Nel post sui modi di dire della lingua italiana vi avevo preannunciato l’articolo gemello sui modi di dire inglesi e, poiché su Marte vige la legge di Ambra – se prometto poi mantengo! –, ecco qui le curiosità e la spiegazione di 5 espressioni della lingua inglese.

Parto dall’accentuata attitudine al gossip, al pettegolezzo o al merletto come dice mia nonna. Quella ce l’abbiamo tutte, chi più spiccata chi meno, chi più insistente chi più discreta, chi più indolente e chi più indulgente.
L’amica che ti chiama e ti dice “ti devo troppo raccontare una cosa…” ce l’abbiamo tutti e stiamo volentieri a sentirla parlare se ci confessa che quella vecchia compagna del liceo si è poi fidanzata col giovane prof. di educazione fisica che ha incontrato all’università per caso una volta mentre accomp… ragazzi basta! Questo è un pettegolezzo che non vi riguarda.
Se però vi siete affezionati alla storia della compagna di liceo allora siete anche voi degli inciucio addicted.

5 modi di dire inglesi da sapere
Spill the Tea
I nostri cugini di lingua inglese sono altrettanto inciucioni quanto noi mediterranei e hanno coniato un modo di dire alquanto efficace corrispondente al nostro “sputa il rospo”.


Spill the Tea, versa il tè, dicono.
Diminuito a “Spill it”, versalo.
Si riferiscono al fatto che, mentre si versa il tè bollente (all’inglese) e si attende che si raffreddi, si può tranquillamente intavolare una conversazione di lunga durata.
Ci sarebbe il tempo per farsi una doccia volendo.
Ecco che l’inciucio è ben accomodato tra le zollette e gli scones.



L’attitudine degli inglesi all’inciucio deriva certamente dalle vecchie sciùre col cappellino piumato che, ai primi del ‘900, andavano a prendere il tè a Piccadilly Circus nei salotti più in voga a sparlare di quell’artista o di quel nobiluomo che, ohibò, è stato costretto a soggiornare per un periodo nella sua residenza estiva in campagna perché… ah, non la perdete l’abitudine, eh! Non sono fatti vostri care amiche! Se però vi interessa sapere, versate il tè che comincio a raccontare…
Hold My beer

Nei mesi passati avete sicuramente sentito parlare della questione Megxit: il passo indietro della coppia dei duchi di Sussex dalla famiglia reale britannica. Come il nome Megxit suggerisce, e il mio articolo di approfondimento conferma, i giornali britannici hanno attribuito la colpa di questo step back all’attrice americana, dando adito a tanto odio ma anche a graziosi meme. Il più bello è questo qui:

“Hold my Beer” dice Meghan a Yōko Ono, per vantarsi del fatto che nonostante la giapponese sia stata la causa (o forse no) della divisione dei Beatles, Meghan è l’artefice (o anche no) dell’allontanamento del principe Harry dalla gonnella della regina Elisabetta.
Il modo di dire “Hold the Beer” o “Hold my Beer”, reggimi la birra, non ha un vero corrispettivo italiano. È un “stai a guardare, io faccio peggio” oppure “sei un pivello, io ho fatto di peggio”, oppure “farò di peggio” o ancora “riuscirò a fare di peggio”.
L’atto di sorreggere la birra dell’altro mentre si attende di vedere quello cosa mette in opera è tipico delle grigliate all’americana o degli aperitivi all’inglese in cui il tasso alcolico sale mentre ci si sfida a fare sciocchezze tra adulti mai cresciuti e con una gran vena competitiva.

Viene spesso usato anche nelle competizioni sportive o nelle piccole sfide tri fratelli litigarelli che decidono di fare impazzire i genitori sfidandosi a chi fa il dispetto più colossale.
Infine per parlare della gestualità, avete presente le sfuriate negli sceneggiate in cui colui che vuole picchiare il rivale prima di tutto si toglie anelli e oggetti dalle mani? Ecco, quel gesto è simile a quello di posare la birra.
I’m not everyone’s cup of tea
Non sono la tazza di tè di tutti…
Equivale al nostro “non sono il suo tipo” ma è più specifico perché intende più che altro il non adattarsi ai gusti più comuni.

L’appuntamento non è andato bene perché so bene di non essere esattamente il tipo di tutti, di essere troppo spigolosa, di non accondiscendere e di essere troppo egocentrica.
Non si usa come “rimprovero” verso se stessi, come autocommiserazione ma al contrario serve a valorizzarsi anziché banalizzarsi.
Dato che non sempre, neppure in lingua madre, questo significato positivo era ben chiaro, hanno pensato di allungare il detto con un’altra frase motivazionale: “but I’m someone’s shot of tequila” (o simili), “ma sono la tequila di qualcun altro”.
È meglio ricordarlo sempre che nel mondo c’è l’altra metà della mela che ci aspetta e che, seppur non siamo adeguate a tutti, siamo sicuramente l’anima gemella di qualcuno di molto speciale.

Not my circus not my monkeys
Sapete invece quelli a cui non piacciono gli inciuci e non vogliono sentir parlare di cose accadute a qualcun altro? “Not my circus not my monkeys”, non il mio circo non le mie scimmie. Corrisponde al nostrano “non sono fatti miei e non mi interessa”.

Certo, si usa quando si parla di fatti scomodi in cui non si vuole essere coinvolti.
Figlia: “Sai che mamma non mi ha dato la paghetta questa settimana?”;
Padre: “Abbi pazienza, non mi coinvolgere”.
Ecco. In questo caso il padre avrebbe potuto dire “Not my circus not my monkeys”.
Col tempo è diventata addirittura una frase da t-shirt…

Al contrario invece, se si vuol dire a qualcuno di farsi i fatti propri, si appende un bel quadretto ricamato in casa con scritto “fatti le tue scimmie” o giù di lì.

By the skin of your teeth
Questa è una chicca e ve la regalo perché vi voglio bene!
L’ho scoperta per caso, correndo dietro un autobus.
Ovviamente il bus l’ho perso ma un signore gentilissimo mi ha detto “you missed you by the skin of your teeth”, l’hai perso per la pelle del tuo dente, “per un pelo” diremmo noi.
Ecco, immaginate me di corsa e col fiatone con il carrellino della spesa in una mano e il figlio nell’altra e l’ansia di aver perso il bus in una gelida giornata di inverno. Secondo voi quanto ci ho messo a realizzare che quel signore non voleva parlare della pelle dei miei denti ma voleva solo simpatizzare con me dato che, molto probabilmente, sembravo molto affranta dal fatto di aver perso il bus?’

Fatemi sapere se vi sono piaciuti i modi di dire inglesi e sappiate che qui c’è la seconda puntata!
See you soon curiosoni.
5 Commenti
Interessante!!
Grazie Lisbeth, torna presto a trovarci su Marte! 🙂
Bellissimo articolo! ?
Grazie Monica, Ilaria della Redazione Marziana è sempre preparata su tutte queste curiosità linguistiche!
Wow, “by the skin of your teeth” è davvero una chicca, la prima volta in assoluto che la sento!
Ed è decisamnte più efficace e immediato del “barely” che uso normalmente.
Che dire, non vedo l’ora di avere un taxpayer straniero a tiro che salda il suo F24 per il rotto della cuffia per canzonarlo…come si deve 😀