Esiste qualcosa al mondo come la pizza? Rispondiamo insieme tutti in coro: NO!
Questo è quanto, la pizza è in assoluto uno dei piatti più soddisfacenti che esistano.
Una prelibatezza da gustare sempre, con chiunque… non proprio ovunque, perché noi italiani sul tema siamo piuttosto pignoli e abbiamo ragione!
E questo in questo post vi racconterò alcune curiosità che vi stupiranno, vi faranno sorridere o addirittura inorridire!
“Fatte’ na pizza c’a pummarola ‘ncoppa…vedrai che il mondo poi ti sorriderà“.
Pino Daniele
Quanto ci piace la pizza
Un orgoglio tutto italiano, che dell’Italia possiede anche i colori: rosso, bianco e verde. Tanto amata, nota e celebrata che l’Unesco nel 2017 ha dichiarato l’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano Patrimonio Immateriale dell’Umanità.


Viva la Regina Margherita
Se diciamo pizza, non possiamo evitare di pensare a Napoli: la capitale mondiale di questa squisita pietanza.
Tuttavia le sue origini sono poco chiare, questo perché fondamentalmente la pizza è un piatto povero: nato con l’intento di rendere più gustose le schiacciate di pane.
Esistono diverse testimonianze della presenza di cibi molto simili già ai tempi del paleolitico. Gli stessi Etruschi farcivano i pani di farina ai cereali con ghiotti ingredienti.
Tradizione vuole che la pizza Margherita sia stata inventata nel 1889 da Raffaele Esposito, in onore della Regina Margherita di Savoia.
La sovrana, che sicuramente era una “buona forchetta”, apprezzò moltissimo questa e le altre due varietà di pizza che si dice vennero preparate da Esposito in onore dei reali: la Marinara e la Mastunicola – madre di tutte le pizze, così chiamata, pare, per la presenza del basilico, in napoletano il vasinicola.
La Margherita è rimasta il simbolo d’eccellenza dell’arte culinaria italiana perché ne porta anche i colori: rosso-pomodoro, bianco-mozzarella, verde-basilico… quale mitico trio!


Credo in una sola pizza
A mio modestissimo parere, il metodo infallibile per misurare una buona pizzeria è sempre quello di ordinare una semplice Margherita. Questo perché sì, sembra assolutamente banale, ma non si può sbagliare. È come credere che preparare un piatto di pasta al pomodoro sia una sciocchezza.
Più elementari sono i sapori, più gli ingredienti devono essere di qualità, partiamo da qui. Anche l’impasto deve essere ben fatto, perché non ci sarà un opulento condimento a salvare la faccia del pizzaiolo. Quindi: quando volete capire se una pizzeria merita veramente, ordinate la Margherita!
Oltretutto mi dicono che a Napoli fino a qualche tempo fa non fossero molti i gusti sul mercato: Marinara, Capricciosa, Margherita e poco altro. Adesso anche lì ci si è adeguati all’invasione delle combinazioni stravaganti, ma i “duri e puri” continuano a prediligere i grandi classici.


Farla bene è una questione di rispetto
Oggi non si parla più tanto di cibo, quanto di Food e questo ci confonde spesso le idee. Si stravolgono le tradizioni senza nemmeno conoscerle in maniera profonda, solo per creare nuovi Trend e mettere “un po’ di pepe” sul menù, tanto basta dire che è gourmet.
Certe pietanze, più di altre a parere mio, richiedono un tantino di serietà d’approccio. La pizza è una di queste ed effettivamente non sono l’unica a pensarla così.
Si può mangiare pizza praticamente in ogni parte del mondo ed esiste chi sostiene che anche a New York se ne possano trovare di molto gustose, certo è necessario mangiarle con la consapevolezza che vi è necessariamente una buona dose di “interpretazione” da parte degli americani, ma ci sono anche delle rivelazioni che potrebbero stupirci molto: vedi alla voce libro e podcast DOI.
Moltissimi ristoratori del nostro paese trattano l’argomento con grande cura, conoscendo profondamente la tradizione storica di questo piatto e dedicandosi alla ricerca degli ingredienti migliori. Poi ci sono le pizze che vengono servite ai turisti nella maggior parte dei ristoranti che affacciano sui più importanti monumenti d’Italia. Ecco: quelle sono da arresto!
Qualche curiosità sul mondo della pizza contemporanea: stravaganza o cafonate?
È oro 23 carati quello che scintilla sulla pizza Antonius Musa, prodotta nella pizzeria Corte dei Medici di Catania. Fra gli altri ingredienti anche caviale e uova di quaglia, ciò giustifica i 44 euro di spesa. A quanto pare i turisti russi l’adorano!
E se la curiosità sull’Antonius Musa vi è sembrata pretenziosa è perché non vi ho ancora menzionato la modestissima, e anche sobria, Figazza Luxury (sì, si chiama così): una pizza lievitata per ben 144 ore e farcita con caviale, uova di salmone e una cucciolata di mozzarella da 300 grammi ripiena di bocconcini e panna fresca, delicatamente rifinita con foglia oro 24 carati.
È l’omaggio che la pizzeria Forlin di Cassola ha voluto fare al salone internazionale dell’oreficeria Voice 2020 di Vicenza.
Curiosità aggiuntive: la pizza dev’essere ordinata una settimana prima e viene servita con posate d’oro e Dom Perignon Vintage del 2009. Ovviamente costi da capogiro, robe che la pizza di Cracco adesso si può definire a buon mercato. Così è (se vi pare).

