“Quanno ce vo, ce vo”. Quando c’è da dirlo, bisogna dirlo e spesso è meglio farlo con uno dei modi di dire napoletani.
Detti, proverbi e piccole imprecazioni che ti insegnano a’ campà!
Ecco un elenco dei miei preferiti.

Il significato dei modi di dire e dei proverbi napoletani più belli
La nuttata come periodo nefasto
Il re dei modi di dire napoletani è Ha da passa’ ‘a nuttata ed è anche quello a cui sono più legata.
Non è storico, è teatrale.
Espressione coniata da Eduardo de Filippo nella commedia Napoli milionaria, è entrata a far parte del parlato quotidiano come se esistesse da sempre. La nuttata è il “periodo difficile” che bisogna superare con la speranza che tempi migliori arriveranno.

A mala nuttata e ‘a figlia femmena
Avere una figlia femmina, soprattutto nell’Italia meridionale contadina, era un danno più che una benedizione.
Le figlie femmine si dovevano maritare e quindi si doveva pensare a un corredo e a una dote. I figli maschi invece erano braccia che potevano aiutare nel lavoro dei campi. Il detto fa riferimento a questa concezione ma ha un significato peculiare.
Quando si accoppiano la nottata passata male (mala) e la figlia femmina, vuol dire che si sono susseguiti due eventi nefasti.
Si pronuncia quando succede qualcosa di poco grave ma comunque scocciante: – Mi è scoppiato un tremendo mal di testa e non ho neppure l’analgesico in borsa.
Oppure quando succede qualcosa di più grave e ugualmente scocciante: – Luigi è caduto, s’è rotto il piede e deve pure andare a fare un esame domani.
Amore e Amicizia nei modi di dire napoletani
L’amico è comme’ ‘o ‘mbrello: quanno chiove nun ‘o truove maje
L’amico è come l’ombrello: quando piove non lo trovi mai.
Cominciamo col botto e col risentimento. Ditemi che non v’è mai capitato di uscire di casa col temporale dopo aver cercato invano un ombrello. Questo modo di dire paragona gli amici all’ombrello, allo stesso modo introvabili nel momento del bisogno.
Qualche amico ci sta, eh! Solo che il più delle volte si tratta di perle rare. Quelli che accorrono in qualsiasi momento.
Il più delle volte l’amico, quando ne hai bisogno, non ci sta! Gli impegni, la famiglia, la vita…
Si fa doveroso il momento amarcord di Bridget Jones con calice di vino che canta in playback “All by myself”.
Scarte frúscio e piglie primera
– Secondo te è meglio Gianni o Lorenzo?
– Scarta fruscio e prendi Primera!
Quando sei davanti a una scelta e sai già che le due opzioni sono “una peggio dell’altra” puoi tranquillamente pronunciare questo detto. Fa riferimento a un gioco di carte d’azzardo giocato nei peggiori bar di Caracas nelle taverne napoletane del ‘700 e significa esattamente essere consapevoli che se si evita un guaio si incappa in uno peggiore.
Voce del verbo tacere
‘A meglio parola è chela ca nun se dice
La miglior parola è quella non detta: suggerisce la necessità di stare in silenzio piuttosto che parlare a vanvera. Si riferisce spesso ai giudizi dati, alle battutine inopportune e alla maleducazione. Non di certo alla liberta di parola in genere.
Co ‘a vocca chiusa nun traseno mosche
Se hai la bocca chiusa non entrano le mosche. Stesso significato ma forse più efficace.
A chi parla areto ‘o culo ‘o risponne
A chi parla alle spalle, il sedere gli risponde. Se pensiamo che “parlare alle spalle” voglia letteralmente dire parlare alla parte retrostante una persona, ci viene facile immaginare perché il sedere dovrebbe rispondere, a suon di peti aggiungo io.
Parlar dietro, alle spalle, approfittando dell’assenza del soggetto interessato, si rischia di ricevere solo cattive risposte o probabilmente un cattivo karma.
Ditelo a quelle pettegole dell’ufficio! (Vi insegno io la pronuncia).

Detti napoletani vari ed eventuali
Chi pecora se fa, ‘o lupo s’ ‘o magna
Se sei pecora, aspettati di esser mangiato dai lupi.
Avete presente Carmine di Mare Fuori? Il suo soprannome è “piécoro” appunto perché decide di non agire (debolezza) come la sua famiglia di criminali ed è quindi una vittima perfetta per il sistema camorristico (i lupi). Ecco perché “il piecoro”, il maschio della pecora. Il debole sopraffatto dal più forte, la storia del mondo.
Questo è uno dei detti napoletani che ha una doppia valenza e non vuole solamente sottolineare una condizione ma anche consigliare qualcosa. Fingi di essere forte, in questo caso è il monito che suggerisce. Vale sempre, in amore, al lavoro, nella vita: se ti mostri debole tutti approfitteranno di te.
L’acqua è poca e ‘a papera nun galleggia
Si usa quando il conto è in rosso e si ha poca disponibilità economica. L’acqua è poca e per questo la papera non riesce a galleggiare.

Quann’ ‘o mare è calmo, ogni strunz è marenaro
Uno dei detti napoletani che preferisco è questo che suggerisce allo spavaldo di fare attenzione a vantarsi troppo.
Quando il mare è calmo, ogni stupido è marinaio, ovvero quando le cose sono semplici, siamo tutti bravi a compierle. Vantarsi di aver portato a termine una simple task è da stupidi perché quando arriveranno i veri nodi da sciogliere si vedrà davvero chi sa fare le cose e chi invece è bravo solo a ostentare.

‘O sparagno nun è maje guadagno
Il risparmio non è mai guadagno. Vi è mai capitato di preferire un dupe all’originale? Avete mai comprato un capo lowcost e finire per paragonarlo a un vecchio articolo più costoso ma che dura ormai da anni? È esattamente questo ciò che il detto narra: risparmiare non vuol dire guadagnare.

Se ti sono piaciuti i detti napoletani, non ti resta che spulciare i modi di dire della lingua italiana nell’archivio marziano!