Se oggi la moda del colore ci rimanda subito a Pantone, all’armocromia e alla teoria delle stagioni, è nelle storie del passato che si ritrovano moltissime curiosità sui colori che spesso non si conoscono.
Rovistando tra i miei libri di storia della moda, ho trovato una teoria risalente al XV secolo (dell’architetto Leon Battista Alberti) che è di assoluto pregio per il periodo attuale che stiamo vivendo.
Bisogna ricorrere ai colori lieti perché il gaudium combatte la tristitia.
Oh, di quanto gaudium abbiamo bisogno adesso cari amici!
Sappiamo che tra i pezzi chiave della primavera 2020 la scelta obbligata è ricaduta a lungo sui capi comodi per stare in casa. Ma che siano abiti da casa o vestiti da luogo pubblico, possiamo agire sulla libera scelta del colore per darci quella botta di vita che appaga lo spirito!
E allora destreggiamoci tra le curiosità più curiose che vi renderanno degni di qualunque quiz televisivo e campioni de La Settimana Enigmistica poi scegliamo quale sarà il nostro colore lieto del giorno!

10 CURIOSITÀ SUI COLORI
1. IL COLORE DEL “QUASI BUIO”
C’è un colore che i nostri occhi vedono dopo aver spento la luce e, contrariamente a quello che si pensa non è il nero del buio totale. Si chiama eigengrau, è una sorta di grigio che deriva dal processo di adattamento visivo al cambiamento luce-buio e dai continui “rumori” della retina.

2. IL PREGIUDIZIO SUI CAPELLI ROSSI
Quante volte abbiamo sentito dire che non dobbiamo fidarci di chi ha i capelli rossi! Ma perché?!
Giuda, il traditore di Gesù, aveva i capelli rossi e per secoli questa capigliatura è stata sinonimo di sospetto e diffidenza. Da notare che in nessun Vangelo si menziona il colore dei suoi capelli ma i pittori lo hanno sempre ritratto così. Probabilmente per esigenza dell’arte figurativa che doveva trovare un elemento caratteristico che differenziasse Giuda dagli altri commensali dell’Ultima Cena. E allora han pensato bene di fargli i capelli rossi, come rossi erano quelli di Set, dio del Male egizio e di Tifone, il nemico di Zeus.
E tutti quelli coi capelli rossi ce ne sono andati di mezzo per secoli.

3. IL ROSA PER LE FEMMINE, L’AZZURRO PER I MASCHI
Pensiamo che sia da sempre è così. Ma questo sempre è cosa relativamente recente. Nei primi del Novecento infatti, i neonati vestivano di bianco o colori neutri. Come vi raccontavo in questo post dedicato al rosa, l’attribuzione di genere, rosa per le femmine e azzurro o blu per i maschi, si è affermata solo nel secondo dopoguerra, grazie ai rivenditori di vestiti e articoli per l’infanzia che negli anni ’40 iniziarono a proporre questa moda.

4. PERCHÉ IL BLU OLTREMARE SI CHIAMA COSÌ E…
Il blu è uno dei colori di maggior gradimento. Chiedi a qualcuno qual è il tuo colore preferito? e il 40% delle persone – così dicono le ricerche di marketing – ti risponderà blu.
Ma le sfumature di blu sono tante e tra queste c’è il blu oltremare. Questo prezioso colore si otteneva dai lapislazzuli di cui l’Oriente e soprattutto l’Afghanistan ne erano ricchi. Quindi in Italia si diffuse per importazione. In un trattato di architettura del Filarete del 1464 si legge:“il blu più bello è ricavato da una pietra e proviene da terre al di là dei mari”. Quindi non blu degli abissi profondi del mare, come qualcuno pensa, ma delle terre lontane oltre il mare.
Il blu oltremare era uno dei colori più costosi. Nella Cappella degli Scrovegni di Padova dipinta da Giotto l’oltremare abbonda. I nobili Scrovegni disponevano di molti capitali dati dalla loro attività bancaria, anche non propriamente lecita di cui ci dà testimonianza Dante che mette la famiglia nel settimo cerchio dell’Inferno, nel girone degli usurai.

