Ha destato la curiosità di intere generazioni: Bridgerton, la serie TV evento in costume che non lascia spazio all’immaginazione.
Quali sono le critiche meno costruttive?
“È tutto già visto”, ho sentito esclamare.
“Una minestra riscaldata”, ha detto qualcuno.
“Visto e rivisto: costumi, ambientazione e tutto il resto”, “Non c’è la minima credibilità storica”, secondo qualcun altro.
Queste le recensioni più diffuse.
Eppure, non ho ancora sentito qualcuno che, dopo il play, l’abbia interrotta o lasciata a metà. Se la sono bevuta tutti, tutta di un sorso, come se fosse (e difatti lo è) il fenomeno del momento.
Attenzione! Se non hai ancora visto tutta la prima stagione della serie TV Bridgerton questo post può contenere delle curiosità e qualche dettaglio spoiler.
Il fenomeno del momento
Ecco cos’è Bridgerton secondo l’opinione di me medesima e modesta recensitrice.
Una serie TV, che sia scontata o irriverente, originale o noiosa, sconvolgente o banale, riesce ad essere un caso mediatico se tutti ne parlano.
Bridgerton c’è riuscita, diventando il fenomeno del momento.

Il genio di Shonda Rhimes colpisce ancora e, per quanto la serie sembri essere un revival di Orgoglio e pregiudizio, narrato dalla Gossip Girl dell’Ottocento britannico Lady Whistledown, tiene incollati allo schermo 63 milioni di abbonati alla piattaforma Netflix.

La voce narrante e le curiosità sui personaggi principali della prima stagione di Bridgerton
Colei che narra tutto è…
La prima stagione della serie TV Bridgerton, frutto del milionario contratto di esclusiva tra Shondaland (la casa di produzione di Shonda Rhimes) e Netflix che prevede otto nuove produzioni originali, affida il compito della narrazione alla leggenda britannica Julie Andrews.
La Gossip Girl ottocentesca è l’amatissima tata che ogni bambino vorrebbe: la voce della dama che si nasconde dietro i bigliettini scandalistici alla cui fonte si abbevera l’alta società è il Premio Oscar per Mary Poppins.


Il protagonista
Bello e dannato, ammaliante, affascinante, che buca lo schermo, invitante, ammiccante, sensuale, appariscente, carnale, libidinoso, provocante, erotico, passionale… e quel sorriso, quelle sopracciglia, quegli addominali, i glutei, gli sguardi, le mani…!
Regé-Jean Page, il Duca Simon di Hastings, è poco inquadrabile in una definizione univoca e mirata. Per lui c’è bisogno di un elenco di aggettivi e neppure in quel caso lo si descrive nel modo giusto.
Un po’ di suspense… scorrendo il post troverete le foto e le gioie.
La protagonista
La protagonista femminile è Phoebe Dynevor (la stessa di Younger, Dickensian, Snatch) che interpreta Daphne Bridgerton, una giovane e a prima vista svampita in attesa di marito che poi si rivela essere intraprendente e sicura di sé. Dichiara a proposito della sua passione per Simon duca di Hastings: “Simon è l’antitesi di tutto ciò che Daphne apprezza […] Simon si ribella a questo, il che consente a Daphne di essere completamente se stessa e di abbassare la guardia quando è con lui, il che consente una connessione reale tra i due.”

Il visconte tutto d’un pezzo
Jonathan Bailey è Anthony Bridgerton, il nobile inglese, fratello maggiore dei Bridgerton e capo famiglia.
Il secondo gnocco della serie (perché il duca Simon è il primo senza rivali) che si dimena (senza raccapezzarsi) tra la ricerca della moglie perfetta per il suo ruolo di visconte e l’amore dannato che prova per la cantante dell’opera. La seconda stagione sarà basata sulla sua storia, così come conferma anche Netflix.



Eloise, la donna più moderna della serie
Conosciuta dal pubblico per aver recitato in Doctor Who, Claudia Jessie è Eloise Bridgerton, intelligente, sfrontata e ribelle tanto da sembrare, sulle prime note, la scrittrice misteriosa che svela i fatti dell’alta società.
Crede di essere destinata a qualcosa di molto più grande che diventare una moglie, finisce per diventate un’investigatrice privata sulle tracce della gossippara.

Ma la vera Gossip Girl è…
Penelope Featherington, la vera gossippara, ragazza molto intelligente e di buon cuore che non ama stare al centro della scena è interpretata da Nicola Coughlan. Il modo in cui sfugge alle attenzioni le permette di origliare le conversazioni più nascoste e di riempire il taccuino da cui poi ricava i suoi articoli di cronaca mondana da pubblicare sotto falso nome.

