogeno alla spina!
La qualità è superiore, i chicchi sono selezionati e lavorati nella maestosa torrefazione a vista intorno alla quale si sviluppano tutte le aree di ristoro: il Main Bar con le creazioni esclusive della Roastery, il Princi Bar dolce e salato, lo Scooping Bar per acquistare le miscele da gustare a casa selezionate e tostate in loco e l’Arriviamo Bar luogo alcolico di mixology e cocktail a base di caffè. La Terrace è l’area all’aperto con i dehor in bronzo e non mancano i corner con i gadget col logo della Roastery (la stella e una R) e con ricercati oggetti di design.
Quasi 300 persone in formazione da giugno, incredibilmente sorridenti e felici. Forse perché è il primo giorno – dico io – ma vengo subito smentita dall’esperto della tostatura del caffè che tra anni di lavoro a Londra, Amsterdam e Dubai ha in curriculum più Starbucks di tutti.
Finalmente Starbucks è arrivato. L’ha fatto in grande stile ed è solo l’inizio.
3 Commenti
Ci sono posti ai quali si rimane affezionati per sempre!
Anche gli amanti dei beveroni saranno presto accontentati, vedremo che riscontro ci sarà nel tempo.
tutto molto bello