5. I NOMI PIÙ STRANI DEI COLORI
Gli uomini – che notoriamente conoscono 10 colori al massimo – si lamentano con le donne che insistono caparbiamente sulla differenza sfumata tra tabacco e bruciato o tra carta da zucchero e aviazione.
Ma dovrebbero ringraziare di non esser vissuti nel periodo del basso Medioevo, quando certi colori avevano nomi assurdi. Avete mai sentito parlare di festichino, piè di cappone o foglia fradicia?
Se ne volete legger altri, date uno sguardo alle Cicalate filosofiche e morali dell’abate Libanori del 1327.

6. QUALE COLORE VEDONO PER PRIMO I NEONATI?
Se volete essere considerati da un neonato di almeno due settimane dovete avere indosso qualcosa di rosso. Un vestito, una collana, il rossetto o meglio ancora le unghie rosse. Il bebè non vorrà più lasciarvi le mani!

7. IL VIOLA DI CLEOPATRA
Il viola è stato per secoli un colore legato alla regalità, alla ricchezza e al potere.
Cleopatra adorava il viola e lo usava per i suoi divani, le vele delle sue navi e per gli abiti più preziosi. Ma per ottenere solo 30 grammi di colorante viola occorreva un’ebollizione di giorni di ben 20.000 lumache marine!

8. COSA C’È DIETRO IL COGNOME RUCELLAI
Altro ambito di curiosità più che affascinante è l’origine dei cognomi che spesso rivela significati pratici di cui non potevamo sospettare. Il cognome toscano Rucellai (e i suoi simili) deriva da oricello, un colorante ottenuto dai licheni che serviva per tingere di paonazzo, il viola scuro che fece la fortuna di moltissimi tintori. Colui che per primo scoprì la proprietà tintoriale di questi licheni – un mercante del XII secolo – venne rinominato Oricellario e i suoi discendenti proseguirono il commercio di lane e tessuti tinti tanto da accumular fortune e divenire poi la famiglia patrizia fiorentina dei Rucellai.
Ma leggete su Wikipedia in quale bizzarro modo si ottiene la varietà di rosso violaceo dai licheni!

9. LE PRIGIONI ROSA
Se vi è mai capitato di vederle vi saranno sembrate un paradosso! Eppure c’è una ragione psicologica: pare che il rosa abbia un effetto calmante in grado di ridurre la frequenza del battito cardiaco, placare l’ansia e sopprimere la rabbia. Ecco perché alcuni istituti di recupero dei detenuti sono dipinti di rosa, detto nello specifico Baker-Miller pink. Ma sembra che questo effetto sia solo iniziale e non duraturo.




10. È NATA PRIMA L’ARANCIA O L’ARANCIONE?
L’arancia si chiama così perché è arancione? O forse l’arancione porta questo nome proprio grazie al frutto? Un po’ come l’uovo e la gallina, cosa sia nato prima non si sa. Ma per il frutto e il colore abbiamo qualche indizio in più.
È nel XIV secolo che in Italia arriva il nome della pianta, l’arancio, che in persiano si chiama nāranğ (نارنج, il frutto favorito dagli elefanti). Alla fine del Medioevo questo frutto viene poi riscoperto dai portoghesi – tanto che in molte parti d’Italia l’arancia è detta in dialetto portugaj, portogàl, purtügàl, partugàli e simili – e solo dopo questo periodo verrà attribuito il nome arancione al colore, che prima di allora era visto solo come una sfumatura di rosso.
È nato prima l’albero e il suo frutto, poi il colore.
Con l’uovo e la gallina ancora non saprei rispondere!

editorialist.com
Se vuoi conoscere perché le scatole di Hermès sono proprio arancioni e aneddoti sui colori legati alla moda clicca qui e scopri altre curiosità!
2 Commenti
Quella delle prigioni rosa non l’avevo mai sentita! Carina!
Evviva sono contenta che tu abbia trovato qualcosa di nuovo! Passa ancora su Marte! 🙂