La strada dell’anticonformismo creativo non si incontra mai con quella della disciplina e dell’obbedienza e la vita di Piero Fornasetti lo conferma sin dagli esordi studenteschi.
Ma chi è l’uomo che dà il nome ai celebri piatti e candele con il volto di donna che ancora oggi desideriamo, dopo 70 anni dalla loro creazione?
Destinato da primogenito di una famiglia borghese a succedere al padre nell’attività di import-export, Piero Fornasetti rifiuta questa possibilità per seguire la sua passione per il disegno. Nel 1930 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, matura insoddisfazione nei confronti degli accademici dai quali non sente d’imparare cose nuove, gli viene negata la possibilità di apprendere l’arte del nudo, protesta e verrà espulso per insubordinazione.
Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave della liberazione della fantasia.
Piero Fornasetti

Piero Fornasetti nasce a Milano nel 1913 e lo conosciamo oggi come uno dei designer e creativi di grande rilievo nella metà del XX secolo. Ma l’Italia e la città che gli ha dato i natali per lungo tempo non l’hanno celebrato al pari dei suoi colleghi (Bruno Munari, i fratelli Castiglioni, Franco Albini, Vico Magistretti, per citarne alcuni), probabilmente perché, piuttosto che all’innovazione della forma degli oggetti che ha caratterizzato i fasti del modernismo italiano, si è dedicato al disegno e alla decorazione della superficie degli oggetti stessi.
Il fortunato incontro con Gio Ponti
Dopo l’uscita dall’Accademia di Brera, ed esattamente nel 1933, avrà luogo la sua prima esposizione di sciarpe decorate alla Triennale di Milano.
Ma bisognerà aspettare gli anni ’40 per veder sancito il successo di Fornasetti come decoratore, grazie al fortunato incontro con Gio Ponti che rimane conquistato dai disegni in stile neoclassico che rievocano il patrimonio architettonico italiano.
Ne nasce una solida collaborazione che vedrà l’apice dell’affermazione nella serie Architettura esposta nel 1951 alla Triennale di Milano, con mobili progettati da Gio Ponti e decorati dalla mano di Piero Fornasetti che vi dipinge sopra le facciate e gli interni degli edifici neoclassici, ottenendo un nuovo gioco di percezione visiva: il disegno è integrato nella forma del mobile e ne infrange la geometria e i volumi apparenti.


Piero Fornasetti: il decoratore dell’immaginazione
L’innovazione della sua tecnica consiste nella trasposizione dell’immagine 2D del disegno e della stampa su carta, sulla superficie 3D dei mobili e dell’oggettistica di decorazione, scombinando così la visione della forma originaria dell’oggetto.
Il decoratore dell’immaginazione – con questa parola ha risposto alla domanda “qual è il segreto del suo successo?” – ha prodotto nel suo atelier più di 11.000 mila esemplari!
Fonte di grande ispirazione era la sua maniacale collezione di materiale tipografico e di illustrazioni di gusto e origine enciclopedica sul tema dei costumi, della pubblicità, della calligrafia, degli oggetti tematici di marina e aviazione, farfalle, pesci, strumenti musicali e architetture in bianco e nero.
Il gioco delle dimensioni e della visione dell’oggetto è quindi diventato il marchio di fabbrica delle produzioni di Fornasetti che, attingendo alle stampe del periodo tra il 17° e il 20° secolo, ha celebrato la tipografia con il surrealismo del quotidiano, combinando immagini oniriche a oggetti reali e concreti.
Foto di La Repubblica.it
L’interesse di Fornasetti per il passato era indicativo del futuro.
Jennifer Scanlan



Chi è la donna delle illustrazioni di Piero Fornasetti?
Il famoso volto di donna che vediamo in moltissime varianti delle sue illustrazioni più celebri è la cantante lirica Lina Cavalieri.
Piero Fornasetti ha tratto l’ispirazione da una illustrazione di una rivista francese del 19 secolo e dal 1952 ha cominciato a ritrarla senza sosta. Nella serie Tema e Variazioni ha prodotto centinaia di varianti ironiche e fantasiose del viso della cantante mantenendo i tratti originari, a rispetto del valore storico dell’immagine.
Ci sono più di 350 oggetti in cui Lina Cavalieri è trasformata in una ladra, in un uomo coi baffi, in un animale, in una principessa… tanto che il volto di questa donna è considerato l’alter ego di Fornasetti.


Una produzione vastissima
Piatti, posaceneri, lampade, ombrelli, vassoi, poster, sottobicchieri, fermacarte e altri innumerevoli oggetti d’uso quotidiano.
Ma anche scenografie per il Teatro alla Scala di Milano, gli interni del Casinò di Sanremo e del transatlantico Andrea Doria insieme a Gio Ponti.
Nella sua produzione artistica c’è sempre la rielaborazione dello stesso soggetto in tantissime varianti. Ogni immagine è declinata all’infinito: elementi architettonici, il volto di Lina Cavalieri, ma anche farfalle, mongolfiere, pesci, carte da gioco, soli, mani.



Gli alti e bassi del successo
La curva del successo di Piero Fornasetti comincia a scendere gradualmente dagli anni ’60, quando l’arte si fa più concettuale e razionalista e si parla di Bauhaus e di design nordico. Negli anni ’70, quelli che erano i suoi 30 dipendenti si riducono a 3.
Il suo design diventa kitsch ma Piero sceglie di non adattarsi al cambiamento.
Un artista che vuole avere successo non è più un artista. Se si conforma alla moda, arriverà in ritardo perché ormai tutti si sono già conformati. Pertanto, forse, l’idea non è quella di conformarsi ma di essere originale.
Piero Fornasetti

Foto Corriere della Sera Living
Riemerge il suo spirito di ribellione e resilienza e nel 1970 fonda la Galleria dei Bibliofili: uno spazio in cui dare continuità alla propria visione artistica insieme a un gruppo di amici, artisti e pensatori uniti dalla stessa filosofia.

Dagli anni ’80 a oggi
L’arte decorativa torna in voga negli anni ’80, con un rinverdito interesse verso tutta la sua produzione: a Londra apre la galleria Themes and Variations che riscopre le opere di Fornasetti.
Purtroppo però nel 1988, durante un banale intervento chirurgico, Fornasetti muore.
Nel 1992 il Victoria & Albert Museum di Londra ne allestisce una retrospettiva con numerosissimi oggetti in cui Fornasetti è presentato come il designer dei sogni.

A destra col figlio Barnaba e la moglie Giulia
Sotto Barnaba Fornasetti

Foto Corriere della Sera Living

Come da volere del padre Piero, oggi la produzione Fornasetti prosegue nelle mani del figlio Barnaba e sono moltissimi gli oggetti di rinnovata e nuova produzione che possiamo desiderare di mettere nelle nostre case. Il design di Fornasetti si ambienta bene in moltissimi stili di arredamento: moderno, minimalista, d’epoca, eclettico, massimalista.
Ma i collezionisti duri e puri vogliono il vintage autentico e sono disposti ad accaparrarsi i suoi piatti anche per importi a 6 cifre!
Date uno sguardo nelle case dei parenti, che magari scoprite un interessante tesoretto!