Cercando di dare una spiegazione e un’interpretazione a questo trend dei tappeti fatti a mano (manco facessi parte del team psicopantone) sono orientata a pensare che tutti questi anni di minimalismo ci abbiano svuotato le pareti, i cassetti e l’anima.
Va bene il riordino di Marie Kondo, va bene eliminare il superfluo, è stato bello anche il design essenziale scandinavo ma adesso ridateci i colori, gli oggetti e qualcosa che racconti di più di due rettangoli di truciolato grigio.
Ecco che torna il legno vero, i quadri alle pareti, l’abbondanza di decorazione, arriva il massimalismo e arrivano anche i tappeti dei paesi lontani.
Tappeti che raccontano la cultura degli altri popoli, come i persiani in lana pregiata e i ghom fatti in Iran, i kilim turchi o afgani, i berberi del Marocco o i nain della Persia.