Bridgerton è prima di tutto un libro
Prima di essere trasformata dalla produttrice americana in uno spettacolo televisivo (saranno in totale circa 600 episodi di Serie TV tradotti in più di 60 lingue!), Bridgerton è una collana di libri in stile Harmony scritti da Julia Quinn nel 2000.

Dopo vent’anni dall’uscita dei libri, la casa di produzione Shondaland ha affidato la regia a Chris Van Dusen (già testato con Grey’s Anatomy e Scandal) che riesce a distruggere parecchie “sicurezze storiche” pur di ritrarre una società uniforme con attori bianchi e neri che si alternano sullo schermo.

Il regista dichiara di avere l’obiettivo di rendere la tv “il più simile possibile alla vita normale” e con questa serie comincia a mettere le cose in chiaro: il cast è di proposito multietnico e variegato, nonostante storicamente sia inimmaginabile considerare una Regina e un Duca col la pelle di Ebano.
Cosa c’è che non va nel Duca?
Ehm… direi proprio nulla. Ha attirato gli occhi di milioni di donne anche se non è l’unico gnocco della serie.

Regé-Jean Page (Simon, il Duca di Hastings), è stato il protagonista assoluto della prima stagione tratta dal volume The Duke and I (Il Duca ed io).
L’attore, che aveva già lavorato con Shonda Rhimes per la Serie TV For the people, ha dichiarato ai fan che per questa serie si è sviluppato un fenomeno per il quale tutti, dagli addetti alla reception fino alla security, hanno comprato il libro e ne hanno chiacchierato in ogni angolo del set per tutto il tempo della produzione.


Lo abbiamo anche visto in una scena di Harry Potter e probabilmente lo vedremo nei panni dell’agente 007; ma questa rimane solo un’indiscrezione non confermata.
Perche Bridgerton desta tanta curiosità?
La chiave del successo è probabilmente la modernità tanto criticata.
Il fatto che gli spettatori possano riconoscere i loro drammi di cuore in quelli dei personaggi fa si che l’immedesimazione sia immediata, nonostante i tempi siano cambiati moltissimo.

Il duca innamorato che cede ai suoi princìpi e la ragazza ostinata e pronta a tutto pur di ottenere quel manzo matrimonio tanto ambito, sono personaggi che nell’Ottocento reale avrebbero represso sentimenti e desideri.
In Bridgerton Shonda li mostra impunemente cambiando, probabilmente (visto il successo), il modo in cui i racconti in costume verranno realizzati da oggi in poi.
La regina nera che fa storcere il naso

La Regina Charlotte, interpretata dell’attrice Golda Rosheuvel, è un personaggio creato ad hoc per la serie.
Nonostante non sia stata partorita dall’autrice dei romanzi, quest’ultima ha deciso di mandare una lettera da fan per darle tutto il suo supporto in un momento delicato in cui le solo piovute addosso infinite critiche solo per il fatto che fosse nera.

Eppure alcuni studiosi ritengono che Queen Charlotte, la moglie di re Giorgio III, sia stata la prima regina di origini miste della storia (discendente diretta di un ramo nero della famiglia reale portoghese tramite Margarita de Castro y Sousa).
Questo personaggio permette al regista di mettere in scena una rilettura in chiave pop e contemporanea dell’ultima fase dell’epoca georgiana.

I colori sgargianti degli abiti, la società multietnica in cui non ci sono differenze razziali e la colonna sonora che comprende canzoni di Ariana Grande e Maroon 5, Billie Eilish e Taylor Swift con arrangiamenti orchestrali, sottolineano la volontà di svecchiare il dramma in costume, rendendolo interessante anche per il pubblico più giovane.

Tra le curiosità su Bridgerton c’è senz’altro il numero dei costumi: 7.500 pezzi di arte
I costumi, realizzati su ispirazione dei bozzetti originali dell’Ottocento ma con tecniche e colori più vicini alla nostra epoca per farli aderire alla modernità che la serie punta a far trapelare, sono l’opera maestra di una costumista su cui Shonda ha puntato tutto, conoscendone già i precedenti e altisonanti lavori.

L’artista è la newyorkese Ellen Mirojnick, che ha firmato gioiellini cinematografici indossati nel film musical The Greatest Showman e per il film Disney Maleficent. Per la serie TV Bridgerton ha realizzato 7.500 costumi diversi!

