Ma vi ricordavate quando nella libertà fiera e potente dell’estate aleggiava la nube nera dei compiti delle vacanze da fare?
Nonostante tutto, qualcuno si ostina a rimpiangere i tempi della scuola perché equivalevano a tre mesi di vacanze e a un impegno d’una trentina di ore a settimana durante il resto dell’anno (ehm, in effetti niente male!) ma io non sono affatto una nostalgica: il periodo scolastico per me era un cocktail micidiale a base di noia e ansia.
E strategie.
La strategia era imprescindibile per la sopravvivenza.
Cose varie del tipo affondare la testa nello zaino per rovistare roba a caso e scomparire dal mondo mentre venivano cercati i volontari per l’interrogazione, simulare premature scomparse di parenti e amici invisibili per scongiurare l’estrema unzione in latino, disegnare artistici rush cutanei col blush (rigorosamente matte e non perlescente!) per uscire due ore prima e mettersi a cantare viva la libertaaaà come un Fabrizio Corona qualunque.

Ma i compiti delle vacanze… che piaga!
Gli amanti dei tre mesi di ferie e dell’orario settimanale ridotto avranno fatto di tutto per proseguire la pacchia e diventare insegnanti.
A loro auguro gioie vere senza precarietà. Ma faccio anche un accorato appello.
Ricordatevi che palle quando dovevate assolvere in un qualche modo alla pesantezza dei compiti estivi. Ricordatevelo e siate parchi.
Perché in un 2019 pieno di stimoli e di informazioni, davvero si rischia di diventare ignoranti in soli tre mesi?

Ricordo estati con libri da leggere mai letti ma di cui producevo riassunti e recensioni mirabolanti (e infatti proseguo la tradizione col Book Shopping).
Problemi matematici il cui unico problema era trovare a chi farli risolvere in mia vece.
Compiti delle vacanze fantasy del tipo disegna la tua estate.
DISEGNA LA TUA ESTATEEEEE???
Ma chi sono? Claude Monet a Bordighera?!


Tutto questo adesso non c’è più. Siamo grandi e non abbiamo più i compiti delle vacanze da fare.
Adesso che sarebbe tutto più facile, con la fibra anziché il modem a 56k.
Con Wikipedia che riassume pure il cambio di mutande di Belen.
Con migliaia di siti sulla scuola, di archivi documentali digitalizzati, di corsi di lingua online che insegnano persino il guugu yimithirr degli aborigeni australiani.
Adesso la mia strategia si risolverebbe in un solo giorno. E poi scialla per tutta l’estate.

E invece no.
Nessuno ci dà più i compiti e io son qui a crearmi problemi matematici che non so risolvere perché la verità è che non li ho mai risolti.
Ma li lascio a voi, cari nostalgici dei tempi andati.

Problema matematico da risolvere
Dato un Tartufo di Pizzo alla nocciola appena estratto dal congelatore, calcolare quanto tempo in meno ci impiega a sciogliersi con una temperatura esterna di 30 gradi, rispetto a una temperatura esterna di 23 gradi.
Si consideri che il tartufo è una semisfera del diametro di 10cm e che io ho fame.

Si cercano esperti di integrali e gradiente termico, astenersi perditempo e intolleranti al lattosio.
2 Commenti
Ahahahha il teorema del tartufo è TOP!!! Una cattedra alla Normale a te, subito!
PS. Ricordo, perché ahimé ci son sotto di brutto, che giugne talora un’epoca trista e derelitta della vita in cui, cero, i NOSTRI compiti son solo un pallido e sbiadito ricordo, ma quelli della PROGENIE no! E richiedono addirittura un calendario/scadenziario per garantirne la pronta presentazione addì 14 settembre! Le riletture, gli aiuti dal pubblico a casa, il bignami che assume sembianze materne, aree dei poligon…nnnnoooooo.
Insomma, bisogna gioire ANCHE pensando che, chissà, magari un giorno la nullafacenza estiva da adulto scevro di compiti delle vacanze potrebbe pure finire;-)
Alla Normale la cattedra me la darebbero solo in testa!!! 😀