Ormai si è capito che quando il fashion system vuole affermare un trend ci va giù col carico pesante e infatti la moda del colletto evidente è presto servita sotto alle nostre teste.
Nell’ultimo anno avevamo già adocchiato uno street style all’odore di bib collars, ovvero i colletti grandi che tendono all’oversize, tanto da essere chiamati “a bavaglino”.
Potrebbero essere utili per pulirsi dal sugo dopo un binge eating di amatriciana, ma anche no perché pare che la patacca di sugo non faccia ancora moda. Uniamoci nella protesta.
La questione si fa seria e il colletto moda delle sfilate 2020 è proposto in vari tagli e dimensioni: tra quelli più visti c’è quello maxi e allungato alla Peter Pan, quello a punta in stile disco anni ’70 – gli anni Settanta saranno tra le tendenze dominanti delle prossime collezioni moda – e le versioni moderate del colletto stondato, evidente ma non esagerato.
Spuntano sulle camicie, sulla maglieria, sulle giacche, sugli abiti: la rifinitura intorno al collo (che molto probabilmente dovremo stirare!) è il dettaglio che non può mancare.
E tu di quale moda del colletto sei?
Si potrebbe proseguire con un test psicologico per scoprire se siamo più Tony Manero o Peter Pan, bavagline vittoriane o figlie degli anni ’70.
Come al solito, guardare le figure aiuta: io sono più bavaglina moderata, le punte mi fanno paura. Ma probabilmente tra un mese e tre riviste di moda sfogliate cambierò idea.
Il più proposto dalla moda è il colletto Peter Pan
(in fondo al post è svelato il motivo del suo nome perché sembra facile ma c’è il dubbio!)



@gabriellebassett



Stondato morbido di medie dimensioni





Il colletto a punta in stile disco anni ’70



Louis Vuitton Lanvin


Maria, puoi aprire la busta
Se anche voi – come me! – vi siete chiesti perché diavolo hanno chiamato “a Peter Pan” un colletto ampio e stondato che non ha molto a che vedere col collettino del bambino volante, dovete scorrere le altre immagini qui sotto.
I vostri dubbi saranno spiegati e i vostri sonni non saranno turbati.


Peter Pan in una rappresentazione di Oliver Herford, “The Peter Pan Alphabet” Maude Adams, la prima interprete di Peter Pan a Broadway
Ancora una volta, dall’illusione del Principe Azzurro in poi è tutta colpa della Disney.