Chi è comodo a raggiungere la Valle d’Aosta può salvare questo post come piccola guida dei piaceri e delle cose belle: storia, natura spettacolare, cucina stellata, set cinematografici e luoghi da fiaba da vedere e vivere a Courmayeur e dintorni.
Le vacanze degli italiani quest’estate sono iniziate decisamente col mordi e fuggi: gite ogni weekend, weekend lunghi e soggiorni più brevi del solito. Come mai? Per poter scrutare come siano organizzate le strutture e valutare senza troppo impegno se tornare per un periodo più lungo oppure, scelta privilegiata, per sfruttare questa insolita estate visitando più posti diversi possibili. Una volta mare, una volta montagna, o ancora lago, e riparte un nuovo giro ma con mete differenti!
E se allora si ha a disposizione il tempo di un fine settimana, due notti o poco più ecco una selezione delle cose da fare nelle vicinanze di Courmayeur, località turistica strategica della Valle d’Aosta che ha storia e costume d’esser meta ambita soprattutto dai milanesi che la raggiungono facilmente con l’autostrada diretta.

10 cose da vedere, fare e vivere a Courmayeur e dintorni
1) Salire sul ghiacciaio con la Skyway Monte Bianco
Ci sarà senz’altro qualche amico o parente che vi avrà parlato di questo gioiello ingegneristico che dal 2015 consente di raggiungere la quota di 3.466 m in poco più di 6 minuti con le funivie che ruotano lentamente a 360° per consentire una visione completa del viaggio verso le vette.
La scalata in direzione cielo parte dalla stazione della funivia Skyway Monte Bianco di Courmayeur e, dopo il cambio intermedio alla fermata Pavillon a 2.173 m, raggiunge la terrazza circolare a 360° di Punta Helbronner / The Sky dove lo sguardo può perdersi sul massiccio del Bianco, sull’aguzzo Dente del Gigante e su una distesa di Alpi da mozzare il fiato. Qui c’è anche il ristorante Bistrot Panoramic e la Sala dei Cristalli più belli trovati dai cristalliers, i cercatori di questi preziosi minerali appassionati di montagna e di scalate impegnative.
La salita oltre la fermata Pavillon Uno scorcio in vetta

Percorso extra: il passaggio sopra al ghiacciaio
Il percorso può proseguire (con un biglietto a parte) con la Trans Mont Blanc che sorvola il ghiacciaio e oltrepassa il confine francese arrivando fino a Chamonix, per poi tornare a Punta Helbronner.


