“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” così canta Antonello Venditti. E se nelle relazioni la zuppa riscaldata non sempre (anzi quasi mai) è l’opzione migliore, nella moda spesso invece si rivela una scelta vincente.
Il 2020 ha infatti segnato il ritorno del Barbour, il giaccone cerato simbolo dell’aristocrazia inglese. Ma qual è la storia del Barbour? Quali sono i modelli più iconici? Come si indossa?
La Redazione Marziana è qui per rispondere a tutte le vostre domande!

La storia del Barbour
Il marchio Barbour nacque in Inghilterra nel 1894 come J. Barbour & Sons, Tailors and Drapers, produttori di cappotti e giacconi impermeabili pensati per pescatori, marinai ma anche per i cacciatori.
Non a caso, uno dei primi slogan recitava “l’abbigliamento migliore per il clima peggiore”.




In brevissimo tempo divenne la giacca più amata da cavallerizze, motociclisti, nobili inglesi durante le battute di caccia e soprattutto dalla famiglia reale britannica durante i rari momenti off duty.
Nel 1974 ricevette la prima Royal Warrant e a oggi ne conta tre: una da parte del Duca di Edimburgo, una da parte della Regina e una da parte del Principe Carlo. In poche parole la corona britannica garantisce per la qualità di questo prodotto e lo inserisce tra le aziende fornitrici della casa reale. Un po’ come la passata Cirio con Masterchef.

A ben tre secoli di distanza, Margaret Barbour guida ancora la società, insieme alla figlia Helen.


Il ruolo di The Crown nel grande ritorno del Barbour
Che Lady Diana sia stata una delle più incredibili icone di stile mai esistite è un dato di fatto, tanto che a distanza di più di vent’anni dalla sua morte ancora influenza la moda e le nostre scelte in fatto di acquisti.
Anche nella storia del Barbour ebbe un ruolo da protagonista. Il vero boom di questa giacca infatti scoppiò nel 1982, quando la principessa venne fotografata con indosso un Bedale verde scuro con cappuccio.
La moda del Barbour letteralmente esplose, diventando la “divisa da giorno della buona borghesia”, diffondendosi in tutto il mondo, Italia compresa.
La morte di Lady Diana però segnò contemporaneamente il crollo della popolarità della famiglia reale britannica e quello del Barbour, ahimè sostituito dagli orrendi Woolrich.
NdR: SÌ RAGA SÌ. Oltre che contro le calze color carne sto per avviare una campagna diffamatoria contro i Woolrich e quella tipologia di piumini imbottiti: perdonatemi queste folli crociate.
La Principessa Anna e Kate Middleton sono da sempre due grandi fan del Barbour!
Per mia grande gioia però, complice anche la quarta stagione di The Crown, dove praticamente il Barbour si vede in ogni inquadratura, questa giacca impermeabile dai mille utilizzi è tornata al centro della scena fashion, tanto che è stato coniato l’hashtag #BarbourJacketPorn.
Parlando di numeri, da ottobre 2020 le ricerche online relative a questo brand sono aumentate del 153% rispetto al 2019. E scusate se è poco!!

Perché scegliere un Barbour?
Un Barbour è per sempre. Fine della questione.
Questo grazie al tessuto thornproof, che è isolante e impermeabile, pensato per riparare dalla pioggia e dal freddo. Resiste benissimo agli strappi ed è disponibile in tre diverse fatture: superleggero, leggero e pesante, a seconda di come è lavorato il cotone egiziano da cui si ottiene, che viene poi cerato. Mi raccomando, tutta questa parte va letta con la voce di Giorgio Mastrota che vi vende le pentole Mondial Casa.

Il vostro Barbour all’inizio è un po’ unticcio? No problema. È completamente normale e in poche settimane questo sgradevole effetto pelle di pollo scompare, perché la ceratura con l’utilizzo diventa sempre più leggera.
Quale modello di Barbour scegliere?
Tutti i modelli sono accumunati da una linea molto semplice e da piccoli dettagli onnipresenti, ad esempio l’intramontabile collo di velluto a coste e l’interno in tartan di vari colori, che sono i pilastri della storia del Barbour.

