Il fatto che io mi avvii a diventare una vecchia signora si intuisce da più fattori: faccio fatica a riconoscere certi cantanti, quando al bar mi dicono “signorina” sprizzo di gioia e – soprattutto – trovo sempre più interessante la rosa e tutte le curiosità che la riguardano. Il passo successivo sarà appassionarmi alle violette, ma ci vorrà ancora qualche anno.
Scoperta questa mia nuova passione, ho provato a sapere tutto su questo fiore che per molti è IL fiore per eccellenza; per farlo sono partita da un libro delizioso (a partire dalla copertina) di Anna Peyron, Il romanzo della rosa. Storia di un fiore, pubblicato da Add Editore.

Quel che so sulla rosa: storia e curiosità
Pare che la rosa sia apparsa sulla Terra (nell’area dell’odierna Asia centrale) 35/40 milioni di anni fa, quando dell’uomo ovviamente non c’era ancora nemmeno l’ombra. All’inizio della loro storia i fiori erano molto semplici, con cinque petali come la rosa canina; ecco perché nel mondo greco romano tutti si stupiscono di fronte a quella rosa che conta decine e decine di petali, tanto da essere chiamata centifolia. Petalosa, insomma.

Già nell’antichità i fiori venivano utilizzati per preparare lozioni profumate: Omero racconta che il corpo di Ettore venne cosparso di olio di rose, e addirittura Cleopatra pare ordinasse che le vele delle sue navi fossero intrise di acqua di rose. Non c’è inoltre da stupirsi nel sapere che la rosa era considerata il fiore sacro a Venere, dea della bellezza, e che sia stata proprio lei, pungendosi con una spina, a determinare il colore rosso dei suoi petali. La rosa ha insomma un’origine addirittura divina…
La rosa dal Medioevo all’età moderna
… talmente divina che nel Medioevo la rosa è il fiore più diffuso nei conventi e anche nelle opere d’arte, dove spesso (con tutte le sue spine) diventa simbolo della passione di Cristo. E rose sono (e non poteva essere altrimenti) anche quelle portate dal vento nella nascita di Venere di Botticelli (e intendo quella originale, non la protagonista della campagna pubblicitaria più chiacchierata e meno riuscita del decennio).

La Malmaison: le rose di Giuseppina Bonaparte
Il momento della svolta, quello che permette alla rosa di fare quel salto di qualità che la farà diventare davvero la regina dei fiori è però il 21 aprile 1799, data in cui Giuseppina Bonaparte acquista la residenza della Malmaison, a una manciata di chilometri da Parigi. Quello diventa il regno di Giuseppina che, col marito impegnato in guerre e battaglie, trascorre il tempo dedicandosi anima e corpo (e denaro) al giardino, zeppo di piante più o meno esotiche. Pare che Giuseppina abbia intimato allo stesso Napoleone, visto che comunque era sempre in giro per i quattro angoli del mondo, di riportare a casa qualche fiore che potesse essere messo a dimora nella Malmaison. Rose, se possibile.

Quel giardino col suo roseto diventa ben presto il più famoso di Francia, aperto a amici, viaggiatori, semplici curiosi e giardinieri professionisti: la bellezza e la ricchezza di quel luogo stimoleranno anzi una vera e propria frenesia nella creazione di ibridi sempre più belli, sempre più ricchi di petali, sempre più profumati e colorati. Tra queste c’è anche la rosa che ho eletto a mia preferita e che proverò al più presto a coltivare: la Chapeau de Napoleon, cappello di Napoleone.


Ti faccio vedere la mia collezione di rose
Certo, c’è anche chi si lamenta: le dame di corte di Giuseppina sono per esempio “obbligate a seguirla ogni giorno in giardino, tranne quando piove, a far sempre la stessa visita alla grande serra, sempre attraverso lo stesso percorso, ascoltando sempre le stesse conversazioni. A sua maestà interessa solo parlar di botanica, e lo fa sempre con le stesse parole, ripetute sempre alla stessa ora, mentre a noi causano solo incontrollabili sbadigli”. Ma chi non ha sperimentato la stessa cosa, parlando con un appassionato di fiori che vuole svelarvi, in un solo pomeriggio, tutte le curiosità della rosa?
Le rose moderne
Gli anni in cui Giuseppina coltiva con tanto entusiasmo le sue rose sono anche gli anni in cui arrivano in Europa le rose cosiddette moderne; arrivate dalla Cina, passando per l’India, sono subito apprezzate per la grande varietà di colori (ci sono tutti, tranne il blu che è impossibile da ottenere: la rosa blu esiste solo nella mente di Michele Zarrillo) e per la maggior resistenza a malattie e agenti atmosferici (anche se, a quanto pare, siano meno profumate di quelle antiche).
E ovviamente, con la comparsa delle rose moderne il mondo degli appassionati s’è spaccato in due: io non ho gli strumenti per decidere, ma mi limito a infilare il naso in ogni rosa che incontro sul mio passaggio (facendo bene attenzione che non ci siano api che abbiano avuto la mia stessa idea).


Ditelo con un fiore: quale rosa regalare?
Ma eccoci all’aspetto più pratico: come comportarsi quando si vogliono regalare delle rose? Prima di tutto si sceglie il colore: la rosa rossa simboleggia la passione, quella rosa l’affetto e l’amicizia, la bianca è simbolo di purezza, e arancione di fascino, mentre lo sanno pure i muri che quelle gialle indicano gelosia.
Stabilito il colore, va scelto con cura il numero di fiori: normalmente si regalano in numero dispari, la cifra pari è concessa solo in caso di fidanzamento o matrimonio. Nel dubbio, abbondate: a chi non fa piacere ricevere due dozzine di rose profumate?

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