Gli anime giapponesi più celebri al mondo sono di Hayao Miyazaki: ecco la storia del suo successo, dei suoi film e cartoni animati pluri-premiati!
La cultura giapponese esprime da sempre il suo carattere unico e inimitabile in tutti i suoi campi: dalla cucina all’architettura, dalla calligrafia fino allo sport. Del Giappone stupiscono anche le tavolette del WC, e con questo ho detto tutto!
In Italia lo stile giapponese diventò popolare già dagli anni ’70, quando alla TV iniziarono a trasmettere alcuni cartoni animati disegnati proprio nel Paese del Sol Levante. Gli anime si affermarono nel decennio immediatamente successivo e da lì intrapresero la loro ascesa. Erano gli anni d’oro della Nippon Animation e, se non siete sicuri di averne mai visto uno in vita vostra, pensate che la famosissima Ape Maia è uno di questi: disegnata e prodotta per la prima volta nel 1975!
Altri esempi cult di cartoni animati giapponesi sono: Lupin, Heidi, Bentornato Topo Gigio, Lady Oscar, Kiss me Licia, Magica magica Emi, Jeeg Robot d’acciaio, Ufo Robot Goldrake, Mazinga, Belle e Sébastien, Candy Candy, Holly e Benji, Conan, Doraemon, Dragonball, Calimero, Pollon, Hello Spank! e tantissimi altri.
Hayao Miyazaki: la storia
Questo post è interamente dedicato ai film e cartoni animati di Hayao Miyazaki (vi avevo già dato un piccolo assaggio durante la quarantena nella terza puntata di Casa Marziana), sperando di regalare qualche curiosità anche a chi già li conosce e li apprezza da anni!

Anzitutto, credo sia stupefacente il fatto che Miyazaki non studiò disegno, almeno non negli anni scolari, ma si laureò in Scienze Politiche ed Economiche. Sin da giovane maturò una vera e propria ossessione per i libri per ragazzi ed era per sua natura un superbo disegnatore.
All’inizio della sua carriera era impiegato presso la Toei Animation ma, spinto dal desiderio di realizzare liberamente i propri progetti, lasciò la compagnia e il 15 giugno 1985, insieme a Isao Takahata, ufficializzò la fondazione dello Studio Ghibli.
Il nome Ghibli non è stato da lui inventato ma venne utilizzato dai piloti italiani in Nord Africa durante la Seconda Guerra Mondiale per definire un vento caldo proveniente dal Deserto del Sahara. Miyazaki voleva “far soffiare un vento caldo nel mondo dell’animazione giapponese”, scopo direi molto più che riuscito.
I ricordi della sua infanzia influenzarono molto i suoi elaborati e diversi oggetti diventarono ricorrenti. Il padre era ingegnere, direttore di un’azienda di aeroplani e progettista degli Zero, famosi e temuti aeroplani da guerra, da qui la sua passione per i velivoli. La madre invece soffrì per diversi anni di tubercolosi spinale. Si può dire che il film Si alza il vento sia dedicato alla loro storia, ma si possono trovare dei riferimenti alla sua famiglia anche ne Il mio vicino Totoro e in Porco Rosso.
Nei suoi lungometraggi si presentano inoltre dei temi ricorrenti: i protagonisti sono quasi sempre bambini e le donne ricoprono ruoli fondamentali all’interno delle sue storie.
L’ambientazione ricorda sovente la natura delle campagne giapponesi dove lo stesso autore passò la maggior parte del tempo della sua infanzia. Tuttavia, apprezza molto anche le città europee.
Secondo Marco Müller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, “il senso di meraviglia che i suoi film trasmettono risveglia il fanciullo addormentato che è in noi”.
I primi cartoni animati dello Studio Ghibli
I primi due film animati prodotti col nome dello Studio Ghibli sono Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole, quest’ultimo di Takahata. L’uscita contemporanea (1988) dei due film diretti dai registi giapponesi di maggior talento fu un evento unico che con molta probabilità non accadrà più nella storia!
Durante la produzione in contemporanea all’interno dello Studio si generò il caos perché non si poteva prescindere dall’obiettivo primario di mantenere una qualità di altissimo livello. Guardate o riguardate uno dei loro film e fare caso non solo alla cura nei dettagli ma anche al movimento che viene creato dietro ai soggetti principali in ogni frame.
Organizzare l’uscita di entrambi i film fu davvero un’impresa, riuscita solo grazie a Tokuma Yasuyoshi, nome decisamente rilevante nel mondo della cinematografia d’animazione giapponese che, grazie ai suoi contatti, riuscì a procurare loro un contratto di distribuzione.
All’inizio entrambi i lungometraggi sembravano necessitare di più carattere, un po’ troppo sobri rispetto ai precedenti, ma la critica fu entusiasta: Totoro vinse la maggior parte dei premi cinematografici giapponesi e de La tomba delle lucciole se ne parlò come di una vera opera d’arte.
Se non fosse stato per Tokuma Yasuyoshi forse lo Studio Ghibli oggi non ci sarebbe.
Totoro superstar!
となりのトトロ tradotto, Il mio vicino Totoro è celebre per i suoi pelushosi personaggi. Fu proprio un fabbricante di peluche a intestardirsi sul fatto che Totoro dovesse diventare un giocattolo. A circa due anni dall’uscita del cartone animato, la versione pupazzo del personaggio ebbe un grandissimo successo sul mercato e lo Studio Ghibli poté contare, ironia della sorte, su un profitto inaspettato tale da coprire il deficit nei costi di produzione di altri suoi film.