Il Beaufort (Beadnell per il modello da donna) è di gran lunga il più diffuso, in un range di colori che varia dal classico army green al verde scuro, fino al nero. Pazzesco il bordeaux.
Il Bedale, prodotto anche in taglie piccole (ad esempio io ho la XXS da uomo), ha lo stesso taglio del Beaufort, ma è leggermente più corto e con il polsino interno in maglia. È uno dei modelli più amati dalle cavallerizze.




Intramontabile il Northumbria, pesante e più lungo, non foderato col tipico tessuto scozzese di Barbour bensì con una fodera più calda di lana.

Chi sono io per negarvi la gnoccheria di Sam Caflin? Quindi eccolo qui.
Cera sì o cera no? Il più grande dilemma della storia del Barbour!
Per prima cosa è importante sottolineare che solo alcuni modelli (Beaufort, Bedale e Ashby) hanno bisogno della ceratura e che molto dipende da quanto e soprattutto da come lo si utilizza.
Quando cerare? Semplicissimo ragazze. Quando vi sentite la pelle “che tira” sapete che è necessario fare una maschera giusto? Stessa cosa per il Barbour: quando perderà colore e la consistenza del tessuto sarà più secca, sarà arrivato il momento. Solitamente dopo due/tre anni in caso di utilizzo sporadico, ma anche ogni anno nel caso in cui lo si utilizzi molto spesso, soprattutto se sotto la pioggia.

Come cerare il Barbour
Comincia ora la fase Art Attack.
Vi serve un barattolino di cera (io uso quella Barbour che vedete sopra) da scaldare in un pentolino d’acqua, come se doveste farvi la ceretta. Una volta che la cera si è sciolta, iniziate a passarla in modo uniforme sul giubbotto utilizzando una spugnetta.

Prendete un phon e passatelo per circa 5 minuti su tutto il giubbotto, a distanza abbastanza ravvicinata. Vi servirà anche un panno bianco di cotone per togliere i residui di cera.
Il giubbotto va fatto asciugare per 24 ore, in un luogo asciutto, non all’esterno. Missione compiuta!


Grazie Alexa! (Quante devono a lei l’amore per il Barbour?)
Nonostante i tentativi di Amazon Echo, per me esiste ed esisterà sempre una sola Alexa. Ovviamente parlo di Alexa Chung, modella, it-girl e conduttrice inglese, di origini cinesi.
Lo ammetto: io sono una bimba di Alexa Chung da sempre. Conosco a memoria It, il suo libro, e ho persino una cartella del telefono con tutti i suoi look che preferisco. Inutile dire che è stata proprio lei a farmi innamorare dei Barbour, infatti lo indossa spessissimo.



Pochi mesi fa è uscita la sua seconda Fall/Winter capsule collection per Barbour che comprende capispalla di gusto country, in diversi colori, ispirati ai modelli cult del brand.






L’ultimo nato della storia del Barbour: Barbour Dogs
L’ultimo nato in casa Barbour è l’account Instagram Barbour dogs che, vi garantisco, darà una svolta alle vostre giornate più cupe. L’idea di creare una linea interamente dedicata ai nostri amici a quattro zampe è stata di Helen Barbour, la figlia di Margaret, grande appassionata di Cocker Spaniel.
Pettorine, cappottini, guinzagli, copertine e cucce tutte in perfetto stile campagna inglese, a prova di pozzanghera e fango, ma soprattutto super cool!




4 Commenti
Io non riesco a capire se devo stare il mio oppure no! Fa parte della collezione di Alexa (la prima) ed è tutto verde, bo ??♀️
Cerare, pardon!
Dovrebbero assumerti alla Barbour!!
È vero! 😀 Magari Silvia l’ha messo come piano B della vita!