Ellen dichiara: “Per noi la cosa importante era capire cosa una ragazza moderna indosserebbe oggi e portare quel gusto all’era Regency. […] Non c’è nulla di pre-confezionato in questa serie e noi stessi abbiamo creato una casa di moda al servizio dello show, in cui ogni singolo abito è stato pensato per quello specifico personaggio”.
La curiosità più stuzzicante di Bridgerton? È il cucchiaino del Duca
Simon, il duca che fa boxe per mostrare i muscoli, che lancia occhiate fecondatrici mentre cammina per i giardini e che passa nudo la maggior parte del tempo sul set, ha deciso di rendere sexy anche una semplice scena in cui avrebbe solo dovuto bere del tè.

L’ora del tè diventa l’ora dei preliminari.
La bevanda calda diventa bollente e il cucchiaino con cui attinge un dolce alla crema diventa un oggetto in cui ogni donna si sarebbe volentieri trasformata all’istante.
Non mi credete? Guardate il video.
Certo, nessuno si aspettava che la scena divenisse virale e che il cucchiaino diventasse una “personalità” di spicco della serie, tanto da aver provocato la nascita di una pagina Instagram da quasi ventimila followers @thedukesspoon!
I meme su Bridgerton e le immagini più divertenti
Twitter, dal momento dell’uscita della serie, ha dato il meglio di sé. Gli utenti si sono scatenati pubblicando una serie di meme che rimarranno nella storia.

Al principio del 2020 Netflix pubblicò un documentario su un assassino allevatore di tigri e nel 2021 ha rilasciato la serie più sexy dell’ultimo decennio. Ecco, questa cosa non è passata inosservata. Speriamo sia anche di buon augurio.

I meme su Bridgerton sono diventati così virali da aver attirato nella rete anche i social della piattaforma Netflix che, stando al gioco, ha cominciato a produrne anche di propri.

La modernità è tutta qui: ciò che nell’Ottocento si taceva, nella serie viene ripetuto all’inverosimile. Ogni 20 minuti circa c’è una scena di sesso.

Ovviamente si scherza anche sui matrimoni all’epoca del Covid e sul fatto che al matrimonio dei due protagonisti ci fossero poche persone.
Mi domando ancora il perché di questa scelta.

Il set per le scene degli interni… nel segno del riciclo (creativo)
La serie, che è stata girata tra Londra e Bath, vanta delle riprese di interni in luoghi già battuti dalla serie The Crown.
Le due infatti, sono state parzialmente girate alla Somerley House di Ringwood, disponibile per matrimoni, riprese cinematografiche, eventi aziendali e privati.

@thecrownfans
Se ogni storia ha una morale…
Il regista dichiara: “La morale della storia? Trova qualcuno che ti tocchi nel profondo, nel modo in cui Simon tocca Daphne. (O il modo in cui lecca il cucchiaio, se è per questo …)”. Ci scherza anche lui, come tutti d’altronde.

E accade così che una semplice serie tra un pettegolezzo e un merletto è riuscita a puntare i riflettori su un dibattito attualissimo e globale: è giusto ampliare i cast così da dare l’opportunità anche alle minoranze etniche di essere rappresentate?

Si chiama color-blind casting ed è la scelta di portare sullo schermo attori di etnie diverse, nel massimo rispetto del valore della diversità e a costo di penalizzare la verosimiglianza in nome dell’inclusività.

L’ha fatto Shonda e probabilmente lo faranno in tanti altri dopo di lei, se solo i puristi smettessero di fare polemiche e accettassero il fatto che “fare l’attore” vuol dire “interpretare” e non “fotocopiare” la realtà.
6 Commenti
Al matrimonio sono presenti solo i familiari stretti perchè è stato organizzato in fretta e furia, con lo scopo di prevenire le chiacchiere sul giretto in giardino di Simon e Daphne. In ogni caso, date le circostanze meglio sbrigarsi prima che il Duca cambiasse idea!
Ah che bello Raffaella, anche tu sei super addicted di questa serie!
Che grande scoperta il tuo blog marziano! Io poi rientro perfettamente nel pubblico che ha cominciato schifando bridgerton, “la solita americanata! Altro che Downton Abbey!!!” E ora che si stanno avvicinando le ultime puntate soffro!!! È un meraviglioso “sciacquacervello” a fine giornata!
Pucci
Eheh Pucci, allora è proprio vero che crea dipendenza! 😀 Benvenuta su Marte!!!
Mi è piaciuto tanto e trovo giusto e originale la regina di colore il duca ed altri…storia avvincente ,brillante e scorre così bene che nn finirei mai di guardate..mi auguro facciano altre 1000 puntate
Ah sì, dalle indiscrezioni, mi sa che sarai accontentata sulle numerose puntate che ci aspettano!