Mettiamo subito in chiaro una cosa: noi della Redazione Marziana non siamo come quelli che dopo un appuntamento vi dicono che vi chiameranno ma non lo fanno. Non siamo come i flirt estivi che si raffreddano con l’arrivo dell’autunno.
Al mese di agosto vi avevo promesso il secondo articolo della serie dedicata alla moda etica e sostenibile, ma questa volta con assoluto protagonista il mondo del vintage. E la Redazione Marziana mantiene le sue promesse.
Puntuali come il vecchietto con il cappello che guida a 30 km/h quando siete di fretta, eccoci qui con la Guida Marziana per capire come, dove ma soprattutto perché acquistare capi vintage!
Inizio senza indugi, perché si sa che da Il Padrino – Parte seconda abbiamo tutti un sacco di aspettative sui secondi capitoli.

È nato prima il vintage o la gallina?
La vendita di abbigliamento di seconda mano o lo scambio di abiti usati va avanti da tempo immemore: tutti abbiamo avuto il maglione che era stato della sorella, della cugina o dell’amica di famiglia.
Ma quando è nata l’idea del vintage?
Attualmente si considera vintage tutto ciò che è stato prodotto tra gli anni Trenta e gli anni Novanta. Tutto quello che viene prima viene classificato come “d’epoca” mentre tutto quello che viene dopo è semplicemente “di seconda mano”, oppure per dirla come direbbe mia madre “vecchio”.

In molti pensano che questa distinzione sia sempre esistita, ma in realtà il termine vintage è comunemente in uso solo dal 1957 quando una pubblicità di Lord & Taylor usò per la prima volta la parola per promuovere cappotti di procione degli anni ’20.

Tutti i pro di acquistare capi vintage
Acquistare capi vintage potrebbe sembrare complicato, ma deve essere soprattutto divertente. Nei negozietti e nei mercatini si può trovare davvero di tutto, ma a una sola condizione: dovete avere pazienza, frugare, provare e riprovare perché la giacca che vi siete sognate esiste sicuramente, dovete solo trovarla.
Certo, se fossimo nel mondo di Harry Potter basterebbe un “Accio trench di Burberry” ma ahimè, siamo nati babbani.
Ora però mettetevi comode comode perché siamo giunte alla mia parte preferita di questa tipologia articoli: gli elenchi puntati.
1 – Essere sostenibili
L’acquisto di capi usati permette di allungare la vita di quello che stiamo comprando, riducendo l’inquinamento industriale, i rifiuti e gli sprechi, senza considerare che eviteremo di sganciare altri soldi ai grandi marchi del fast fashion che spesso non hanno a cuore né la salute dell’ambiente né la tutela dei loro dipendenti.

2 – La teoria di Sean Connery
Non si può omettere l’aspetto economico: comprare usato costa meno. E ci credo, mi direte voi, stiamo comprando cose USATE appunto. Questo è verissimo, ma provate a pensare ai capi vintage come a Sean Connery, che con l’età è diventato ancora più affascinante. Perché questa regola non dovrebbe valere per una borsa di pelle, un maglione di lana oppure una camicia di seta?

3 – Out of stock
In molti negozi dell’usato è possibile acquistare capi o accessori di brand che non solitamente non potremmo permetterci oppure prodotti fuori produzione. Il vero trucco sta poi nel cercare quelle stoffe e quei tagli che “non sono più come una volta”, come direbbe mia nonna. Pensate alla seta, al velluto, a certi pellami oppure banalmente al denim! Produrre a questi livelli oggi sarebbe troppo costoso quindi non ci rimane che cercare queste chicche nei negozietti vintage!

4 – Più unici che rari
Una delle cose che più amo del vintage è che quando acquistiamo portiamo a casa con noi un piccolo pezzo della storia di qualcuno e lo facciamo diventare nostro: è come una magia. Senza contare che molto probabilmente comprerete qualcosa che nessun altro possiede, cosa che invece non accade con il fast fashion: quanti costumi glitterati avete visto in spiaggia quest’estate? Ecco. Quante gonne plissettate rigide come mummie avete visto negli ultimi anni? Arieccoce.

sustainablesartorial.com
Acquistare capi vintage: dubbi e perplessità
Lo shopping vintage non conosce mezze misure: o lo si ama o lo si odia. Un po’ come la focaccia con il cappuccino per colazione a Genova (provare per credere, mi ringrazierete)!
Negli anni sono due le perplessità che ho incontrato maggiormente parlando con i neofiti del tema: lo schifo e la puzza.

