Che i reali siano icone di stile capaci di influenzare la moda per parecchi decenni ve lo ha ben illustrato la nostra royal redattrice marziana Ilaria. E inoltre chi può incoraggiarvi ad avere qualche capo d’abbigliamento ironico se non Vita su Marte?
Qualcuno lo metterebbe nel cassonetto dei maglioni brutti ma il maglione con le pecore di Lady D è proprio uno di quei pezzi che, lontano dagli sfarzi delle cerimonie ufficiali e dai milioni di sterline dei gioielli reali, è entrato nella memoria storica della moda.

Lady Diana Spencer lo indossò per la prima volta negli anni ’80 durante una partita del suo fidanzato principe Carlo al Windsor Polo: un maglione rosso pieno di pecore bianche e con una pecora nera. Moda e pastorizia, insomma. Storia vera della maggior parte delle greggi e perfetta metafora delle future vicissitudini reali.

Il maglione rosso con le pecore: dalle origini ai giorni nostri
Il maglione fu ideato da Joanna Osborn e Sally Muir, due giovani ventenni che iniziarono con i mercati al Covent Garden di Londra e poi fondarono il marchio Warm & Wonderful Knitwear. La loro etichetta ebbe un grande successo grazie a estimatori di fama internazionale come David Bowie, Andy Warhol e per l’appunto Lady D che, dopo aver indossato pubblicamente il fatidico maglione, impennò le loro vendite tanto che il postino ritirava le loro spedizioni in sacchi giganti.


Nel 2020 ritorna la versione fedele alla storia
La Warm & Wonderful Knitwear smise di produrre nel 1994 e possiamo immaginare che, negli anni, il maglione pecoreccio sia stato riprodotto in numerose varianti e “brutte copie”. Ma per quello odierno c’è il vero spirito autentico dell’epoca.
Jack Carlson, fondatore e direttore creativo della Rowing Blazer, linea di abbigliamento ispirata al vintage, è sempre stato molto appassionato delle maglie spiritose della principessa Diana. È dunque risalito alle origini del fatidico maglione contattando le fondatrici della Warm & Wonderful Knitwear che oggi lavorano nel campo dell’arte, così Carlson ha potuto conoscere il design autentico e produrre la versione 2020 fedele alla storia e basata sull’originale del 1979.

Photo by Georges De Keerle via Getty Images – Diana, Princess of Wales (1961 – 1997) with Sarah Ferguson at the Guard’s Polo Club, Windsor, June 1983. The Princess is wearing a jumper with a sheep motif from the London shop, Warm And Wonderful.

Pecore virali che hanno già fatto due giri di sold-out
Il titolo del post comprendeva un triste MA che, ahinoi desiderosi di indossare il maglione della pastorizia, ritroviamo nel prezzo non così agreste e rurale: 424 lacrime di euro che si convertiranno presto in suppliche alla nonna che sa sferruzzare: me lo fai ugualeeeee?
Chi vuole l’autentico sappia che ne hanno già venduti 3 lotti ma al momento continuano ad accettare prenotazioni in pre-ordine. Ciascun maglione è disponibile sia per donna che per uomo dalla taglia XS alla XXXL, richiede 6 ore di realizzazione e le richieste sono talmente tante che gli ordini di adesso verranno evasi tra gennaio e febbraio 2021 e quindi chi primo arriva primo se lo accatta.









Tutto molto preppy style…


↑ Un altro maglione della principessa Diana riproposto da Rowing Blazer e un negozio very preppy style ↓


Il ripasso si fa doveroso! In questo altro post marziano ci sono tutte le sacre scritture sul preppy style, non perderti l’informazione suprema!
8 Commenti
Ciao, due cose..la prima: mi viene in mente un marchio italiano dove c’era sempre una pecora nera….Jhonny Lambs, traduzione di Gianni Agnelli, che riportava un etichetta con su scritto:” di Agnelli ce n’è uno, tutti gl’altri son nessuno…”.
la seconda, che il marchio da te citato ha un logo con una (povera ) pecora con la pratica del mulesing, ossia togliere un pezzo di carne dalla parte anale per evitare che la lana si sporchi. ci sono aziende italiane e inglesi che dicono NO alla pratica del mulesing. so che il tema era un altro…perdonate questo divagare.
Paola ma tanto è fantastica la prima chicca che hai scritto che non conoscevo (geniale Johnny Lambs!) tanto è tristissima la pratica del mulesing: mi domandavo come mai avessero disegnato la pecora così… mi auguro che trattandosi della ripresa grafica dell’etichetta vintage la pratica non sia più in auge nelle nuove produzioni. Vedo il filo di lana che scende dalla pecora, poteva essere una trovata (la lana della pecora che diventa filato dal fondo) ma effettivamente il suo disegno richiama subito il mulesing e quindi avrebbero dovuto trovare un’altra idea! 🙁
Purtroppo è una pratica ancora usata ma ci sono ditte produttrici di bei tessuti di lana che certificano che le loro pecore vengono esentate da questa crudeltà.
La storia di Jhonny Lambs mi piace moltissimo….per quello mi è venuta in mente…
Per altre “chicche” mi riservo di aggiungere in altri post…con una multigenerazione di sarte, modiste e stiliste sono automaticamente influenzata….?
Wow Paola allora conosci un po’ di “dietro le quinte” utili! Leggerò sempre con piacere i tuoi commenti, grazie 🙂
Ero quasi convinta, fino al prezzo ? Sul link che hai lasciato comunque, le lacrime di euro sono ‘solo’ 315 ??
Lo vedo a 430 adesso! Vuoi dire che oscilla in base all’andamento delle valute? In ogni caso a quel prezzo… mi sa che investo in una pecora vera! 😀
Attendiamo con pazienza che lo rifaccia Mamma Zara!
E ci accontenteremo del 30% lana! 😀