Se vi capita di avere del tempo da dedicare ai magnifici dintorni di Venezia e alle sue isole, qui scoprirete cosa vedere a Burano e Murano, ovviamente non mancherò di suggerirvi anche dove e, soprattutto, cosa mangiare.
Gita in laguna
Quando ero piccola la scuola organizzava la gita nelle isole veneziane almeno una volta l’anno. L’itinerario non cambiava mai: Murano, Burano e Torcello, sempre insieme, indissolubili. Mamma preparava panini tonno e pomodoro (li adoravo) certa che la sera saremmo tornate con i drammatici souvenir di rito: le caramelline in vetro di Murano e qualche fac-simile a buon mercato del merletto di Burano.
Nonostante queste frequenti visite, ho veramente scoperto le isole veneziane quando ho iniziato a scrivere per Le Guide di Repubblica. Era da poco iniziato il Covid-19 e non mi ci potevo recare per le ragioni che tutti ricordiamo, così scavare nella memoria è stato veramente utile. Una volta scarcerati ci soro ritornata, ancora i turisti stranieri mancavano all’appello, perciò ho potuto godermele – non me ne vogliano i commercianti – praticamente vuote.

Cosa vedere a Murano: l’isola dei riflessi
Conoscete sicuramente Murano come l’isola del vetro, ma sapete come lo è diventata?
Era il 1295 quando la Serenissima Repubblica di Venezia decise di trasferire le fornaci dalla città all’isola di Murano. Questo per due motivi: il primo sicuramente la pericolosità del fuoco, che aveva già messo a rischio la città e i suoi abitanti. Il secondo, forse addirittura più importante, riguardava i maestri vetrai.
I grandi artisti del vetro erano bene prezioso per Venezia, custodivano il sapere di un mestiere che portava prestigio e ricchezza, non ci si poteva permettere, dunque, che andassero altrove a svelare i propri segreti. Per questo vivevano in una sorta di prigionia dorata, relegati a Murano, dove godevano di enormi privilegi, ma col veto di non lasciare la città.



L’arte del vetro è un insieme di gesti tramandati di generazione in generazione: un mestiere sopravvissuto che fa sempre più fatica a portare avanti la propria storia. Le fornaci e le botteghe storiche possono essere visitate dai turisti, che amano osservare i maestri vetrai muoversi come performer navigati, creando meravigliose trasparenze e giochi di colore.
A Fondamenta Giustinian si può visitare il Museo del Vetro, nato nel 1861 come archivio della vita muranese, oggi bacino artistico ricco di testimonianze della tradizione locale.
Le conterie e le impiraresse
Non solo vasi e lampadari: a Murano nascono anche i gioielli. Le conterie sono minute perle in pasta vitrea, ricavate dal taglio di una lunga canna forata molto sottile, che viene arrotondata a caldo in appositi contenitori metallici.
Un tempo venivano impilate in lunghi aghi per verificare che fossero ben forate e per conteggiarle, evitando che si perdessero. A fare questo lavoro non particolarmente divertente erano le impiraresse, termine che deriva proprio dal veneto “impirar” ovvero infilare.



Grazie al Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane, dal 17 dicembre 2020 l’Arte delle Perle di Vetro è diventata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Dopo una tappa al Museo del Vetro e in una delle vetrerie attive dell’isola, non perdetevi la Chiesa di San Pietro Martire, che ospita due opere di Giovanni Bellini e un probabile Battesimo di Cristo di Tintoretto, e il Duomo di Santi Maria e Donato.
Cosa vedere a Burano
Se si vuol comprare una cartolina che racconti il giro delle isole veneziane, Burano è il soggetto ideale.
Una volta, colorare le case in modo differente pare servisse a delimitare i confini e si dice garantisse ai pescatori di riconoscere più facilmente la propria casa tornando dopo un lungo viaggio in mare.
A proposito di colore, una delle più caratteristiche attrazioni di Burano è la “Casa di Bepi” tutta dipinta in forme geometriche. Pare che il signor Giuseppe Toselli, il proprietario, aggiungesse forme e colori quotidianamente, creando una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.



I merletti di Burano
Dall’intreccio delle reti a quello dei merletti il passo è breve: la leggenda narra che le sirene regalarono un ricamo in schiuma di mare a un pescatore, premiandolo per non aver ceduto alle loro lusinghe, fedelissimo alla fortunata fidanzata, che lo indossò come velo durante le nozze.
La sposa a quanto pare lanciò una vera e propria moda, tanto che tutte le buranelle tentarono immediatamente di creare manufatti che riuscissero a imitarne la bellezza.




