Sono anni che l’Italia si conferma il paese europeo col maggior numero di liberi professionisti e lavoratori autonomi, spesso menzionati come il popolo delle partite iva.
Dietro a questo primato, ancora troppo spesso si cela la piaga delle aziende che non assumono, salvo poi pretendere la costante presenza in azienda e persino negli orari analoghi ai dipendenti, tant’è che studi e uffici si confermano i luoghi di lavoro più frequentati. Ma per fortuna è in crescita anche la possibilità reale di lavorare da casa.

Scrittura, programmazione, traduzioni, progettazione grafica e creativa: sono solo alcuni esempi di professioni che si possono fare ovunque, basta avere un computer e una connessione.
Il lavoro da casa è dunque un grande vantaggio per poter gestire a proprio piacimento gli orari e la distribuzione degli impegni durante la giornata senza essere costretti in ufficio, ma questa luccicante medaglia può mostrare anche un rovescio di scarsa produttività e disorganizzazione.
Perché come ci si fa concentrare se al pomeriggio c’è Uomini e Donne e Il paradiso delle signore? (Domanda leggermente autobiografica).
Come gestire la mattinata se il giovedì c’è il mercato sotto casa e al venerdì sfornano la focaccia col formaggio dal fornaio che c’è in piazza? (Semi-autobiografica).

Come fare per lavorare da casa in modo organizzato ed efficiente?
Lavorare da casa e vivere nello stesso spazio domestico è una grande opportunità di libertà ma è necessario seguire delle piccole regole di organizzazioneper trovare il giusto equilibrio.
Con la mia esperienza personale provo a rispondere alle domande più frequenti su quanto lavorare, dove e come farlo al meglio, magari evitando di rimanere in pigiama all day long.

1) Calcolare quante ore settimanali richiede il proprio lavoro
Il lavoro autonomo spesso si porta appresso il fardello di troppe ore extra rispetto all’effettivo guadagno: bisogna aver chiaro fin da subito che l’impegno orario deve essere il più possibile commisurato alle entrate. Ovvero: se guadagno come un part-time al 50% non posso lavorare le stesse ore di un tempo pieno, altrimenti sarò più frustrato che felice.
SAPERE QUANTE SONO LE ORE DI LAVORO FACILITA L’ORGANIZZAZIONE E LE TEMPISTICHE DEL LAVORO STESSO.
Assolutamente salutare pianificare delle ore in più allo scopo di incrementare il lavoro, fare studi di aggiornamento, migliorare o rinnovare ciò che già funziona ma potrebbe andare meglio.
2) Individuare gli impegni di gestione personale, della casa e della famiglia
Dopo che si hanno chiare le ore di lavoro sarà altrettanto utile aver chiari quali sono gli impegni personali per la gestione quotidiana di se stessi, della casa e della famiglia, per poter organizzare gli incastri e capire come distribuire il lavoro. Faccende domestiche, preparazione dei pasti, attività personali, figli e marito sono degli esempi più che concreti per risolvere questo punto 2: se al mercoledì pomeriggio faccio pilates dalle 16 alle 18 so che non potrò considerarlo un tempo utile per il mio lavoro.

3) Strutturare le giornate tipo
Il punto 1 e il punto 2 sono i fattori che compongono la nostra settimana: la loro somma ci porta a capire come possiamo distribuire e suddividere il lavoro nei vari giorni utili.
Considerare gli altri fattori personali fondamentali:
- quali sono i miei punti deboli mentre lavoro?
- necessito spesso di fare pause o faccio fatica a farle?
- in quale momento della giornata sono più produttivo? Al mattino presto o al pomeriggio tardi?
- quali sono gli attimi di relax ai quali non voglio rinunciare? (pausa pranzo lunga, trasmissione tv…)
Così si avranno chiare altre cose utili come la sveglia del mattino, la disposizione e la durata delle pause e si avrà il quadro completo su quanto e quando si lavorerà ogni giorno.