Pizze che sono anche un po’ pazze (o siete pazzi voi se decidete di mangiarle)
Facciamo una bella carrellata di solo alcune delle orride pizze che si sono inventati e che potevano tranquillamente risparmiarsi. La pizza con l’ananas, purtroppo, esisteva già, ma c’è anche quella con le fragole, giuro!

La catena californiana Ameci Pizza Kitchen ha ben pensato d’introdurre a menù anche la pizza con i Cheetos, degli snack salati tipo patatine, nella versione ultra piccante.

C’è la pizza alla renna, quella con cocco e gamberetti, la pizza al curry e banana, quella postmoderna con le cavallette e, poi, c’è anche la pizza con la pasta… forse la più perversa di tutte!
Torniamo seri: la pizza portafoglio
A Napoli la pizza si mangia un po’ ovunque e in qualsiasi momento. In piedi, seduti, con calma, al volo, da soli, in compagnia.
Vera icona dello Street Food è la pizza portafoglio, anche detta a libretto, di dimensioni ridotte rispetto a quella classica, si chiude su se stessa piegata in quattro, per essere consumata in maniera molto pratica.

La pizza fritta
Un altro Street Food: questa volta l’impasto è lo stesso, ma viene farcito, chiuso e immerso nell’olio bollente, dove gonfia che è una meraviglia.
Curiosità storica: pare che la pizza fritta sia nata nel secondo dopo guerra, quando a Napoli i forni scarseggiavano perché distrutti sotto i bombardamenti.

Il peccaminoso cornicione ripieno
Se poi uno vuole proprio rovinarsi, entra in pizzeria e ordina una pizza con il cornicione imbottito, detta anche con il “Cornicione di Ciro” o “bombetta di Totò”
Sarà un tripudio di ricotta, che renderà l’esperienza oltremodo peccaminosa.
24 Hours Pizza People
Intorno all’universo della pizza ruotano le storie di molte persone. È sicuramente simbolo d’italianità nel mondo: un piacere del palato semplicemente eccellente.
Nasce da un’idea dei fratelli Aloe, proprietari delle pizzerie artigianali Berberè, il magazine 24 Pizza Hours, diretto dalla giornalista Martina Liverani, creatrice e direttrice responsabile della foodzine Dispensa e art director dell’agenzia di comunicazione Comunicattive.

Il nome della rivista è un tributo al film 24 Hour Party People di Michael Winterbottom. Come il film cattura uno spaccato della comunità musicale di Manchester dal 1976 al 1992, raccontando la storia dell’etichetta discografica indipendente Factory Records, la rivista fa lo stesso con le curiosità che girano attorno al mondo della pizza oggi, in continuo fermento. È un sistema ideale per monitorare e raccontare la ristorazione attraverso uno dei piatti più commerciali, e solo apparentemente banali, che esistano al mondo.

Un atto d’amore: la pizza fatta in casa
Quando mia madre chiama a raccolta me e i miei fratelli dichiarando che preparerà la pizza, significa non poter in alcun modo mancare.
Ogni famiglia ha la sua ricetta, che varia sempre un po’, secondo geografia. Può essere alta, bassa, tonda o rettangolare, farcita per soddisfare i gusti di ogni commensale, ma una cosa è certa: la pizza è sempre un atto d’amore.
2 Commenti
Che bell’articolo Martina! Dove c’è cibo ci sei tu❤️
Grazieeee!!! È proprio vero comunque ??
❤️