“Ci resta il cuore attaccato agli abiti”.
Sta nelle parole di Micol il segreto del successo dell’atelier Sorelle Fontana, i cui abiti hanno fatto la storia della moda italiana, e non solo: sì, perché le loro creazioni sono state amatissime anche negli Stati Uniti, dove first ladies e dive del cinema hanno fatto follie pur di indossare un loro abito. E come dar loro torto? Scopriamo allora insieme la storia dell’atelier Sorelle Fontana e i loro modelli più iconici.
La storia dell’atelier Sorelle Fontana: da Traversetolo agli States
Per scoprire la storia delle sorelle Fontana dobbiamo partire da molto lontano: tra il 1911 e il 1915 nascono infatti a Traversetolo, un paesino dalle parti di Parma, Zoe, Micol e Giovanna.
Il loro destino era già segnato: la mamma Amabile era infatti una sarta e aveva un piccolo laboratorio nel quale immaginiamo le piccole di casa mettere le mani su aghi, rocchetti e bottoni. Sta di fatto che tutte e tre, finiti gli studi, cominciarono a lavorare in sartoria.

Fu Zoe, la più grande, la prima ad arrivare a Roma: erano gli anni Trenta, e lei comincia a lavorare in una delle sartorie più note all’epoca, la Zecca, raggiunta presto dalle due sorelle. Qui, in breve (e nonostante la guerra) Zoe, Micol e Giovanna aprono un piccolo laboratorio dalle parti di via Veneto, cominciando a confezionare abiti per la ricca borghesia romana.
Atelier Sorelle Fontana: il boom nel dopoguerra
Ma è al termine della seconda guerra mondiale che l’atelier Sorelle Fontana raggiunge finalmente il successo, fatto di un sapiente mix tra qualità dei modelli e public relation. Intuito il potere della pubblicità, l’atelier veste le donne più in vista della vita mondana della Roma di quegli anni, e in tutti i salotti si comincia a fare il nome delle Fontana. Insomma, influencer prima di Instagram.

Il boom vero e proprio arriva però quando Linda Christian sceglie le sorelle Fontana per cucire il suo abito da sposa. Le foto delle sue nozze (celebrate a Roma nel 1949) col divo del cinema Tyrone Power arrivano negli States e consacrano l’atelier anche oltreoceano. Fateci caso: nelle foto e nei filmati dell’epoca c’è sempre Micol accanto alla sposa, là per controllare che nessuno calpestasse il suo preziosissimo velo.
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La storia dell’atelier Sorelle Fontana: la Hollywood sul Tevere
Da allora, vestire un abito Sorelle Fontana diventa il sogno di tutte: la figlia del presidente Truman si fa realizzare un abito da sposa utilizzando un antico pizzo del Settecento veneziano acquistato per l’occasione e dopo di lei le dive, attrici e starlette di Hollywood – da Liz Taylor a Audrey Hepburn, passando per Kim Novak, Grace Kelly e Anita Ekberg – vorranno solo le sorelle Fontana.

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Addirittura la bellissima Ava Gardner farà apporre nei suoi contratti la clausola secondo la quale i suoi abiti dovevano essere solo quelli delle Sorelle Fontana.

@anothermag.com
È per lei che l’atelier crea abiti straordinariamente eleganti, ma anche chiacchierati: per realizzare il cosiddetto “pretino”, ispirato all’abito talare, l’atelier Sorelle Fontana deve addirittura chiedere autorizzazione al Vaticano… e in effetti, un prete così sexy non si era mai visto prima.
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Atelier Fontana: abiti da sogno e piedi ben piantati per terra

La forza delle Sorelle Fontana sta nell’aver coniugato alla perfezione l’aspetto creativo del lavoro con quello imprenditoriale, diventando così una delle firme più apprezzate e solide del made in Italy. Accanto all’alta moda nasce infatti negli anni Sessanta anche una produzione prét-à porter, che abbassa i costi degli abiti (ma non l’attenzione con la quale vengono realizzati) e permette ad un pubblico molto più ampio di vestire Sorelle Fontana.
I loro abiti, dalla linea semplice ma mai banali, la ricerca dei tessuti, i bustini stretti e le gonne ampie (e mai sopra al ginocchio!) sono ancora oggi segno distintivo di una delle maison che ha fatto la storia della moda italiana.

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Se volete vivere questi preziosi momenti di storia cercate Sorelle Fontana su RaiPlay e troverete più di un documentario sulla loro attività di successo.
Se invece vi trovate a Roma, previo appuntamento (e in tempi di sicurezza per la salute pubblica), è visitabile la fondazione Micol Fontana che conserva un’ampia collezione di abiti d’epoca dell’alta moda italiana e diffonde il patrimonio storico, artistico e culturale delle talentuose sorelle.
La storia delle grandi firme della moda vi appassiona? Che ne dite allora di scoprire qualcosa in più su Kenzo?
2 Commenti
Mia madre ha lavorato per loro da un paesino della provincia di Cremona nel lontano 1960.
Abiti rifiniti a mano.
Ancora oggi me ne parla con enfasi.
Wow Milena, chissà che ricordi splendidi. Fatteli raccontare tutti!!!