È sempre esistita, ma in sordina, confondendosi e nascondendosi tra le varie proposte di negozi e shop online. Parliamo dell’etichetta unisex, che da qualche tempo ha iniziato a far sentire la propria voce, fotografia di una realtà e di uno spaccato sociale sempre più fluidi. La moda, d’altronde, da sempre innova, rinnova e prevede, anticipa i tempi, ma come fedele rappresentazione del presente.
Non è un caso, infatti, che il gender fluid, o gender neutral, abbia raggiunto anche questo settore già da molto tempo, con le prime campagne e outfit Gucci. Era il 2015 quando Alessandro Michele, l’allora direttore creativo della maison, dava una bella chiave di volta, presentando una collezione per entrambi i generi. Si vedono sempre di più borse indossate indistintamente sia da uomini che da donne, così come vestiti rosa o con dettagli e linee tipicamente associati alla moda femminile.




Il concetto è chiaro: se persiste ancora una distinzione di couture e reparti uomo-donna, ancora difficile da scardinare, non regge però più l’idea di affibbiare un etichetta “uomo che si veste da donna” e “donna che si veste da uomo”. Ognuno si veste come vuole e compra nel reparto i cui vestiti rispecchiano stile, sensazioni e personalità di chi li deve indossare. Insomma, “Lui” compra nella sezione “Lei” e viceversa, con ben il doppio delle possibilità di scelta, avendo tutti i reparti del negozio a disposizione.
Che cosa c’è di meglio?
Tante volte, nei grandi negozi multimarca – come Rinascente, Lafayette o Harrods – volendo comprare certi maglioni, sneakers o pantaloni, mi sono chiesta in quali sezione mi trovassi. Domanda oramai superflua, dovuta anche all’organizzazione degli spazi di questi immensi luoghi dedicati allo shopping in cui, se ci facciamo caso, non ci sono delimitazioni nette tra una zona e l’altra. Coincidenze?
Confini fluidi
I confini diventano così sfumati, si fluidificano, e noi non pensiamo più a compartimenti stagni, ma secondo il principio dei vasi comunicanti, per cui un vestito passa continuamente da un reparto all’altro come se fosse un liquido.
Ecco allora come un concetto e un’etichetta che esiste da sempre, quella unisex, veda la sua naturale evoluzione, privandosi del tutto di una categoria, dell’etichetta stessa e di ogni distinzione di genere.
Non c’è, quindi, più una moda unisex – per un unico genere – ma c’è la moda senza genere, quella gender neutral. Lo step successivo.
Lasciandoci trasportare da questo scorrere, non ci resta che esplorare i brand che inseriscono nella loro proposta capi potenzialmente senza etichette di genere e altri davvero senza categoria o sezione di appartenenza, ma neutri, che non significa monotoni, basic, di colori sbiaditi o dalle forme indefinite.
In altri post avevamo già incontrato dei pezzi perfettamente abbinabili agli outfit di lei e di lui, senza distinzione: la shacket e il cardigan, ma non finisce qua.

La moda unisex sempre più verso il gender neutral
Uniqlo è un esempio lampante di questa evoluzione: pur attribuendo un genere a ogni capo, li propone prima di tutto in immagini senza contesto, senza cioè essere indossati. Vedendo questi maglioni, cardigan, giacche e pantaloni, li attribuireste più a uno stile o a un’etichetta uomo o donna? Sono convinta alla prima opzione.
Forme e colori non significano più maschio e femmina, ma modi di sentirsi e di volersi raccontare.
In fondo, non ci vestiamo in base al nostro umore o per comunicare qualcosa di noi?





Questo vale pure per brand come COS, in cui vediamo anche il blazer perdere l’etichetta di genere.




Così come anche il cappotto si libera da ogni vincolo, configurandosi sempre più gender neutral, soprattutto nei modelli over o dritti.



E che dire delle scarpe? Primo gender neutral indiscusso è il modello mocassino, ormai sdoganato anche tra i più giovani e super cool.
Escludiamo volutamente le sneakers, appartenenti al mondo sportivo dove sembra quasi non essere mai esista una reale netta percezione tra i generi. Come se lo sport ci equiparasse tutti.


Fino ad ora abbiamo visto esempi di capi potenzialmente indossabili da tutti indistintamente, ma appartenenti a brand che mantengono la categorizzazione uomo e donna. È allora giunto il momento di fare un ulteriore step.
Ci sono infatti marchi che scardinano la dicotomia maschio-femmina, dichiarandosi come prima cosa gender neutral. Sui loro shop non vedremo, quindi, mai il menu diviso tra i due generi, ma solo per tipologia di prodotto: maglioni, pantaloni, scarpe, ecc…
Alcuni brand da seguire per vedere l’evoluzione della moda unisex in gender neutral
Bethnals
Prima frase che si legge non appena si apre il profilo Instagram di Bethnals è:
We are Bethnals: Quality Unisex Jeans. True Londoners working to blur the boundaries between men and women’s denim. The perfect fit in one jean.
Più chiaro di così… il brand si dichiara unisex e vuole intenzionalmente rendere meno netti i confini tra il denim da uomo e quello da donna. La vestibilità perfetta in un solo jeans, gender neutral aggiungerei.


One DNA
Un nome, una dichiarazione di intenti. One DNA per un solo stile, quello gender neutral. Ancora più chiaro nella scelta di mostrare indossato lo stesso outfit da entrambi i generi o di farlo percepire come tale.






Rad Hourani
Linee geometriche e scultoree, tinte decise. Sono queste le protagoniste dell’immagine di Rad Hourani, quelle che catturano l’attenzione in prima battuta, facendo passare in secondo piano chi sta indossando che cosa. Ogni outfit presente è credibile su chiunque ed emerge deciso, stabilendosi in una fluida continuità con gli altri e dimostrando chiaramente come il gender neutral non sia sinonimo di neutral style.

Wilde Vertigga
Tratto distintivo di Wilde Vertigga è sicuramente l’asimmetria, oltre al fatto di rappresentare molto bene il passaggio dalla moda unisex a quella gender neutral, proponendo forme e modelli inusuali, ancora liberi da associazioni dirette a un determinato stile e genere.





E voi fate ancora caso alle etichette lui/lei o comprate quello che vi piace a prescindere?
2 Commenti
Non sono d’accordo. il corpo femminile ha una sia fisicità ben delineata, vestirsi vuol dire anche sottolinearla e non infaggottarsi in maglioni o pantaloni rendendo goffa la figura. pioniera negli abbi 80 fiorucci e i suoi jeans in netto contrasto con i levi’s sfigati da donna. sarò di altra epoca.
Ma no, non c’entra l’epoca. Giustamente ognuno ha i suoi gusti ma la moda è anche il piacere di alternare e sperimentare cose diverse! Anche io sono per la moda che sottolinei la femminilità, però ogni tanto provo anche questi look estremamente comodi e rilassati.