Un’orzata fredda. Un’orzata fredda. Un’orzata fredda. L’idea per questo post si è presentata più o meno così, con prepotenza, in un caldo, rovente pomeriggio d’estate. Gli sciroppi Fabbri sono la soluzione: le loro bottiglie colorate e i barattoli di amarene – da abbinare a qualsiasi gelato – sono per me sinonimo di vacanze, calde giornate e pomeriggi pigri, e allora non potevamo che dedicare questo articolo di fine agosto alla storia di chi dà colore e sapore ai nostri ricordi d’estate.
Oltre un secolo di storia degli sciroppi Fabbri
Le buone idee vengono all’improvviso, e chissà cosa sarà venuto in mente a Gennaro Fabbri, di mestiere impagliatore di sedie, sposato e con due figli, quando nel 1905 decise di rilevare una vecchia drogheria a Portomaggiore in provincia di Ferrara per trasformarla in un piccolo stabilimento di produzione e vendita liquori. Di certo ha avuto la giusta intuizione, anche nella scelta dei nomi molto marketing dei suoi prodotti: qui infatti nascono il liquore Primo Maggio – che ha sull’etichetta falce e martello! – l’amaro Carducci, dedicato al poeta da poco premio Nobel, e il Virow, a base di uova. Degli sciroppi analcolici, al momento, non c’è traccia.
Bisogna aspettare qualche anno per vedere arrivare, nel 1914, la premiata distilleria liquori G. Fabbri a Bologna: qui, oltre ai superalcolici si sperimentano finalmente gli sciroppi e nasce la celebre “marena con frutto”, l’amarena ispirata alla ricetta segreta di Rachele Buriani, moglie di Gennaro, che conservava così, con una ricetta contadina, i frutti dei suoi alberi.
Ed è proprio per Rachele che Gennaro chiede a un artigiano di Faenza di realizzare un vaso di ceramica bianca e blu che è diventato il simbolo stesso di Fabbri, al punto che la sola sua vista stimola i succhi gastrici, proprio come ai cani del caro Pavlov.
Dalla prima volta che l’avete assaggiato vi chiedete cosa rende così buone le amarene? Nessuno lo sa: la ricetta è segreta. C’è lo zucchero e un po’ di spezie; quali e in che proporzioni è un segreto.

Il bar centrale a Bologna: 24 ore di sciroppi Fabbri
Sempre a Bologna, Gennaro acquista il Bar Centrale di fronte alla sala Borsa: aperto 24 ore al giorno, il bar attira tutti quelli che passano da quelle parti: tra chi chiede uno sciroppo alla menta, chi una granatina e chi un’amarena, la Fabbri (per la precisione, Ditta G. Fabbri di Aldo e Romeo Fabbri), diventa un’istituzione e riesce a resistere anche durante la seconda guerra mondiale, quando comincia la produzione di confetture.

Il dopoguerra, il boom e un pirata pacioccone
Ma è il dopoguerra il momento del vero boom: in questi anni nascono i cremolati per i gelati e i laboratori itineranti per i gelatai di tutta Italia. Non è ancora questa tuttavia la consacrazione: quella arriverà con Salomone, pirata pacioccone. Chi è? Il protagonista del Carosello che pubblicizza Fabbri in TV.
Un ghiacciolo o un caffè?
E con la quarta generazione di Fabbri, quella dei pronipoti di Gennaro, sono arrivati lo zenzero candito, i concentrati di frutta per mixology e tanti, tantissimi gusti di sciroppi: io che sono tradizionalista amo l’orzata e l’amarena, ma non disdegno un bel bicchiere di latte e menta. E chi non ha mai provato almeno una volta a fare in casa i ghiaccioli diluendo lo sciroppo con l’acqua? Addirittura, e vi lascio con questa chicca golosissima, con lo sciroppo alla mandorla si può preparare un caffè leccese per sognare di essere sempre in vacanza.


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