Quando si deciderà di lasciare lo sguardo nel cielo e si ricomincerà la discesa, sarà bello fermarsi al Pavillon per passeggiare (in estate) in mezzo al giardino botanico che raccoglie più di 900 specie di piante di catene montuose d’alta quota di tutto il mondo. Qui ci sono alcune aree di intrattenimento per i bambini come il laghetto con la zattera e la parete per l’arrampicata e l’esposizione con la storia di Paul Helbronner, ingegnere e alpinista francese che produsse per primo (a mano) un’impressionante descrizione geodetica delle Alpi francesi e del Massiccio del Monte Bianco.
Consiglio a chi soffre di cinetosi (da chi soffre di cinetosi): andate con serenità, l’impianto è tra i più nuovi e più performanti in termini di comfort e rapidità dello spostamento. Pochi minuti di incognita valgono lo scenario incredibile che si vede sul tetto delle Alpi!
Eccomi davanti al Dente del Gigante! Il giardino botanico
2) Un giro ad Aosta
Anche detta la “Roma delle Alpi” perché è una città fortificata fondata nell’epoca dell’imperatore Augusto (25 a.C.) come crocevia di collegamento tra la Pianura Padana e la Gallia. È la città romana meglio conservata del nord Italia e tutti gli appassionati di storia saranno affascinati dalla visione della cinta muraria, del criptoportico forense, della porta pretoria, del teatro romano e dell’Arco di Augusto.
Come “curiosità archeologica” merita una visita anche la Collegiata di Sant’Orso con gli antichi affreschi ottoniani, la torre del campanile, il chiostro romanico e i capitelli medievali del colonnato.
Il centro di Aosta ha ampie vie pedonali dalle quali si diramano vicoli e piccole strade in cui è bello passeggiare con in mano un gelato o un panino ripieno di salsiccia fresca e Fontina (fatevelo fare alla Vineria di Via Sant’Anselmo).
E ricordiamoci che ad Aosta si può bere un caffè laddove il vicequestore Rocco Schiavone entra con le sue Clarks sporche di neve: tappa al Caffè Nazionale di Piazza Chanoux.
Piazza Émile Chanoux La porta pretoria
Il Ratafià menzionato in tanti romanzi Salsiccia fresca e Fontina Valdostana, spettacolare!
Uno scorcio del centro di Aosta Il chiostro della Collegiata di Sant’Orso
3) Il Forte di Bard
Bard è stato luogo di fortificazione difensiva già dal VI secolo e ha attraversato l’epoca romana, la storia dei primi Savoia e il passaggio di Napoleone Bonaparte che, nel maggio del 1800, dopo aver sconfitto un’asserragliamento di 400 austriaci, fece distruggere il Forte. Se oggi ancora lo vediamo è merito della restaurazione di Carlo Felice che lo fece ricostruire qualche decennio dopo, lasciando quindi ai giorni nostri uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento del primo Ottocento.
Gli interni del Forte di Bard ospitano mostre permanenti sulla cultura alpina, musei (delle Alpi, delle Fortificazioni e delle Frontiere) e itinerari storici con documenti e filmati 3D sulla storia e i cambiamenti architettonici della fortezza.
È suggestiva la visita al borgo di Bard – il più piccolo comune della Valle d’Aosta ed eletto tra i borghi più belli d’Italia – che si sviluppa a fianco del Forte con il tipico assetto medievale e case storiche con decorazioni secolari.
Ma se siete alla ricerca della vista più bella del Forte di Bard dovete andare sul ponte (ciclopedonale) che collega Bard a Hône sovrastando la mitica Dora Baltea (che sì, esiste davvero e non solo nei tormentoni scolastici di geografia sugli affluenti del Po!). Si costeggia l’auto in un qualche fortunato approdo e si ammira il Forte di Bard in tutta la sua scenografica maestosità.
Curiosità cinematografica
Gli appassionati di fantasy e dei film degli Avengers sapranno che qui è stato ambientato Age of Ultron. Il Forte di Bard è proprio la sede dell’Hydra nella quale è stata pianificata la distruzione del mondo! Tony Stark, Ultron e il Barone Strucker ne sanno qualcosa…

4) Gli incantevoli scorci dei borghi: da Fontainemore ad Arnad
Gli scorci e i borghi che meritano almeno una visita e una foto sono parecchi ma, avendo i nomi a portata di mano, sarà facile fermarsi se si è di passaggio o considerare di girarli volutamente per un piccolo tour pittoresco e caratteristico. Viste le dimensioni di questi piccoli comuni, le tappe sono senz’altro brevi ma molto suggestive. Prendete nota: Fontainemore, Lillianes, Champdepraz, Arnad, Verrès, Issogne, Pont-Saint-Martin, Montjovet, Perloz, Donnas, Pontboset, Brusson.

5) Il castello di Fénis o quello di Sarre?
Il dubbio amletico che scioglierete in base alle circostanze. In Valle d’Aosta ci sono così tanti castelli e fortificazioni (più di 70!) che, se il tempo è poco, si impone una scelta. I castelli visitabili anche all’interno sono 12 e, tra i più belli nei pressi di Courmayeur, ci sono il castello medievale di Fénis con doppia cinta muraria merlata e il castello settecentesco di Sarre, residenza di caccia del re Vittorio Emanuele II con interni di notevole pregio.
Nel castello di Fénis furono girate le scene in esterna di Fracchia contro Dracula.

