Il dilemma è sempre lo stesso, e si ripete ogni mattina: per quanto tempo bisogna inzuppare i biscotti nel caffelatte? C’è chi sostiene che bastino due secondi, e non un decimo di più, per evitare che il biscotto si disfi e conservi invece una certa consistenza (e io faccio parte di questa fazione). Per altri invece l’optimum si ottiene quando una quantità indefinita i biscotti si deposita sul fondo della tazza creando un sostrato da pescare col cucchiaio… voi da che parte state? In ogni caso i biscotti, integri o meno, devono essere di ottima qualità, ed è per questo che oggi voglio raccontarvi la storia dei biscotti Gentilini, lo storico marchio romano che da centotrent’anni sforna prelibatezze da inzuppare per quanto tempo volete.

Per capirne un po’ di più di questo mondo incantato, orgoglio italiano e della nostra Roma Capitale, e che mi immagino un po’ come la cucina di nonna Papera in cui le ricette passano da padre in figlio da generazioni, ho fatto qualche domanda a Francesca Germanò, la responsabile marketing dell’azienda. Chi meglio di lei può raccontarci la storia dei biscotti Gentilini, dalla prima bottega aperta in città fino ad oggi?
I biscotti Gentilini: una storia lunga 130 anni
Biscotti Gentilini appartiene da 130 anni alla stessa famiglia; come è stato possibile conciliare una domanda sempre più ampia e una dimensione comunque familiare e artigianale?
“Tutto ha inizio nel 1890 quando Pietro Gentilini, dopo aver lavorato come garzone tra Toscana ed Emilia Romagna e dopo un’importante esperienza in vari Paesi dell’America Latina, approda a Roma e apre il suo primo forno, situato in uno dei quartieri simbolo della città, l’Esquilino”.

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Qui si produce una gran quantità di biscotti che ben presto diventano una presenza fissa in molte delle dispense romane. Non ci credete? Andate a cercare nelle vostre cantine, nelle soffitte, negli sgabuzzini, nelle case dei genitori e dei nonni: quasi certamente troverete una scatola di latta conservata gelosamente (di solito contiene il nécessaire per il cucito, ritagli di ricette o qualsiasi altro inestimabile tesoro casalingo), con impresso sopra l’inconfondibile marchio del treno Gentilini. Oppure aguzzate la vista la prossima volta che visitate un mercatino vintage: là ci sarà sempre la scatola perfetta per dare quel tocco retrò alla vostra cucina.
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Il profumo di biscotti sulla Tiburtina
Trascorrono gli anni e l’azienda – passata da Pietro al figlio Ettore, il più piccolo di otto fratelli – cresce nonostante le difficoltà degli anni della guerra, trasferendosi in uno stabilimento più grande (dal 1958 è ancora lo stesso, sulla via Tiburtina: chi ha l’olfatto fine racconta di sentire il profumo di biscotti appena sfornati passando da qui) e vedendo passare i dipendenti da 15 a 40 negli anni del Dopoguerra, mentre si arriva a quasi 140 persone negli anni Settanta. La storia dei biscotti Gentilini va avanti…
Osvego… o Novellini?
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Insomma i biscotti a Roma sono solo Gentilini…
… e perciò Gentilini può esistere solo a Roma!
Per questa ragione molti caddero in preda al più genuino sconforto quando nel 2016 sulla pagina Facebook dell’azienda comparve questo messaggio: “Dopo 126 anni di onorato servizio la famiglia Gentilini ha deciso di dare un respiro internazionale all’azienda… See you in the USA!”. Pochi, nella concitazione, si accorsero che l’annuncio era stato pubblicato esattamente il 1° aprile, e che per fortuna era tutto uno scherzo! Ma torniamo seri…

“Da bottega con forno” continua Francesca “la Biscotti Gentilini è oggi un’affermata azienda nel mercato dei biscotti e delle fette biscottate. È guidata da tre generazioni dalla famiglia Gentilini con la stessa passione, gli stessi valori e una missione: offrire soltanto prodotti di eccellenza. Sono proprio questi valori, la manualità, la conoscenza, l’esperienza, il tempo e la ricerca che ci hanno permesso di conciliare una domanda sempre più ampia e una dimensione comunque familiare e artigianale.
Curiamo con grande attenzione la realizzazione dei nostri biscotti e fette biscottate attraverso l’utilizzo di ricette antiche e pregiate, la selezione di materie prime eccellenti, la perfetta armonia tra dosaggi e lavorazione, il rispetto dei lenti tempi di lavorazione, il tutto garantito da minuziosi controlli lungo l’intera filiera produttiva. È questa l’arte di difendere la virtuosa coesistenza tra processi industriali all’avanguardia e l’artigianalità”.

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Dai biscotti storici alle nuove ricette
I classici Osvego, i Vittorio al profumo di limone, le Margherite e i deliziosi Brasil al cacao (per non parlare dei Novellini e delle fette biscottate che sono ottime anche mangiate così come escono dalla confezione, senza necessità di aggiungere nulla) sono i prodotti di punta del marchio, quelli che hanno fatto la storia dei biscotti Gentilini, preparati con pochi ingredienti e ricette semplici.
Periodicamente compaiono però sugli scaffali anche nuovi biscotti e prelibatezze assortite, come la crema spalmabile al latte e miele, che già al nominarla manda in sollucchero le mie papille gustative, e allora chiedo: come nascono i biscotti Gentilini, sia quelli storici che le nuove ricette? Quanto conta l’attenzione alle materie prime?

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Pochi ingredienti e di alta qualità
“Per i biscotti storici seguiamo le nostre ricette antiche, patrimonio prezioso per la nostra azienda. Le nuove ricette sono frutto di un attento studio, sia del mercato, per riuscire a comprendere al meglio le esigenze dei consumatori, sia delle materie prime e delle tecniche di lavorazione. L’attenzione agli ingredienti ha ruolo fondamentale ed è per questo che selezioniamo soltanto le materie prime di più alta qualità.
Abbiamo deciso di utilizzare nei nostri prodotti farina di grano tenero tipo 0 e farina di farro esclusivamente italiane, e anche il latte fresco e la panna provengono da allevamenti tutti italiani e certificati.
Le uova provengono esclusivamente da galline ovaiole allevate a terra in Italia e sono soltanto di categoria A, che garantisce l’assenza di impurità e una superiore qualità, mentre il miele utilizzato viene estratto e lavorato da mani esperte e proviene unicamente da fioriture spontanee”.

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E mentre io inzuppo i miei Osvego nel caffellatte, ci racconta anche qual è l’obiettivo di Gentilini per il futuro?
“La nostra strategia rimarrà salda ai valori fino ad oggi condivisi, ossia diffondere e difendere la cultura della qualità in tutti i suoi aspetti. Questo significa una continua ricerca di miglioramento, la ricerca di prodotti gustosi, nutrienti e dai sapori autentici, proseguendo nell’utilizzo di ingredienti preziosi e unici”.

E sposare tradizione e innovazione funziona sempre, visto che Biscotti Gentilini può vantare un fatturato pari a trenta milioni di euro – le cifre sono del 2019 – e settemila biscotti e fette biscottate sfornate ogni minuto… la domanda ora è: quanti biscotti noi siamo capaci di mangiare ogni minuto?