Parlare d’Italia e non parlare di Alta Moda è praticamente impossibile. A poco tempo dall’ultimo dal red carpet del Festival del Cinema di Venezia (dove non sempre è andato in scena il buon gusto: vedi alla voce Basciano-Codegoni) e nel cuore della settimana della moda di Milano, è giusto raccontarvi degli stilisti italiani più famosi e amati di tutto il mondo e di rifarci gli occhi con alcuni dei loro abiti più iconici.

Stilisti dell’Alta Moda: i 6 italiani più famosi al mondo
Maria Mandelli – Krizia
Parlando di stilisti italiani più famosi non possiamo non iniziare da una delle signore dell’alta moda italiana: Maria Mandelli (per tutti Mariuccia) che è stata la fondatrice e il motore creativo dietro a Krizia. Nel 1954 apre il suo primo laboratorio a Milano, in un piccolo appartamentino con quattro tavoli e poco più di cinque sarte. Meno di dieci anni dopo era una delle stiliste più ammirate e conosciute in Italia e nel mondo. Crazy Krizia, come la chiamavano i giornali americani negli anni Sessanta e Settanta per i suoi accostamenti azzardati ma funzionali a valorizzare la fisicità delle donne. Al centro vestibilità e fantasia, in antitesi con lo sfarzo dell’haute couture francese dell’epoca.



Per raccontarvi di quanto Krizia abbia anticipato i tempi non basterebbero dieci articoli. Vi racconto giusto un paio di cose. Negli anni Settanta praticamente inventò gli hot pants, quando tutto il mondo si metteva gonne lunghe, utilizzando materiali all’avanguardia. Fu tra le prime a scegliere di collaborare con diversi direttori creativi, in modo che le sue collezioni fossero sempre innovative. Un paio di nomi: Karl Lagerfeld, Alber Elbaz e Giambattista Valli. Nei primi anni Ottanta inaugurò a Milano lo Spazio Krizia, uno spazio aperto al pubblico per mostre, concerti, presentazioni e incontri con intellettuali.



Elsa Schiaparelli
Quando penso a quelle che all’epoca erano definite “donne di mondo” penso sicuramente a Elsa Schiaparelli. Ha vissuto a Parigi, Londra e New York, si è sposata, ha divorziato, ha collaborato con artisti famosissimi e lanciato un marchio di moda che tutt’oggi è sinonimo di eleganza, creatività e bellezza.
Uno dei suoi abiti più famosi poi, il Lobster Dress, è il frutto della collaborazione con Salvador Dalì, con cui ha stretto un sodalizio artistico e un’amicizia che sono durati per tutta la vita. Altro pezzo eccezionale è il cappello a scarpa rovesciata, indossato da Gala (amante di Dalì) e reso famoso ovunque.


Alla Schiaparelli dobbiamo anche la rivoluzione del maglione, che di fatto era considerato quasi una “divisa da lavoro” riservata alle occupazioni più umili. Grazie alla Schiaparelli e ai suoi modelli neri con dei motivi trompe-l’oeil a contrasto, realizzati con una lavorazione a doppio nodo (bow-knot), i pullover acquistarono eleganza e andarono letteralmente a ruba. Se questo non bastasse a inserirla di diritto tra gli stilisti italiani più famosi, pensate che praticamente ha inventato il fucsia. E scusate se è poco.




Gianni Versace (e Donatella)
Dove eravate l’11 settembre 1997? Io me lo ricordo. Ero davanti alla TV. Perché, a circa due mesi dall’omicidio di Gianni Versace, andava in onda Donna sotto le stelle il programma TV che portava l’alta moda nelle case degli italiani. Per me era come la notte di Natale. E quella sera, ho visto le più grandi top model del mondo piangere disperate in abiti bellissimi. Amavo già Versace, ma quella sera, ho capito realmente quello che aveva fatto e cosa aveva inventato.



Scusate per questi sentimentalismi, ma Gianni è Gianni. Ha riscritto le regole del glamour degli anni Novanta e letteralmente inventato le top model. Una creatività sempre sospesa tra pop e barocco, come la sua medusa, nata per omaggiare la mitologia greca, la donna e la sua passione per l’arte greco-romana, che collezionava. “Quando le persone guarderanno a Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa”. Pietrificati no Gianni, ma senza parole sicuramente sì.






Tra i suoi abiti passati alla storia c’è il pin dress, indossato da Elizabeth Hurley nel 1994, in occasione della première del film Quattro matrimoni e un funerale. Si tratta di un tubino nero scollatissimo con spacchi laterali e spille da balia enormi e dorate, che lasciano intravedere i fianchi e il costato. Anche Lady Diana non è rimasta indifferente al fascino della medusa. Si conoscono durante uno shooting con Patrick Demarchelier e da quel momento, complice anche il divorzio da Carlo, lo stile della principessa cambia completamente. Anche grazie a Versace, Diana diventa un’icona di stile.