@so_chateaux
Castello di Sarre
@alexiscourthoudGli interni del Castello di Sarre
@valledaosta_official
6) Una cena stellata da Paolo Griffa al Petite Royal di Courmayeur
La Valle d’Aosta induce decisamente al mood fiabesco. Ne avete già letto fin qui, tra cristalli e castelli, e desidero proseguire vestendo i panni di una fatina buona (e un po’ in carne, come quelle de La Bella Addormentata nel Bosco!) che ricorda che ogni tanto dobbiamo concederci dei privilegi.
La fine del 2019 ha portato una nuova stella Michelin in Valle d’Aosta: incantesimo? Magia? Senz’altro talento del giovane chef Paolo Griffa che ha innalzato i virtuosismi della sua cucina contemporanea dando lustro al ristorante Petit Royal di Courmayeur.

Vi faccio vedere cos’ho mangiato…
Fiaba e magia non sono iperboli: i menù esperienziali concepiti da Paolo Griffa saziano lo stomaco, sorprendono le papille e appagano la voglia di un’arte tanto sublime quanto estemporanea. Mi è davvero difficile spiegare i sapori – e non voglio nemmeno impegnarmi a farlo perché sarebbe bello che abbiate voglia di provarli voi stessi! – ma vi posso dire che il ricordo più bello che porterò per sempre nella memoria è la sensazione di aver mangiato la Valle d’Aosta: prati, fiori, legno, vita di malga. La cosa più genuina e autentica nella veste più raffinata e tecnicamente complessa che si possa concepire.



(Qui ci sono 7 qualità di patate differenti e si sentiva al palato!)

Non solo cena stellata
Il ristorante Petit Royal, 1 Stella Michelin 2020 e 3 cappelli Guida Espresso 2020, si trova all’interno dello Grand Hotel Royal & Golf di Courmayeur, in cui ho avuto il piacere di trascorrere questo lungo weekend valdostano, che offre anche altri spazi e altre goduriose esperienze da vivere. Si può soggiornare nello storico hotel costruito nel 1854 in cui è stata ospite più volte anche la Regina Margherita di Savoia (ecco perché si chiama Royal!) e il Premio Nobel Giosuè Carducci, rilassarsi nella spa e a bordo piscina con la vista sul complesso montuoso del Bianco e fare colazione nella sala progettata da Gio Ponti che esalta la vista sulle montagne.
Qui si vive il lusso di montagna: il personale si destreggia sapientemente tra professionalità e solerzia con modi cordiali e familiari, cosa non sempre facile da trovare ma molto apprezzata perché è bello sentirsi sempre a proprio agio. (E per gli amici a quattro zampe più coccolati è stato creato uno speciale menù di cinque portate!).
La sala Gio Ponti è il cuore accogliente del Ristorante Grand Royal, altra proposta gastronomica del resort che propone una cucina gourmet con un menù alla carta dal prezzo poco impegnativo.
Volete una nota di colore cinematografico? Proprio nel Grand Hotel Royal & Golf di Courmayeur Fantozzi ha conosciuto la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Ma tutti i dettagli ve li ho raccontati in questo post, in occasione del mio primo entusiastico approdo gastronomico.
La storia di Courmayeur dal 1854 La raccolta delle erbe aromatiche nel giardino botanico dell’hotel
La sala progettata da Gio Ponti incornicia la vista sulle montagne Squisiti ravioli del plin alla coda di manzo
Quale sarà la vista dalla camera? Eccola!
7) L’orrido di Pré-Saint-Didier e le terme
Dalla località a valle di Pré-Saint-Didier o da quella a monte di Plan du Bois partono dei sentieri che conducono, in salita o in discesa, a una passerella panoramica a strapiombo sulla gola dell’orrido. Da qui si ammira tutta la vista sulla catena del Monte Bianco, sulla vallata, sulla grotta della sorgente termale e sulla cascata dell’orrido in cui, racchiusa tra le pareti rocciose, precipita l’acqua della Dora di Verney che proviene dal ghiacciaio del Rutor.
La camminata a partire dalla valle è più suggestiva perché attraversa una parte di bosco con l’antico ponte sul fiume Dora di Verney: il dislivello per raggiungere la passerella panoramica è di soli 160 m.
Ma se poi fingeremo stanchezza e voglia di ritemprare le membra, a valle c’è il celebre stabilimento termale QC Terme Pré-Saint-Didier, tanto fascinoso in inverno, quando ci si può fare un caldo bagno all’aperto circondati dalla neve, quanto verde e lussureggiante nella bella stagione.


