A volte, nell’uso comune, compaiono improvvisamente delle parole che non abbiamo mai sentito e non sappiamo come collocarle nel nostro vocabolario per immagini.
Chiedete a un vostro amico cosa vuol dire Low Poo e vi risponderà nell’ordine: una razza di cane di piccola taglia, un nuovo maglione in fibra riciclata, un piatto vietnamita. E potrebbe anche andarvi peggio. (Storia vera).
E se questa domanda ve la fanno all’Eredità o ai quiz di Gerry Scotti? Urge essere preparate sul tema shampoo, capelli, solfati e dintorni!
Per questo Vita su Marte prosegue la missione galattica dell’irrinunciabile servizio pubblico e, anche questa volta, viene in soccorso con la risposta giusta: la Redazione Marziana lo sa!

Cosa vuol dire shampoo Low Poo
Ci sono detergenti e shampoo contenenti solfati che, oltre ad essere dannosi per l’ambiente, lo sono anche per i nostri poveri capelli che si rovinano proprio a causa del ripetuto uso di prodotti eccessivamente forti.
I solfati (come SLS o SLES) sono tensioattivi schiumogeni particolarmente aggressivi perché hanno sì un alto potere di detersione, ma talmente alto che, di contro, rimuovono gli oli naturali che hanno lo scopo di proteggere, idratare e rinforzare i capelli.
Low Poo, dall’inglese poco sham-poo, lo possiamo tradurre con poca schiuma ed è un termine che si associa ai prodotti per la detersione che non contengono solfati o ne contengono una quantità minima e decisamente inferiore alla media dei prodotti sul mercato. Parafrasando Antonellina: è un sapone ma non fa schiuma.

Tanta schiuma lava meglio: il falso mito
Gli shampoo con i solfati li possiamo definire prodotti lavanti di vecchia generazione: sono quelli che inquinano le acque provocando depositi di schiuma bianca nei fiumi e il cui ripetuto uso, come dicevamo, ci danneggia i capelli privandoli delle barriere naturali, alterando il pH e disidratando il cuoio capelluto.
Per fortuna da tempo la ricerca si è concentrata sulla formulazione di prodotti privi (o a basso contenuto) di sostanze chimiche come i solfati che contribuiscono a indebolire e rovinare i capelli e sono nocivi per l’ambiente.
Ma, proprio a causa dei detergenti dall’alto potere schiumogeno che sono sempre esistiti (e sui quali purtroppo fino a qualche decennio fa non ci siamo fatti troppe domande), siamo portati a pensare che tanta schiuma = migliore potere lavante e che quindi poca schiuma = basso potere lavante. Ma è del tutto sbagliato!

Perché usare uno shampoo che fa poca schiuma?
Gli shampoo di categoria low poo, senza solfati (o quasi) e a basso contenuto schiumogeno, sono prodotti altamente performanti, formulati per detergere con efficacia (quindi lavano altrettanto bene) rispettando l’equilibrio naturale del cuoio capelluto, senza aggredire il bulbo pilifero e il fusto dei capelli.
Utilizzare uno shampoo senza solfati dà benefici a tutti i tipi di capelli: migliora il balance idrolipidico, mantiene la naturale idratazione e rinforza le radici. È un vantaggio ancor più grande per chi ha i capelli ricci, i capelli secchi o crespi e per chi ha i capelli tinti. Infatti, uno shampoo low poo mantiene un buon livello di idratazione senza inaridire cute e chioma e mantiene il colore più a lungo.

Occhio all’SLSA, il solfato buono
Quando si sa che i solfati da evitare sono individuabili col nome di SLS (Sodium Lauryl Sulfate ovvero laurilsolfato di sodio) e SLES (Sodium Laureth Sulfate ovvero sodio lauriletere solfato), tutto ciò che suona simile ci mette panico e paura. Ma attenzione alle differenze!
Esiste infatti l’SLSA, Sodium Lauryl Sulfoacetate che è un tensioattivo anionico di derivazione naturale, al 100% di origine vegetale dall’olio di cocco e da quello di palma, completamente ecocertificato. Viene utilizzato al posto dei tradizionali solfati e riesce a produrre anche una certa schiuma, tanto da essere usato anche per le famose bombe da bagno.
Una nomenclatura molto simile ma dalla sostanza ben diversa. Insomma sì, addentrarsi nel mondo dell’INCI è come centrifugarsi nei dubbi, ma in rete si trovano sempre le risposte, il mio consiglio è sempre quello di verificarle da più fonti per essere sicuri che siano corrette.

