Nella mia giornata ideale mi sveglio in un letto le cui lenzuola sono in toile de Jouy, mi siedo alla toletta (sì, nella mia vita ideale c’è una toletta in camera da letto) avvolta in una vestaglia dalla fantasia toile de Jouy, apparecchio la tavola per la colazione con una tovaglia toile de Jouy, e perfino il cioccolato che mangio è toile de Jouy…Insomma, pare essere la mia nuova ossessione in fatto di tessili, e la congiuntura astrale mi è amica poiché, negli ultimi tempi, questo tessuto dall’eleganza senza tempo sembra tornato alla ribalta per dare alle nostre giornate un tocco incredibilmente chic.
Christophe Philppe Oberkampf, chi era costui?
Ma partiamo dalle basi: che cos’è questo toile de Jouy?
Jouy è un piccolo paese francese (per amor di precisione, Jouy-en-Josas) dalle parti di Versailles dove, a partire dal 1760 (e fino al 1843), l’imprenditore francese – ma di origine tedesca – Christophe Philippe Oberkampf cominciò a produrre il tessuto detto tela di Jouy, scegliendo proprio questo paesino perché pare che le acque del vicino fiume Bièvre fossero particolarmente adatte al lavaggio delle tele, che sembra constassero tra le sue estimatrici nientemeno che Maria Antonietta e Giuseppina Bonaparte.
Caratteristica del tessuto è da sempre la sua fantasia, che declina all’infinito soggetti bucolici e campagnoli: coppiette innamorate, eleganti gentiluomini in redingote, vita nei campi, scorci campestri, piante e animali popolano da secoli la tela (qualcuno ha contato ben 30mila soggetti, copiati e reinterpretati nel corso del tempo), che da sempre gioca solo sul bianco di fondo e il rosso, il blu o il verde della decorazione. Nel tempo si sono poi sperimentate le tinte più diverse e non è quindi difficile oggi vedere un toile de Jouy che utilizza il senape, il grigio, il rosa o il viola, o che inverte l’ordine degli addendi, colorando il fondo e lasciando il disegno in bianco o ecrù. Il risultato è sempre lo stesso (fantastico) ma mai banale e si presta a coprire ogni tipo di superficie di casa vostra e della vostra persona. Vediamo come!
Toile de Jouy per principianti
L’utilizzo più facile è quello della toile de Jouy come tessile per la casa: tovaglie, tovagliette, tovaglioli e strofinacci sono sempre bellissimi in questa fantasia. Ci sono poi piatti, tazze e tazzine (Dior ha prodotto un’intera linea per la casa ispirata a questi disegni), ma anche carta da parati, cuscini, coperte, lenzuola e persino carrelli per fare la spesa.












Livello pro: il tessuto toile de Jouy nel guardaroba
C’è poi chi si spinge un poco più in là e decide di vestirsi di toile de Jouy per sentirsi come Maria Antonietta: per fortuna sono tanti oggi i brand che utilizzano questo tessuto per camicette, abiti, gonne, gioielli, borse e perfino scarpe!











Per approfondire…
Lo sapete che esiste anche un museo della toile de Jouy? Si trova proprio a Jouy-en-Josas e sarà quindi perfetto mettere in programma una capatina da queste parti in occasione del vostro prossimo viaggio a Parigi (ma se non resistete, date un’occhiata al sito dove c’è anche una sezione shopping). E se volete documentarvi anche da casa, allora scegliete un libro e poi, dopo averlo sfogliato, mettetelo in bella vista sul vostro coffee table; sarà talmente bello averlo là che diventerà parte dell’arredo del salotto!


Li trovate nello shop del museo dedicato alla storia di questo tessuto.
Vi piace la storia della moda? La nostra Silvia Lattuada ci racconta tutto sul LDB (se non sapete cos’è cliccate qui); mentre se invece volete una tovaglia toile de Jouy per la vostra tavola avrete allora bisogno di piatti nuovi… qui c’è l’imbarazzo della scelta!