Ci sono cose su cui non si scherza. MAI. Nemmeno per sbaglio. A Venezia non si scherza sull’aperitivo. È un rito, un momento sacro, un’istituzione. L’aperitivo veneziano è qualcosa che, chiunque si trovi a passare per la Serenissima, deve provare almeno una volta nella vita.
Ecco quindi la nostra “guida galattica per aperitivisti” con i migliori bacari di Venezia, con un bell’approfondimento su cosa mangiare, cosa bere e non spendere un’esagerazione. Il tutto è garantito da me, proud veneziana d’adozione, da quasi 10 anni.

Scoprire i migliori bacari di Venezia con il bacaro tour
Per apprezzare al meglio l’aperitivo e i migliori bacari di Venezia è fondamentale conoscere un po’ del lessico locale. Cominciamo dalla parola bacaro (che si pronuncia bàcaro). Si tratta di un locale tipico, una sorta di osteria, frequentata da veneziani, caratterizzata da un arredo rustico, molto semplice, dove si servono vino (“ombre de vin”) e i famosissimi “cicheti”.
Il nome bàcaro sembra derivi dall’espressione veneziana “far bacara” cioè fare festa, far rumore, ergo divertirsi.
A Venezia non si dice “fare l’aperitivo” ma “andar per ombre” oppure si parla di “bacaro tour”. Di fatto si tratta di una promenade alcolica, dove ci si sposta da un luogo all’altro, assaggiando i piatti forti e i migliori vini che ogni bacaro ha da offrire. È un’esperienza magica, perché consente di esplorare la città, di perdersi e scoprire gli angoli più nascosti. Senza considerare il fatto che, camminando, si bruciano calorie e si può mangiare e bere di più!


Per favore: non chiamatele tapas
Ma cosa sono ombre e cicheti? Le ombre sono i “bicchieri di vino”. Questo nome deriva dall’usanza dei venditori ambulanti di vino che sostavano nei pressi del campanile di San Marco e che si spostavano seguendo la sua ombra, per mantenere il prodotto fresco.
Il cichéto (italianizzato cicchetto) deriva dal latino, ciccus, che significa “una piccola quantità”. Vi prego, non chiamatele tapas. Ogni volta che qualcuno lo fa, un veneziano, da qualche parte nel mondo, ha una fitta al cuore.
I più famosi e diffusi sono le polpette (di carne o pesce), crostini con sarde in saor, baccalà mantecato o i fòlpeti, ossia i moscardini. Vanno alla grande anche mozzarelle in carrozza e fritti vari, ma la fantasia degli osti veneziani è sempre in movimento e si possono trovare anche proposte gourmet, con formaggi o pesce crudo.


Bacareto Da Lele (Fondamenta dei Tolentini, 183)
A pochi passi dalla sede dello IUAV e vicino alla chiesa di San Nicola da Tolentino, i cui gradini spesso ospitano i clienti di Lele, questo bacaro è una vera e propria istituzione veneziana.
I suoi paninetti, che potete trovare fin dalla prima mattina, sono ineguagliabili. Menzione d’onore per porchetta e senape, mortadella e peperoni, pancetta affumicata e carciofini e il mio preferito: soppressa e funghi.




Ca’ d’Oro alla Vedova (Ramo Ca’ d’Oro, 3912)
Se le polpette sono la vostra passione, dovete assicurarvi di passare ad assaggiare queste. È un po’ nascosto, ma davvero imperdibile. Le polpettine della Vedova sono croccanti fuori e morbide all’interno e sono, senza paura di essere smentita, le migliori di Venezia!
Questo bacaro funziona anche come trattoria, quindi potete sedervi e mangiare primi e secondi della tradizione veneziana. Mi sento di consigliarvi il fritto misto.



Cantine del vino già Schiavi (Fondamenta Nani, 992)
È uno dei bacari più amati da veneziani e turisti, sia per l’offerta enogastronomica sia per il suggestivo affaccio su uno dei canali più belli e caratteristici di Venezia.
Non ci sono posti a sedere, si mangia e si beve rigorosamente in piedi o “in riva”, ma vi assicuro che non rimpiangerete la comodità. La signora Alessandra prepara ogni giorno più di settanta varietà di cicchetti, tra cui, in stagione, quello con formaggio di Fossa e zucca oppure quello con pesce spada affumicato e salicornia. Un’altra amatissima proposta è il cicchetto con tartare di tonno e cacao amaro.
Nel caso in cui i cicchetti non vi soddisfino, potete sempre optare per un panino con il baccalà mantecato, preparato al momento.




Osteria al Squero (Dorsoduro, 943)
Si trova a pochissimi passi dal Cantinone già Schiavi, di fronte a uno dei pochi squeri (cantieri navali) ancora attivi a Venezia. Potrete sorseggiare uno spritz o un vino, con vista sulle gondole tirate a secco: è davvero una chicca.
Qui le specialità sono tantissime: crostini con aringa e cipolla, sarde in saor, baccalà e dentice mantecato,
cicchetti con salmone e carpaccio di polipo. Praticamente tutti gli studenti veneziani hanno trascorso qui buona parte dei loro aperitivi.