La storia de Il mio vicino Totoro è ambientata nell’hinterland della Tokyo degli anni cinquanta. Le sorelline Satsuki e Mei si stanno trasferendo col padre nel piccolo villaggio di campagna Tokorozawa, per stare più vicini alla mamma ricoverata. Inizia così il loro viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, ma soprattutto alla scoperta della natura e degli spiriti fantastici che la abitano.
La conquista del pubblico
Dell’anno seguente, 1989, è Kiki consegne a domicilio (魔女の宅急便). Kiki è una strega e come tutte le streghe arriva quel momento in cui si deve trasferire in una città sconosciuta in cui cercare un apprendistato. Dopo un inizio burrascoso, Kiki e il suo gatto trovano finalmente qualche amico ma non solo…
La città disegnata che ospiterà Kiki è frutto dell’immaginazione di Miyazaki. È impossibile però non notare la somiglianza con qualche famosa città europea, prima tra tutte Stoccolma.
Kiki consegne a domicilio sbanca il lunario, conquistando il primo posto nella top ten cinematografica giapponese dell’anno con circa 750.000 spettatori. Lo Studio Ghibli, dall’uscita di questo film potrà ingrandirsi e contare su assunzioni permanenti potendo finalmente pagare stipendi pieni per i suoi dipendenti.
Il genio
Miyazaki, genio dalle mille sfaccettature, è convinto che senza l’ambiente adatto le persone giuste non possano crescere: allora in 300 mq lavoravano 90 persone! Decise di concentrarsi da solo sulla creazione di un nuovo film, Porco Rosso, e anche sullo studio e sulla progettazione del nuovo edificio. In un solo anno conclude entrambi i progetti e il risultato è grandioso: subito dopo l’uscita del film nel 1992, Ghibli si trasferisce nel nuovo studio a Koganei, alla periferia di Tokyo (qui è oggi possibile visitare anche un museo).

L’uscita di Porco Rosso supera al box office tutti i film dell’anno, tra cui Hook di Steven Spielberg e La bella e la bestia della Disney.
Inizialmente doveva essere un cortometraggio, commissionato a Miyazaki dalla Japan AirLines. L’idea ovviamente accese subito l’entusiasmo dell’autore che aveva così l’occasione di lavorare ad una delle sue più grandi passioni. La storia narra le vicende di un pilota di caccia dal volto di un maiale, leggenda dell’aviazione italiana all’inizio degli anni trenta.
Gli anni successivi
Negli anni successivi del creatore di cartoni animati Hayao Miyazaki seguirono moltissimi progetti, eccone cinque dei più celebri.
- La principessa Mononoke (1997) che inscena il difficile rapporto degli uomini con la natura e mostra come il mondo non possa semplicemente essere diviso tra “buoni” e “cattivi”.
- La città incantata (2001) che è il vero capolavoro di Miyazaki, tanto che in Giappone superò il record di spettatori di Titanic. Nel 2002 vinse l’Oscar al miglior film d’animazione. In realtà il titolo originale di questa pellicola è 千と千尋の神隠し che letteralmente tradotto sarebbe “La sparizione di Sen e Chihiro causata dai kami”.
Nel film si narrano le vicende di Chihiro che viene trascinata dai suoi genitori in quello che sembra un parco divertimenti abbandonato. In realtà non sanno che si tratta di una città incantata abitata da spiriti. I due adulti cadono presto in un inganno della potente maga Yubaba e vengono trasformati in maiali. La piccola cercherà con tutte le sue forze di scappare e di non dimenticarsi della sua vera identità…
In questo film c’è uno dei miei disegni preferiti: quello dello spirito del ravanello.
- Il castello errante di Howl (2004), tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, fu presentato alla 61° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e uscito nelle sale l’anno successivo, anno in cui attribuirono a Miyazaki il Leone d’Oro alla carriera. Anche in questo caso la protagonista è una ragazza e l’ambientazione è fantastica ma ricorda l’architettura europea del secolo scorso.
- Ponyo sulla scogliera (2008), l’avventura fra Terra e Mare di due bambini accomunati da un solo destino.
- Si alza il vento (2013), ultimo film di Miyazaki che racconta la storia di Jiro, ragazzo estremamente dedito al suo lavoro e che cerca di perseguire tenacemente il suo sogno. Ma desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può anche essere distruttivo. Jiro ne pagherà un caro prezzo: ne uscirà sconfitto con la sua carriera di progettista interrotta, ma rimarrà un uomo di grande originalità e con un talento non comune.
Il ritiro
Se siete appassionati di biografie o semplicemente volete conoscere meglio la personalità di Hayao Miyazaki vi consiglio di guardare i due film documentario girati in onore del suo formidabile talento: Never-Ending Man, prodotto dopo l’annuncio del suo (brevissimo) ritiro nel settembre 2013 e 10 Years with Hayao Miyazaki diviso in 4 parti da 50 minuti disponibile online in inglese sul sito di sul sito di NHK World-Japan.
Il regno dei sogni e della follia è un altro bellissimo documentario girato da Mami Sunada, dedicato più in generale al luogo dove vengono create queste magie: lo Studio Ghibli.

Sicuramente oggi gli occhi sono tutti puntati su Goro Miyazaki, il figlio del maestro, e sono in molti a chiedersi se riuscirà a seguire le orme del padre…!

Contenuti extra
Nel frattempo, possiamo fare una visita virtuale al Museo Ghibli di Tokyo grazie ai brevi video che sono stati caricati sul loro canale YouTube e messi a disposizione del pubblico per compensare il periodo di lockdown.
Oppure possiamo cimentarci col disegno dei cartoni animati di Hayao Miyazaki e provare a fare il Totoro diy come da video tutorial di Toshio Suzuki, il produttore ed ex presidente del mitico Studio Ghibli.
Buon divertimento!