Mettiamo alla prova il low poo: quale shampoo senza solfati comprare?
Adesso che, oltre a poterci giocare la domanda da quiz “cosa vuol dire low poo?”, siamo anche più consapevoli sulle caratteristiche dei prodotti per la detersione per capelli e sul fatto che esistano anche dei solfati e dei tensioattivi naturali buoni, non ci resta che farci un’idea su quali siano i migliori shampoo senza solfati (SLS e SLES) da comprare.


- Drunk Elephant è un marchio di cosmetica che formula i prodotti con un’attenzione al pH sano e alle strutture molecolari semplici e facilmente assorbibili dalla pelle. Il Cocomino Glossing shampoo sfrutta il potere lavante e idratante della noce di cocco, riequilibra il cuoio capelluto e migliora la lucentezza dei capelli.
- Tutti gli shampoo RestivOil non hanno agenti schiumogeni e detergono per affinità anziché per contrasto, ovvero sono oli lavanti che sciolgono l’eccesso di sebo rispettando l’equilibrio naturale del cuoio capelluto. Ottimo l’antiforfora per capelli secchi se si ha prurito alla cute e si è soggetti a dermatiti.


- Già segnalati da Marte in questo post, gli shampoo di OGX non contengono solfati e in particolare quello all’olio di argan ha un buon effetto idratante che migliora l’aspetto dei capelli secchi e crespi.
- Avete già visto qualche pubblicità del marchio Herbal Essences che ha come testimonial Filippa Lagerbäck e sua figlia Stella, vero? Gli shampoo nelle boccette verdi trasparenti hanno un’altissima percentuale di ingredienti naturali e sono quelli col miglior prezzo che invita alla prova.


- Saliamo decisamente di prezzo e troviamo questo shampoo rivitalizzante di Briogeo che profuma di mela verde e che pare faccia miracoli in fatto di morbidezza e lucentezza dei capelli. Anche qui zero solfati aggressivi.
- Del pregio dei prodotti Aveda ne ha parlato anche la marziana Camilla nel post sui rimedi per resuscitare i capelli. Per questa selezione ho scelto lo shampoo delicato Cherry Almond, particolarmente indicato per chi ha i capelli lunghi, dal profumo divino. Se leggendo tra gli ingredienti Ammonium Lauryl Sulfate finite nella centrifuga del dubbio di cui sopra, vi rimando a questa spiegazione e a sonni tranquilli.


- L’Elvive Olio Straordinario di L’Oreal Paris è tra i low poo più noti e diffusi nei nostri armadietti del bagno! È molto indicato per i capelli secchi, sfibrati che diventano crespi molto facilmente. Non è schiumogeno (quindi occorre usare più prodotto per distribuirlo uniformemente), l’idratazione naturale non è aggredita e si può anche saltare qualche applicazione del balsamo.
- Lo shampoo in crema Shea Butter di Cantu è il prodotto che dà soddisfazioni a chi ha i capelli ricci, approvato anche dal metodo Curly Girl.


- Nella linea di Biofficina Toscana c’è lo shampoo rinforzante con pomodoro e carota bio, per capelli più lisci, morbidi e districati. Della stessa serie consiglio anche l’ottimo siero finish anticrespo.
- Uno shampoo solido bello e buono: Almara Soap è una garanzia per gli ingredienti che sono sempre 100% naturali. Il New Hair rigenera il cuoio capelluto con prurito grazie alle eccellenze dell’Ayurveda (polveri di shikakai, neem e henné) e agli oli idratanti spremuti a freddo di sesamo, zucca e nocciole. Arriva in un sacchettino di carta riciclata, super eco e bio grazie all’assenza di packaging inquinante.

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