Sepa (Calle della Bissa, 5482)
A pochi passi da Rialto, da Sepa, non troverete plastica da nessuna parte. Posate, piatti e bicchieri sono in materiali derivati dal mais. Non sono in vendita bottiglie di plastica ma esclusivamente in vetro, oppure è possibile riempire la borraccia nella fontanella all’interno del locale. Quello che troverete sono piatti della tradizione veneziana, cucinati con amore e nel pieno rispetto della stagionalità. Top i mezzi piattini di risotto (il migliore è quello al nero di seppia), le capesante gratinate e le seppie con la polenta. Il loro saor, di sarde o gamberi, è tra i migliori di Venezia.
Ottima la selezione di birre e vini da produttori esclusivamente veneti e friulani.




Adriatico Mar (Calle Crosera, 3771)
Questo piccolo bacaro è dotato di una doppia entrata: quella principale “via terra” e la “porta d’acqua” vicino alla quale è possibile attraccare i barchini e accedere al locale passando su un piccolo molo.
Il mio consiglio è quello di farvi guidare dalla sapienza dell’oste sia nella scelta dei vini sia in quella dei cicchetti. Io adoro le aringhe con verdure in agrodolce, ma il menù non è mai fisso e varia in base alla stagionalità e all’estro di chi è dietro il bancone.




Al Timon (Fondamenta dei Ormesini 2754)
Nel cuore del sestiere di Cannaregio, poco distante dal Ghetto Ebraico, potete trovare le Fondamenta della Misericordia e quella degli Ormesini, le rive della movida veneziana, dove pullulano ristoranti, bacari, birrerie ed enoteche.
Il Timon è uno dei locali più famosi di Venezia, dove avete la possibilità di sedervi sia sui tavolini sulla riva del canale, ma anche sui barconi ormeggiati poco distante.
Ottima la selezione di cicchetti, su cui spicca quello con salsiccia e stracchino.



All’Arco (Calle dell’Occhialer 436)
Anche qui vino di grande qualità: solo bottiglie e nessun vino sfuso. Non lontano dal mercato del pesce di Rialto e situato proprio in corrispondenza di un arco, questo bacaro è frequentatissimo dai veneziani, che spesso ci fanno tappa dopo le spese.
Ha pochissimi tavoli all’esterno, che sono bellissimi per chi adora il “people watching”, dato che All’Arco si trova proprio su un crocevia molto frequentato.
Fidatevi dell’oste e fate scegliere a lui i cicchetti da proporvi: tonno marinato, leggermente scottato, con verdurine oppure cefalo marinato o ancora le eccezionali melanzane fritte alla parmigiana. Il top per me è il baccalà mantecato con le castraure, i carciofi violetti dell’isola di Sant’Erasmo.




Vino Vero (Fondamenta Misericordia, 249)
Tra i migliori bacari di Venezia c’è anche questo gioiellino, aperto nel 2014, che non serve spritz ma solo vini, naturali, biologici e biodinamici. Calma, nessuno se la tira e sono tutti super disponibili nell’aiutarvi a scegliere l’abbinamento migliore compatibilmente con i vostri gusti. Tra oltre 600 etichette, del resto, una mano serve sempre.
I cicchetti poi sono una sinfonia di sapori. Non mancano le proposte tradizionali della cucina veneziana, ma con ampio spazio alla sperimentazione, in virtù del fatto che il cicchetto non è solamente un pezzo di pane con qualcosa sopra. A me piacciono particolarmente quelli con hummus di ceci e polpo grigliato e quello con blu di capra e mostarda di fichi. Il prossimo da provare nella mia lista è con alici e friarielli.




El Refolo (Via Garibaldi 1580)
Manca poco alla Biennale Arte 2022, dunque è doveroso includere tra i bacari migliori di Venezia il perfetto spot per concludere (o spezzare) una visita ai Giardini o all’Arsenale. Si trova nell’unica via di Venezia, Via Garibaldi, e dovete stare attenti a non farvelo sfuggire, perché è davvero minuscolo.
Fidatevi però, ne vale la pena, infatti la specialità sono i paninetti farciti, ma dimenticatevi completamente il concetto di prosciutto e formaggio.
Realizzati con un sacco di impasti diversi (ai cereali, alla zucca, al carbone vegetale, con le olive, ai semi di lino…) questi panini sono piccoli ma super farciti e con un occhio attento alla qualità, infatti molti ingredienti sono presidi slow food.
Ultima chicca: attenzione alla campanella, che viene suonata quando il vostro ordine è pronto, così da evitare inutili attese al bancone!


E qualora vogliate proseguire l’esplorazione del Veneto,
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