Personalmente ritengo che non ci sia nulla che un bel giro in lavatrice non possa sistemare, ma mi rendo conto che superare la fobia del “OMG questa camicia l’ha portata già qualcun altro” possa essere complicato per qualcuno.
Il mio consiglio è quello di cominciare dagli accessori come borse, occhiali da sole o gioielli, che possono essere meno traumatici e in alcuni casi facilmente disinfettabili.
Il caratteristico odore di chiuso e di muffa di alcuni negozi vintage per certi versi è quasi parte del loro fascino, ma vi garantisco che non tutti sono così, anzi! In ogni caso, questa puzza nauseabonda si elimina facilmente lasciando i capi all’aria fresca e scegliendo un ammorbidente profumato.
Molto peggio l’odore di fritto post ristorante cinese (ma nonostante questo, non si rinuncia mica ai ravioli alla piastra)!

Ma con il Covid?
Ecco la domanda da un milione di dollari del momento.
Per rispondervi ho spulciato il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (mica pizza e fichi), che riporta alcuni consigli molto interessanti tra cui trattare con il vapore i capi d’abbigliamento che acquistiamo (questa funzione tra l’altro è integrata in alcuni ferri da stiro o nelle stiratrici verticali) oppure disinfettare le scarpe di pelle, in particolare le suole, con dell’alcool denaturato o uno spray antibatterico.
Dove acquistare capi vintage: la selezione online e offline
Eccoci arrivate “alla ciccia” dell’articolo. Pronta per voi una selezione di negozi fisici e online dove potrete sfogare la vostra voglia di vintage, sperimentare, provare e perché no, magari trovare qualche piccolo tesoro!
Depop
Chi non conosce Depop probabilmente ha trascorso gli ultimi 5 anni su un’isola deserta o al Polo Sud.
Per chi si fosse perso le ultime puntate, si tratta di un’app ideata da un imprenditore italiano, per vendere e comprare quello che si vuole direttamente dal proprio smartphone: abiti e accessori usati, antiquariato, gioielli, bijoux e oggetti di design. Bisogna solo impostare i filtri sul marchio o il tipo di capo che state cercando e vi si aprirà un mondo!
Quali sono i profili da tenere d’occhio?
Zie pulci (da seguire assolutamente anche su Instagram, ma attenzione: nuoce gravemente al portafogli).
@ziepulci @ziepulci

The General Space (gonne, abiti, maxi borse e anche occhiali da vista e da sole).
The General Space The General Space The General Space

Gunta Stölzl (io la uso soprattutto per pantaloni e blazer).

Gunta Stölzl Gunta Stölzl
L’armadio di Coco (Calle Frezzaria, 1797, Venezia e online )
Gli armadi delle mamme e delle nonne possono essere custodi di grandi tesori vintage che magari vengono prima semplicemente prestati ma che poi, inevitabilmente, finiscono per essere requisiti dalle figlie.
A Venezia questi tesori si possono trovare a pochi passi da Piazza San Marco, nel mondo magico di Federica!
Jeans Levi’s, cappotti anni Cinquanta, borse iconiche in perfette condizioni, ma soprattutto un’atmosfera rilassata e informale che vi farà voglia di restare qui per sempre.
@larmadiodicoco @larmadiodicoco
Ambroeus (via Pastrengo 25, Milano e online)
Selezione imbattibile, prezzi incredibili ma soprattutto una grande cura nella selezione dei capi proposti al pubblico. Una chicca milanese.
Ogni giorno sul loro profilo Instagram presentano vari look per donna e uomo ma attenzione: dovrete essere il dito più veloce del web perché vanno a ruba!