Alcuni degli esemplari più belli sono custoditi al Museo del merletto, che si trova dove un tempo aveva sede la scuola del merletto, nata nel 1872 per recuperare questa nobile arte e salvarla dall’estinzione.
Cibo di laguna: cosa mangiare
Le prelibatezze di laguna sono tante e riguardano prevalentemente il pesce. Ce n’è uno in particolare che si chiama Gò o Ghiozzo ed è protagonista di un grande classico della cucina del luogo: il risotto alla buranella.
Il Gò di per sé è un pesce povero perché pieno di spine, il che ne complica la pulizia chiaramente. Ama scavare i fangosi fondali lagunari, obbligando gli sciagurati pescatori a dovervi infilare persino le braccia per catturarlo.
Il risotto ha una preparazione particolarmente laboriosa, che richiede un lungo tempo di cottura. Posso assicurarvi che merita la fatica, ma se vi sedete al ristorante vi risparmiate anche quella, che volete di più?


Per mangiare le moeche serve curiosità e una buona dose di coraggio. Io le ho assaggiate a fatica perché, nonostante col cibo ci lavori, non amo l’idea di mettere in bocca un granchio, anche quando è fritto.
Non fatevi sconvolgere, perché poche cose sono buone e rare come le moeche. Dovete pensare che vengono catturate in fase di muta, quando il loro carapace non è ancora formato, il che le rende tenerissime.
Una volta fritte a regola d’arte, vengono servite insieme ad altri cicchetti con vino e spritz per l’aperitivo. Per assaggiarle potete scegliere tra aprile e maggio oppure ottobre e novembre.


A proposito di pesce e di pesca, non vi perdete i Buso’lai buranèi, anche comunemente detti bussolà. Sono dei biscotti squisiti che un tempo le mogli dei pescatori preparavano per i lunghi viaggi dei mariti. Questo perché si conservano a lungo e sono particolarmente nutrienti. Li riconoscete per la loro tipica forma ad anello e un colore giallo intenso dato dalla generosa presenza di tuorli d’uovo.

Dove mangiare tra Murano e Burano
Ci sono un’infinità di posti, vecchi e nuovi, dove gustare la cucina della tradizione o della tradizione rivisitata. Io ve ne segnalo alcuni di quelli che in questi anni ho amato particolarmente.
VETRI – Murano
Punta Conterie è un hub poliedrico, dove arte e buon cibo s’incontrano. Il complesso delle “Ex Conterie”, uno spazio di 22.000 mq, oggi ospita una galleria d’arte, un negozio di libri, un fioraio, un cafè, un bistro e il ristorante Vetri, che si trova al primo piano.
Nel vero spirito veneziano, in cucina gli ingredienti di laguna vengono abbinati a prodotti esotici, un mix davvero intrigante.
ACQUASTANCA – Murano
Un’eccellenza tutta femminile, che si esprime in ogni aspetto del ristorante: dalla cura dei dettagli che arredano e decorano la location alla tavola. La tipica cucina di mare assume inattese note creative e vi stupirà con effetti speciali che attingono esclusivamente dalla genuinità degli ingredienti.



DA ROMANO – Burano
Vale la pena entrarci solo per rimirare le opere d’arte appese alle pareti (ben 450). Da più di 100 anni in questo ristorante si raccolgono opere di grandi nomi come Vedova, Mirò e Fontana e le firme di altrettante star, custodite in ben 26 libroni, tra cui Luigi Pirandello, Maria Callas e Charlie Chaplin.
AL GATTO NERO – Burano
Le famiglie dei pescatori locali riforniscono questo ristorante da generazioni, non stupisce, quindi, che il suo risotto alla buranella e le sue moeche siano a dir poco leggendari.
Per un pasto con vista, che affaccia su uno degli scorci più incantevoli di Burano, questo è il posto giusto.




Cosa vedere a Burano e Murano, ma soprattutto quando
Da maggio a settembre le isole veneziane, nessuna esclusa, danno decisamente il meglio. Non potrei, quindi, evitare di consigliarvi la primavera e l’estate per vederle.
Tuttavia devo anche confessarvi che l’affluenza di turisti è a dir poco micidiale, ma questo anche a Venezia. Se proprio volete evitare le masse scegliete la bassa stagione, godrete sicuramente dell’anima più autentica di questi luoghi.


Spoiler: a breve su Marte una guida con le altre imperdibili isole di Venezia!