La maison è ora guidata da Donatella Versace. Un consiglio: andate a guardarvi la puntata di Muschio Selvaggio dove è intervistata da Fedez e Luis Sal. PAZZESCA.

Giorgio Armani
Raga io lo so che con Re Giorgio vi agitate tutti quanti. Io lo dico subito, così ci togliamo il pensiero. A me non è che faccia proprio proprio impazzire, ma sicuramente è uno degli stilisti italiani più famosi e apprezzati al mondo.




La sua storia è fantastica: il suo primo lavoro, appena arrivato a Milano da Piacenza, è stato il vetrinista alla Rinascente. Poi l’ascesa, fino alla sua prima collezione nel 1975. Si inventa un colore, il greige, un mix tra grigio e beige che è ricorrente nelle sue collezioni (e di cui ha fatto verniciare anche il suo yacht). Crea la giacca destrutturata, senza imbottiture e fodera, con una silhouette rilassata e informale. Grazie a quest’idea nel 1982 viene nominato “Uomo dell’anno” dal New York Times.




Armani ha lavorato anche ai costumi di diversi film, come American Gigolo, The Wolf of Wall Sreet e Gli Intoccabili, oltre ad aver vestito gli Azzurri e gli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi. Non a caso, le divise dei nostri sportivi sono tra le più apprezzate al mondo.
Valentino
Se abbiamo parlato del Re, non possiamo non includere l’Imperatore tra gli stilisti italiani più famosi. Ovvio, sto parlando di Valentino, che nonostante si sia ritirato a vita privata nel 2007, occupa un posto speciale nel cuore degli amanti della moda di tutto il mondo.
Valentino è famosissimo, tra le altre cose, per l’invenzione di una tonalità di rosso unica, composta da magenta, giallo e nero, che appunto oggi si chiama Rosso Valentino. Pare che l’ispirazione gli sia arrivata a Barcellona, quando ha visto una bellissima donna indossare un abito rosso a teatro.





Valentino ha scelto i suoi successori prima di lasciare il trono della maison. Pier Paolo Piccioli (che ancora ne è la mente creativa) e Maria Grazia Chiuri (che ora è l’eccellenza italiana di Dior).



Valentino ha vestito celebrità in tutto il mondo, da attrici di Hollywood (come Cate Blanchett, Anne Hathaway, Sophia Loren ed Elizabeth Taylor) fino alle più amate First Ladies americane, come Michelle Obama e Jackie Kennedy, che conquistò grazie a una collezione interamente bianca. Uno degli abiti da red carpet più famoso al mondo è quello indossato da Julia Roberts agli Oscar 2001, un Valentino del 1992, che di fatto inizia la moda degli abiti vintage sul red carpet. Piccola curiosità: quell’abito era già stato indossato dalla nostra Lorella Nazionale al Festival di Sanremo nel 1993.



Valentino ha anche partecipato a diverse pellicole cinematografiche. Iconico il suo cameo ne Il Diavolo veste Prada ma ancor di più il documentario Valentino: the last Emperor, che racconta la sua vita e i suoi maggiori successi.
Miuccia Prada
Signore e signori, largo alla regina dello chic e degli stilisti italiani più famosi. Lei, l’unica e sola Miuccia. Questa fantastica storia d’amore con il buon gusto comincia nel 1913 in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, quando Mario Prada aprì il primo negozio di borse e accessori in pelle.
È però Miuccia a inventare due dei cavalli di battaglia dell’azienda: il logo a triangolo rovesciato, ispirato alla chiusura dei bauli che hanno lanciato il marchio, e il nylon effetto seta che tutti amiamo e conosciamo.



L’iconica campagna F/W 1998


Scattata da Steven Maisel – @prada.archive


@prada.archive
Sempre in tema di outfit iconici torniamo alla notte degli Oscar e a un azzurro meraviglioso: con il primo abito siamo nel 1995 e Uma Thurman era nominata per Pulp Fiction mentre con il secondo siamo nel 2014 e Lupita Nyong’o aveva appena vinto l’Oscar come attrice non protagonista per 12 anni schiavo.


Lo stile di Miuccia è unico, attualissimo. Le sue foto degli anni Ottanta potrebbero essere state scattate ieri: colori pazzi, gonne midi a pieghe, piume e maglioni da uomo. Tutto insieme e tutto bellissimo.
Incasinato? Forse. Ugly chic come lo hanno definito in tanti? Può essere. Lo amiamo? Assolutamente sì.



Quello che tutti quanti vi state chiedendo è: che fine ha fatto Fendi? Non ci siamo dimenticate, anzi, dopo le celebrazioni dedicate ai 25 anni dell’iconica Baguette, ci è venuta ancora più voglia di parlarne!
Vi aspettiamo nelle prossime puntate, dedicate all’alta moda e agli stilisti più famosi.
Hai ancora voglia di moda? Eccoci qui!