© 2019 Pietro Dipace © 2019 Pietro Dipace
Cavalli e Nastri (Milano e online)
Cavalli e Nastri gioca con il passato, infatti le sue vetrine espongono una selezione unica di abbigliamento e accessori vintage dal 1920 al 1990: dalle camicette di Pucci degli anni ’80 all’iconico tailleur Chanel.
Nasce negli anni Novanta in Porta Ticinese, da un progetto di Claudia Jesi pioniera del vintage fin dagli anni Settanta.
Lo storico negozio ha chiuso ma in compenso ne sono nati altri tre: uno in Brera (Via Brera, 2) e due in Via Gian Giacomo Mora, ai civici 3 e 12.
Claudia ha descritto così i tre negozi: “Brera è un vestito da sera anni ’70. Mora ha un’anima anni ’30, meta per i cultori della materia che hanno licenza di fare ricerca nel nostro archivio di pizzi e bottoni. E l’ultimo nato, sempre in via Gian Giacomo Mora, è dedicato all’uomo e all’arredamento”.

Cavalli e Nastri Cavalli e Nastri
Madame Pauline (Foro Buonaparte, 74, 20121, Milano e online)
Nasce con l’intento di creare una boutique alla vecchia maniera, uno spazio per appassionati di moda e semplici curiosi, affezionati del vintage e compratori seriali di pezzi unici.
L’unico limite a questo viaggio tra diverse epoche della moda è la fantasia: perché non sdrammatizzare un tubino con un paio di sneakers o non lanciarci con coloratissime camicette e cappotti oversize?
Da non perdere la selezione di bijoux e gioielli vintage.
Madame Pauline Vintage Madame Pauline Vintage

1920 (Milano)
Ve la ricordate quella Miss Italia che disse: “Avrei voluto nascere nel 1942”? Ecco, io ribatto così: “Avrei voluto sposarmi nel 1930”. Forse forse però, grazie a 1920, il mio sogno potrebbe diventare realtà!
Questo atelier nasce da un’idea di Stefania Gentile e dalla storia dolcissima di nonna Grazia, nata appunto nel 1920. La loro collezione da sogno di abiti da sposa e da sera originali d’epoca (dai primi del secolo scorso fino agli anni Cinquanta) è un viaggio meraviglioso fatto di tessuti morbidi, dettagli e linee sinuose. La linea Replica invece, è una linea di abiti tailor made che si basano su modelli degli stessi anni.

Abito scivolato in crêpe marocain tagliato in sbieco su replica di un modello del 1934 con scollo a scialle e dietro drappeggiato.

Abito originale anni ’30 in seta rosa cipria tagliato in sbieco, con maniche a mantellina decorate con punto smerlo ricamato a mano e scollo con pizzo rebrodè.
Magazzini di Anita (Palermo)
Oggetti, borse, vestiti, gioielli e accessori vintage popolano le grandi vetrine che danno sulla centralissima via Maqueda, invitandovi a un vero e proprio viaggio nel tempo, a quando era ancora possibile rovistare in una soffitta e trovare un tesoro dimenticato. È il regno del caos armonico: i vestiti sono disposti accanto a lampade d’epoca, porcellane e scarpe che sono tutte originali e non usate, scovate in depositi o in magazzini, spesso anche di grandi marche.
L’importante è entrare senza guardare l’orologio.

Questi sono i miei preferiti, ma noi ormai siamo amiche vero? E le vere amiche si danno sempre consigli su dove fare shopping! Quindi dateci sotto con i commenti, in modo da creare un vera e propria rete di shopping tutto marziano, così acquistare capi vintage sarà ancora più bello!

sustainablesartorial.com
Vi siete perse il primo capitolo sulla moda sostenibile? Eccolo qui!
5 Commenti
Ciao,
in materia di “second hand” di qualità e vintage “perfetto” ti segnalo alla Spezia Used-a second life. Ambiente piacevolissimo e un sacco di cose carine!
Un abbraccio
Camilla
ps adoro il tuo sito!
Grazie Camilla! Ora mi hai fatto venire voglia di andare in Liguria!!! 😀
Con vergogna ammetto che non conoscevo depop, ma corro a rimediare!
Non ci posso credere Monica!!!
Grazie Monica, cerco di scovare sempre delle piccole chicche marziane per noi terrestri addicted dello shopping! 😀