4) Suddividere il lavoro nelle sue differenti tipologie
Difficile che il lavoro nel suo insieme sia tutto uguale: certamente c’è qualche compito che ci richiede la massima attenzione e altri che possiamo svolgere anche con una soglia di attenzione più bassa. Queste ultime cose le possiamo tenere per quando siamo meno efficienti e meno concentrati o possiamo considerare di svolgerle mentre siamo al telefono con qualcuno o sentiamo in sottofondo musica o tv.
Altra cosa utile: la comunicazione che si può gestire durante i tempi morti degli spostamenti, ovvero mail, messaggi o telefonate che si possono fare mentre siamo sui mezzi pubblici o in attesa che il figlio esca da scuola.

5) Non trascurare se stessi e la casa
L’idea è quella di considerare che la giornata lavorativa si svolga fuori casa: questa simulazione porta ad avere più cura per se stessi e più ordine per la casa che rappresenta anche il nostro luogo di lavoro.
LA CURA DI SE STESSI
Il magico obiettivo di vestirsi al mattino: abbiamo la libertà di non metterci il tailleur e dunque andrà bene anche una tuta o altri abiti comodi, purché non si lavori in pigiama nel letto perché non è efficiente e, qualora capitasse un’urgenza da gestire fuori, si sarebbe già quasi pronti per uscire.
LA CASA IN ORDINE
Personalmente non credo alla faccenda del disordine creativo, un ambiente disordinato porterà anche il caos nella testa. Quindi almeno salvare le apparenze. Poi magari si aprono gli armadi e ci viene tutto in testa ma questa è un’altra questione.
L’AMBIENTE DI LAVORO DEDICATO
Avere uno spazio di lavoro separato sarebbe la manna dal cielo ma non sempre si dispone di una casa abbastanza grande da avere la stanza studio. Si può comunque organizzare una piccola scrivania in qualche angolo della casa o sfruttare un tavolo già esistente privato però di ogni distrazione.

6) Non accumulare arretrati e/o lavorare con anticipo
Questa è probabilmente la regola più difficile da seguire ma è la chiave della perfetta organizzazione del lavoro da casa: per seguire il calendario e gestire le scadenze noi siamo gli unici controllori di noi stessi. Se si accumulano gli arretrati lo stress è dietro l’angolo e perdiamo i benefici dell’autogestione del tempo data da questo tipo di lavoro.
Portarsi avanti, quando si può, è una preziosa polizza di assicurazione sugli imprevisti.

7 Commenti
Per evitare lo stress, ho sempre organizzato le giornate al secondo: sembra esagerato, ma se si inizia a mescolare lavoro e vita privata, poi diventa impossibile mettere dei confini, vivendo serenamente la proprio vita extra lavoro.
Ho anche seguito il consiglio di portarmi avanti, continuando a formarmi con corsi da remoto (sicurezza sul lavoro, aggiornamenti lavorativi, nuovi regolamenti, nuovi strumenti, nuove tendenze) e mettendo sempre nuovi obiettivi!
sono i consigli d’oro 🙂
Grazie Anna, spero che ci sia qualcosa di utile anche per te! 🙂
Tutto giusto, ma le telefonate sui mezzi pubblici MAI 😀
Quelle le faccio per strada, sui mezzi navigo e rispondo alle mail!
Bellissimo articolo! Io non sono libera professionista, ma faccio il dottorato e posso lavorare anche da casa. Io quando lavoro da casa mi affido alle lavatrici per organizzarmi. Il tempo di un programma di una lavatrice è il momento in cui lavoro. Quando la lavatrice ha finito, faccio pausa stendendo. Così alla fine della giornata se ho fatto quattro lavatrici, ho lavorato un bel po’ concentrata e alla fine ho già il bucato fatto 😉 Ho scritto un blog post su questa tecnica se hai voglia di leggerlo 😉
No va beh pazzesco!!! A questo non ci sarei mai arrivata ma mi sorgono spontanee due domande:
– quanto cavolo lavi??? 😀
– e quando hai finito di fare il bucato della settimana non lavori più o rilavi le cose pulite???