@leleberto77

8) Un’escursione (facile) in Val Ferret
Scusate se sono fan del livello facile delle escursioni montane ma, così come non sono ancora diventata milionaria, purtroppo non sono nemmeno diventata una donna sport. Sia ben chiaro che la categorizzazione “facile”, quando è definita da chi in montagna ci è nato e cresciuto e ha cominciato a camminare in salita con le Prime Passi Chicco, solitamente non ci mette al riparo da dislivelli di 600 metri o sentieri impervi da maledizioni iperboliche. MA: non è questo il caso! (O almeno non lo è per la prima parte).
La Val Ferret è un’altra tappa dei dintorni di Courmayeur che va d’accordo con l’individuo di città: si arriva in auto fino ad Arnouva (1769 m) dove c’è un’ampio parcheggio. Poi si inizia a camminare in direzione Rifugio Elena – attenzione che sarà chiuso per tutto il 2020 – per apprezzare la vista sui ghiacciai di Triolet e di Prè de Bar e sulle Grandes Jorasses (sono 250 m di dislivello distribuiti in tutta la camminata che dura circa 40 minuti).
Poi, se proprio si vuol far fatica, si può salire a quota 2537 m sul Col du Grand Ferret laddove le Alpi Graie si separano dalle Pennine e offrono la vista sul Grand Combin svizzero.

@aufgehts
9) Gressoney: il piccolo borgo e il Castel Savoia
Per agevolare gli amanti delle fiabe e/o degli scatti suggestivi con i droni, suggerisco, tra i numerosi castelli e fortezze della Valle d’Aosta, di riservare una tappa a Gressoney-Saint-Jean nella valle del Lys ai piedi del Monte Rosa. Qui, oltre al piccolo borgo con esempi di architettura walser, case e baite coi balconi fioriti che fanno a gara tra loro, c’è un incantevole laghetto verde (lago Gover) e il Castel Savoia.
Gressoney-Saint-Jean La pioggia sul lago Gover
Villa Margherita, la sede del municipio di Gressoney Il centro
Il Castel Savoia fu la residenza estiva della Regina Margherita, grande appassionata di montagna e di alpinismo, che qui venne in villeggiatura dal 1904 al 1925. In puro stile eclettico, ogni decorazione e fregio è perfettamente conservato data la sua recente costruzione. E ai piedi del castello c’è un coloratissimo giardino botanico roccioso che amplifica la suggestione fiabesca!
Per aggiungere un ulteriore riferimento cinematografico, qui è stato ambientato Il peggior Natale della mia vita, film del 2012 di Alessandro Genovesi.
→ Al castello si accede con un biglietto del costo di 5 euro che comprende una visita guidata molto piacevole. Attenzione che nel periodo Covid-19 gli ingressi sono contingentati ad un massimo di 15 persone contemporaneamente, meglio telefonare per avere informazioni.
Se poi avete fame ristorate le papille nei dintorni con un piatto di lardo di Arnad, castagne e miele.

Le decorazioni perfettamente conservate Le vetrate con vista sulla pineta Gli stemmi di Casa Savoia In inverno con la neve
@lightbluefly
10) Un giro a Chamois: l’unico comune italiano senza auto
Qui c’è un po’ più di strada da percorrere (in auto fin dove si può) ma andarci è come vivere uno show dei record: gli abitanti del territorio non arrivano a 100, è il comune più alto della Valle d’Aosta (1.815 m) e uno fra i più alti d’Italia ed è l’unico comune d’Italia sulla terraferma non raggiungibile dalle automobili, ragione per cui gli è valso l’appellativo di Perla delle Alpi.
Lo si raggiunge senza fatica con una funivia che parte da Buisson, frazione di Antey-Saint-André. Oppure i più temerari possono salire una mulattiera con 93 curve strette. Magari poi anche lì agli eroi del giorno servono un bel piatto di lardo e castagne con una forma intera di Fontina Valdostana!
@rosella_junod @insiemeachamois
Difficile resistere al richiamo delle montagne, degli incantevoli scorci della natura, dei suoi colori e profumi, del fascino dei castelli e dell’acquolina del cibo gourmet…

Buon viaggio in Valle d’Aosta!