Voi sbirciate nelle case altrui? Io sì, quando cammino per strada guardo sempre per aria alla ricerca di finestre aperte che mostrino dei piccoli scorci delle pareti all’interno. Di sera è ancora più bello, perché ombre e colori si mescolano ad accenni di soffitti stuccati, quadri con cornici importanti e muri colorati. Se cammino per le vie del centro, poi, sbirciare nelle case degli altri diventa Wow!: ad ogni passo compaiono soffitti a cassettoni che si alternano con imponenti chandelier, stucchi e dipinti. Care e cari marzianers che vivete in una casa nel centro delle città d’arte, io un po’ vi invidio.

Un ragazzo e il suo cane dalle finestre del Canal Grande
↑ @gailalberthalaban ↓

Le finestre di Amsterdam | @bas_9000 La bellezza delle facciate delle case a Rotterdam | @plentyofsunset_
In gran parte delle cittadine del Nord Europa, come Amsterdam o Rotterdam ad esempio, faticheremo a trovare degli appartamenti con le tende alle finestre. La spiegazione è semplice e affonda le radici nel protestantesimo: le persone leali non hanno nulla da nascondere, quindi perché dovrebbero utilizzare tendaggi alle finestre? Effettivamente quando ci si confessa lo si fa dietro a una tenda e nei polizieschi chiudono sempre le tende della stanza quando fanno un interrogatorio!

C’è anche da dire che nei paesi nordici devono fare i conti con la poca luce del sole ed è importante lasciar entrare ogni singolo raggio che illumina e riscalda, quindi a poco servono i tendaggi coprenti, mentre da noi la luce abbonda e quindi le tende ci aiutano a portar ombra e refrigerio in casa. Ora, che sia per religione, per apertura culturale o per un mix di questi e altri fattori, a noi la cosa non dispiace affatto, anche perché ogni tanto possiamo lanciare uno sguardo e sbirciare nelle case degli altri magari per prendere spunto dal loro arredamento per cambiare il nostro!

Sbirciare nelle case degli altri dall’altra parte della finestra
Paese che vai, casa che trovi. Gli esterni si caratterizzano in base alla latitudine ed è bello ammirare le costruzioni con mattoni grezzi a vista o con vetrate ipermoderne, ma la vera domanda è: dentro che succede? È bello fantasticare sulle vite degli altri, un po’ come succede al supermercato quando sbirciamo dentro al carrello del vicino che ha comprato una fornitura industriale di zuppe pronte o tre dozzine di uova!

Io non sbircio dentro le case degli altri. Infografica. | @blacktomatotravel
Una riproduzione di un quadro di Hopper | @NamPhuongArt Il poster del film di Hitchcock a tema | @Kinographics
La finestra è l’attivatore della curiosità che c’è in tutte noi! Anche Edward Hopper ci fa entrare nelle case altrui attraverso le finestre e ci lascia lì ad osservare le vite degli altri come spettatori non invadenti, cosa che evidentemente non è riuscita all’annoiato Jeff nel capolavoro di Alfred Hitchcock!
Sbirciare nelle case degli altri con le foto di Gail Albert Halaban
La fotografa americana Gail Albert Halaban entra nelle case delle persone ritraendole dalle finestre del vicinato. La maternità le aveva regalato un gran carico di notti insonni e, invece di rigirarsi tipo cotoletta nel letto con la speranza di addormentarsi di nuovo, ha iniziato a guardare fuori dalla finestra e ad interrogarsi sui tanti micro mondi che si celano dietro a ogni vetro. Da lì è nato un progetto fotografico sulla vita degli altri attraverso la finestra (e tre libri) con vedute di città come New York, Parigi, Venezia che lasciano senza fiato dalla bellezza.

↑ @gailalberthalaban ↓


Uno sguardo dalle finestre dei milanesi durante la pandemia
La pandemia e il conseguente smart working ci hanno portati ad adottare un abbigliamento comodo che ci permettesse di stare in casa con stile, ad interrogarci un po’ di più sulle vite degli altri e a sbirciare nelle case altrui direttamente dal nostri pc. Chi di noi, almeno una volta, non ha fatto una videochiamata di lavoro gettando un occhio dietro del spalle dei nostri interlocutori (la scusa non mi funziona la webcam è nata per ficcanasare meglio)!
Il progetto Inside Out non è certo nato per sbirciare dentro le case altrui per sognare sui loro complementi d’arredo, ma per documentare nell’emergenza pandemica la vita delle persone chiuse nelle loro case milanesi. La finestra come porta di comunicazione.



Cosa succede dall’altra parte della strada?
C’è chi del vicinato non ne vuole proprio sapere e chi ha Nextdoor sullo smartphone. Sono sempre la curiosità e la voglia di incontrare chi è attorno a noi che smuovono gli animi. Nelle grandi città, dove i palazzi sono attaccati gli uni agli altri, non viene nemmeno difficile chiacchierare con la vicina del balcone di fronte delle vicissitudini della signora del quinto piano del fabbricato più in giù, e si creano legami con con chi vive dall’altra parte della strada pur conoscendosi solo di vista.


Mi è particolarmente piaciuto il progetto fotografico Out of my window, diventato nel tempo collaborativo e globale. Sul sito della fotografa ci sono tutte le informazioni per partecipare con le foto della vista fuori dalle vostre finestre. Che dite, contribuiamo anche noi con le foto dei nostri vicini?