Dottore, ogni tanto sento un dolore qui.
Provi a togliere il glutine.
Mentre giocavo a tennis ho slogato una caviglia.
Provi a togliere il glutine.
Quelli dell’immondizia non vengono più a ritirare l’umido da due settimane!
Provi a togliere il glutine.
Mio marito mi tradisce con la segretaria!!!
Provi a togliere il glutine.
Ogni anno è sempre peggio: qualunque problema di salute, qualunque inconveniente ci accada, qualunque disagio di vita sembra che sia risolvibile togliendo il glutine.

Cos’è il glutine?
Il glutine è un complesso proteico presente in molti cereali (frumento, farro, avena, segale, spelta, orzo) di cui ci nutriamo in virtù delle loro ottime proprietà nutrizionali.
Il glutine però, nei soggetti che ne sono intolleranti a tal punto da sviluppare la malattia autoimmune della celiachia, provoca un’infiammazione cronica all’intestino.
Perché togliere il glutine?
L’eliminazione totale del glutine ha quindi senso ed è necessaria per chi è celiaco; pare però che siano in crescita le realtà cliniche di soggetti con un’intolleranza al glutine non celiaca (gluten sensitivity) che trovano beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante non vi sia (allo stato attuale) il riscontro medico diagnostico di allergie ai cereali.
È purtroppo noto che l’industria alimentare è responsabile di un peggioramento qualitativo del glutine rispetto al passato, nonché di una sua onnipresenza come additivo anche in alimenti insospettabili poiché non sono cereali in cui servono le sue proprietà agglomeranti e viscose (prosciutto cotto, maionese, caramelle…) e da qui deriva il fatto che generalmente ne assumiamo troppo, che è sempre bene essere consapevoli di ciò che mangiamo, che è salutare per tutti variare l’alimentazione e magari fare ogni tanto qualche pasto o qualche ricetta senza glutine per ridurne l’apporto globale.
E se non c’è una patologia?
Tutto il resto pare essere una dilagante mania che attualmente non ha dimostrazione scientifica.
Perché ci piacerebbe tanto avere le certezze ma qui si va ancora avanti a tentativi e la cosa si fa smarrente e complicata.
Se il dibattito è controverso persino tra i medici non è certo questa la sede nella quale verranno dipanati i dubbi sull’opportunità di togliere il glutine anche quando non ci funziona il tasto m della tastiera o quando c’è del calcare ostinato che non se ne va dalla rubinetteria del bagno.

Ma, caro diario marziano, dovevo pur trovare un luogo in cui sfogare la mia ansia: vado dal medico di base ed egli mi ricorda che appartengo al gruppo sanguigno 0, perciò “tu quando entri al supermercato dovresti andare solo nel reparto carne, pesce e ortofrutta”.
Ça va sans dire che quindi bye bye latticini, legumi e cereali, soprattutto quelli che contengono… indoviniamo un po’… il glutine!

Il mio medico di base stava parlando della dieta del dottor Mozzi, non so se questo nome vi dice qualcosa.
A me sì e, alla mia faccia perlpessa corredata da un timido “ma la comunità scientifica non…”, sono seguiti snocciolamenti vari sulle case farmaceutiche, il business, i cerchi nel grano (che contiene glutine!) e complotti vari.

Per continuare a voler bene al mio medico di base sono tornata a casa e ho mangiato una pizza.

Ma qualche settimana dopo, un chirurgo di comprovata (pure da me medesima) eccellenza nella sua specializzazione (che però non è né gastroentorologia, né dermatologia o tricologia), appreso il mio sconforto su un patologico diradamento della chioma, mi suggerisce di togliere il glutine narrandomi che patologie o problematiche tra le più disparate (compresi ripetuti aborti spontanei!) si sono risolte così. Ma possibile?!
Eddaje, la seconda persona. Il secondo medico!
Quasi mi stava convincendo perché sono uscita di lì che avrei voluto fare tutti gli esami immaginabili e sottoporre le mie interiora persino ai Ris di Parma pur di capire se la mia vita sarebbe stata destinata alle sole fettine di crudo.


E invece anche in questo caso: cerca il parere di altri medici, cerca su google (questa cosa trova anche qualche riscontro in rete, dove però, va detto: c’è tutto e il contrario di tutto, sia da parte degli utenti che da parte dei medici), ho desistito dall’idea di eliminare totalmente il glutine.
Forse perché era la strada più comoda?
Sebbene sia più facile che in passato, non è un gioco da ragazzi eliminare completamente il glutine e stravolgere l’alimentazione per almeno tre mesi.
Su quale base, poi? Il caso? I tentativi? I racconti popolari?
Senza contare che, in assenza di celiachia, al momento la medicina conferma che la privazione totale del glutine comporta inevitabilmente delle carenze alimentari dannose.
La soluzione migliore sulla questione glutine?
Se i dubbi o i sintomi hanno portato a fare indagini per la celiachia e gli esami specifici sono risultati negativi, c’è la certezza di non avere in corso patologie di una certa entità.
Se però si hanno dei disturbi di natura ignota o delle alterazioni funzionali di tipo autoimmune, sembra che si entri nel buco nero della gluten sensitivity sulla quale, spero, la ricerca medica si stia adoperando il più possibile per fare ulteriore chiarezza.
In caso di celiachia – malattia che distrugge i villi intestinali – il glutine è da eliminare totalmente, non è ammessa nemmeno una briciola per sbaglio e vanno evitate anche le situazioni di contaminazione.
In tutti gli altri casi c’è chi fa un test su se stesso di uno o due mesi, vede come sta e se i disturbi che lamentava si affievoliscono o scompaiono procede poiché ha trovato la sua personale soluzione. (E per alcuni si vola nel pericoloso ciuèlo dell’effetto placebo).
E poi il bivio. Toglierlo del tutto perché si ha paura persino della briciola che può riattivare il sistema immunitario e i sintomi lamentati? Oppure ridimensionarlo molto nelle quantità concedendosi l’opportunità di non controllare gli ingredienti di ciò che c’è a una festa o al ristorante?

La mia conclusione?
Dopo una lunga riflessione, momenti di ricerca ossessiva e momenti di sconforto, penso che personalmente, come suggerito in questo decalogo nutrizionale, mi asterrò dal glutine a giorni alterni, quindi per 3 giorni alla settimana. Questo suggerimento non induce alle carenze alimentari cui si può andare incontro privandosi completamente del glutine senza una questione medica comprovata e, al contrario, dovrebbe alimentare il buon principio di alimentazione sana e varia.
Inoltre, come mi hanno suggerito le preziose marziane sulla foto che ho pubblicato in occasione della Giornata Mondiale della celiachia, mi sto documentando sui grani antichi (come Maiorca, Perciasacchi, Senatore Cappelli, Russello, Timilia e altri) perché questi grani hanno un indice glutinico molto basso.
Mi sembra un buon compromesso.
Le mie conclusioni immature:

È doveroso ricordare che questo è un blog di intrattenimento che contiene le tematiche di cui parlo con le amiche e questo post è una libera riflessione sull’argomento, a seguito di esperienze personali raccontate per come le ho vissute.
Purtroppo non ho una preparazione medica che possa avallare o confutare la materia dibattuta e io stessa sono alla continua ricerca nuove di informazioni.
Se stai cercando la soluzione a un problema di salute ti invito a consultare medici e specialistici e a farti prescrivere adeguati esami.