Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach duchessa in Baviera, la conosciamo tutti grazie all’interpretazione di Romy Schneider nella serie TV degli anni ’50.
Abbiamo amato la principessa dai capelli dorati e dagli occhi azzurri da cerbiatta perché protagonista di una storia d’amore senza tempo che ci ha fatto sognare e sospirare.
E a onor del vero, Sissi principessa non lo è mai stata, tantomeno bionda, né ha vissuto un idillio d’amore.

Con “SISI”, il nuovo sceneggiato tedesco, Beta TV voleva restituire maggiore aderenza storica agli eventi dipingendo l’immagine di una imperatrice bruna e più somigliante a quella vera. Peccato però che anche loro abbiano clamorosamente deragliato, descrivendo una ridicola storia d’amore dalle tinte hard.

Sissi, l’imperatrice delle serie TV
Il nuovo sceneggiato tedesco trasmesso da Canale 5 (l’ultima puntata va in onda proprio stasera 11 gennaio, ma tutti gli episodi si possono rivedere su Mediaset Infinity) non solo fa rigirare ancora una volta l’imperatrice nella tomba ma fa girar lo stomaco anche a noi.

Dalle prime indiscrezioni e dalla locandina promozionale rilasciata avevamo tirato un sospiro di sollievo, sperando in una fedeltà storica più accurata rispetto alla precedente edizione. Ma la protagonista dai capelli neri e il nome Sisi, con una S come sarebbe dovuto sempre essere, ci hanno illusi e basta.

Nel doppiaggio italiano ritorna la doppia S, mantenendo l’ormai nota abbreviazione Sissi per Elisabetta. In realtà, all’epoca veniva chiamata Lisi o Sisi. E anche il titolo di principessa è un falso, Elisabetta è stata prima duchessa della Baviera e dopo imperatrice dell’Austria, ma mai principessa.

Illusi e delusi.
Ma procediamo per gradi.
Dominique Devenport interpreta una Elisabetta moderna che ha voglia di scoprire le gioie del sesso, fregandosene della corte austriaca e del fatto che sarà imperatrice.
Impossibile capire come abbia fatto ad innamorarsi del cugino, dal momento che si scambiano a stento quattro parole e che pare abbia intenzione di sposarlo solo per fare uno sgarbo alla sorella (predestinata promessa sposa dell’imperatore).
Nella realtà, l’ambiente ostile della corte viennese, la quasi totale assenza di vita privata, l’invadenza della suocera, la sua solitudine e l’indifferente “neutralità” di Francesco Giuseppe, suo marito, nei confronti delle sue sofferenze non si possono tralasciare. Il sogno d’amore che tutti noi siamo abituati a guardare sullo schermo, nei fatti storici realmente accaduti era un vero e proprio incubo.
L’ordine dei fatti
Nel nuovo sceneggiato abbiamo in ordine:
- La protagonista che si masturba all’inizio del film.
- La sorella maggiore isterica perché la sorellina le ha soffiato il principe (nella realtà Nenè è proprio la prima ad appoggiarla, per la serie “grazie a te me so’ scansata un fosso”).
- Il principe amareggiato e ossessionato da un sortilegio che le ha fatto la moglie di un rivoltoso che ha mandato all’impiccagione.
- Quindi il principe va in un bordello per consolarsi.
- Il medico di corte prescrive al principe una cura a base di sesso.
- A corte il principe ha un’amante invadente che lo segue ovunque per offrirgli sesso.

Molto sesso dunque.
Molti capelli.

Troppo sesso.
Troppi capelli, sciolti per giunta.
Ampie scollature.
Nudi.
Tutto poco ‘800 e molto Bridgerton.
La smaliziata Sissi che va in un bordello a prendere lezioni di etichetta da una prostituta e poi decide di portarsela a corte per farle da dama di compagnia. Questa che fa? Si porta dietro un fallo di legno e dice a tutti che è l’arricciacapelli dell’imperatrice.
Parliamone.
Ne avevamo davvero bisogno?
No, non ne sentivamo l’esigenza.
Abbiamo amato Bridgerton perché è dissacrante, anacronistico e moderno. Perché prendendo a soggetto l’ambiente di corte inglese, lo rimaneggia a suo piacimento senza il bisogno di dover per forza trovare un personaggio storico a cui manipolare la vita come hanno fatto con Sisi, trasformata da imperatrice a zoccola.

In età adulta, Elisabetta aveva imparato a imporsi contro la corte, contro la suocera e anche contro suo marito, e conduceva una vita che non sopportava più alcuna limitazione alla sua libertà.
Elisabetta era certamente una donna molto moderna, figlia del secolo sbagliato.
Da qui a renderla Elisa di Rivombrosa, pare azzardato.
Il marito la tradiva ma lei era davvero poco avvezza al sesso; era dopotutto affetta da anoressia nervosa che le comportava irrequietezza e rifiuto del cibo e del sesso.
No, non m’è piaciuto vedere tutto questo, lo confesso. Se penso che ci sarà un’altra stagione devo seriamente pensare di vederla coi sali accanto.

Possiamo però tirare un sospiro di sollievo e continuare a sperare perché Netflix, in tutta risposta, pare abbia girato e debba rilasciare a breve The Empress, una serie da 6 episodi dedicata ad una Elisabetta più umana, meno ninfomane e con qualche grillo per la testa in meno. Staremo a vedere.
