Quando trovo un marchio che propone maglioni di qualità ad un prezzo ragionevole e magari pure con il cashmere ecosostenibile ad un prezzo umano ve lo devo dire, anche se Greta non è ancora approdata su Marte.
Perché, da che ho scritto uno dei post più letti che riassume i fondamenti sulla lana quotidiana e qualche idea per l’acquisto, mi sento in perenne missione guardaroba autunno/inverno.
Il cashmere, la lana e la matematica degli ovini
I maglioni in cashmere sono il desiderio di ogni armadio e di ogni creatura mediamente freddolosa che ama i tessuti morbidi, le lavorazioni fini e i capi raffinati.
Il filato di cashmere si ottiene dalla capra, quello di lana merino dalla pecora.
Col pelo di una pecora si producono cinque maglioni, col pelo di una capra se ne fanno quattro. Ecco perché l’incremento della domanda di cashmere va ad aumentare le greggi negli allevamenti di capre di conseguenza l’impatto ambientale.
Per questa ragione, nel campo della moda e del tessile c’è una nuova attenzione sull’utilizzo del cashmere vergine, ad esempio Stella McCartney ha smesso di usare i nuovi filati e si propone di produrre nuovi capi solo con filati di riciclo.

Il cashmere ecosostenibile
Everlane è un brand americano nato nel 2010 che produce in modo sostenibile e vende a prezzi trasparenti e onesti.
La collezione ReCashmere nasce dalla collaborazione con il mulino Millefili di Prato che raccoglie maglioni usati e in buono stato mediante un progetto di riciclaggio, seleziona i colori dei filati che possono essere nuovamente pettinati e crea la seconda vita del cashmere.
I maglioni sono poi prodotti da Everlane con filati di cashmere riciclato e lana merino vergine, per conferire più resistenza e maggiore durata ai capi nuovi.
Il mulino di Prato ha fatto uno studio per determinare l’impatto ambientale di un capo ReCashmere ed è emerso che in questo modi si dimezzano le emissioni di carbonio del 50%.
Da qualche parte bisogna pur cominciare e questo mi sembra un buona iniziativa.


