Scrivo questo post sull’onda dell’entusiasmo che ha travolto la mia nipotina l’anno scorso, quando la mia pianta di finocchietto, messa in vaso in vista di una fantastica pasta con le sarde, è stata colonizzata da bruchi voraci che hanno spazzato tutto. Grazie e Graziella.
Qual è stato l’entusiasmo della mia nipotina? Si è subito gasata nel vedere questi bruchi coloratissimi che si facevano sempre più grandi (alla faccia del mio finocchietto che si faceva sempre più piccolo) e, pervasa dalla voglia di scoprire ogni dinamica del mondo animale ed entomologico, ha insistito affinché mettessi almeno un bruco in una scatola trasparente perché da lì sarebbe diventato una farfalla macaone.
Breve lacrime strappastorie di quando ho detto bye bye alla pasta alla siciliana e sono rimasta con un pugno di bruchi in mano, anzi nella scatola.

Come fai a dire di no a una piccola bambina che ha voglia di scoprire il mondo? Ecco io ci ho provato, soprattutto perché ho capito che questi bruchi avrebbero anche fatto la cacca nella scatola e forse sarebbe stato carino rimuoverla per non trasformare la loro dimora da villa hollywoodiana con vetrate nella natura (la vaschetta delle carote del supermercato in versione Roberto Carlino) a fogna di periferia. Ma ho fallito.
Breve inciso su chi è il bruco della farfalla macaone, come riconoscerlo e su quali piante arriva in giardino
Se avete un giardino o un orto è probabile che vi compaiano insetti di ogni tipo: è la natura e tutti conviviamo allegramente, sperando di portare in salvo i nostri ortaggi e le nostre piante aromatiche senza aver fatto da mensa della Caritas a bruchi e larve di vario genere.
Accade però che su alcune piante – dette nutrici perché di tali piante gli ospiti si nutrono senza ritegno – compaiano le uova di qualche lepidottero. Sono molto piccole ma facilmente riconoscibili perché trattasi di palline gialle che spiccano sul verde della pianta. Quelle palline diventeranno più scure e da lì usciranno dei piccoli bruchi che si stabilizzeranno nei paraggi perché attratti dal cibo di cui vanno ghiotti alla faccia nostra.

I bruchi sono le larve delle farfalle nelle quali si trasformeranno dopo aver passato i vari stadi, compreso quello detto di pupa o crisalide, e il primo cibo che ingeriranno saranno proprio le uova dalle quali sono usciti (scrambled eggs con Roger Vivier, questa è per intenditori) perché non si butta via niente.
Se siete fortunati saranno bruchi di farfalla macaone, una delle più grandi per apertura alare (può raggiungere fino a 10 cm) e con le ali più variopinte e davvero scenografiche. Solitamente, le uova della farfalla macaone si palesano tra aprile e settembre e, se i bruchi nascono nell’ultimo periodo della stagione, sverneranno come crisalidi per poi nascere nella primavera dell’anno successivo.
All’inizio il piccolo bruco è nero, poi diventerà sempre più lungo, ciccioso e verde con dettagli neri e arancioni.
Le piante nutrici del bruco di farfalla macaone sono soprattutto il finocchietto, il finocchio, l’aneto e le foglie delle carote: dunque se avete queste piante nell’orto o anche in un vaso sul terrazzo, la natura potrebbe fare il suo gioco come al casinò. Rien ne va plus per la vita del vostro finocchietto.

Esistono anche i kit bruco-farfalla (non solo macaone) con tutto il necessaire
Se volete osservare la nascita di un lepidottero ma non avete orti, giardini e piante in vaso, potete comunque procedere acquistando uno dei kit in commercio che probabilmente qualche bambino vi avrà chiesto in regalo.
C’è il MacaKit per la farfalla macaone e il ButterflyKit per la farfalla cavolaia maggiore. Al loro interno si trova tutto il necessario per “allevare” i bruchi (che arriveranno in 24 ore con un invio a parte dedicato e concordato) e il gioco educativo è fatto.
Come fare per vedere il bruco che si trasforma in farfalla macaone
Ma torniamo alla nipotina esaltata alla quale ho detto d’aver trovato questi bruchi voraci sulla mia pianta.
Per sua volontà, mi sono trovata a tagliare il ramo di finocchietto sul quale era allocato il bruco per spostarlo in una riparata magione nel quale avremmo potuto osservarlo. Ho popolato la vaschetta di plastica con altri pezzi di finocchietto e ho edificato il tetto chiuso in cima con una garza alimentare in cotone (come quella che uso per strizzare le zucchine grattugiate) e un elastico.




Se proverete anche voi ad allevare il bruco per osservare la sua trasformazione in farfalla, noterete che la voracità proseguirà di giorno in giorno, dunque, per non fare seccare il finocchietto (i bruchi gastrofighetti lo preferiscono il cibo fresco) è bene tenere d’occhio che le scorte alimentari siano sempre fresche, rinnovandole alla bisogna.
Li notate quei pallini piccoli di colore verde scuro quasi nero? Ebbene è la cacca del bruco.

A una certa finirà di mangiare
Tutto questo accade finché il bruco è vitale e raggiunge il suo massimo sviluppo, dopodiché troverà un luogo adatto per vivere lo stadio di pupa-crisalide. A questo scopo, già quando si prepara la sua casa, occorre posizionare un rametto di legno sul quale si attaccherà al momento giusto.

L’ormai ex bruco entrerà in un periodo di trasformazione che a tratti ci farà pensare che sia morto e che abbiamo sbagliato tutto, macchiandoci la coscienza e mandando in vacca anni di tesseramento al WWF, ma non è affatto così.
La sua secchezza è la nostra libertà (basta cibo e basta rimozione delle deiezioni). Quando è pupa-crisalide sta vivendo l’ennesimo stadio di transizione prima di diventare farfalla, dura circa 15 giorni (anche meno per quel che ho constatato io) e in questo lasso di tempo cambia addirittura gli organi vitali.
Ci appare come una foglia secca verdastra o marroncina ed è uno stratagemma di mimetizzazione che aumenterebbe le probabilità di sopravvivenza qualora fosse libero nella natura e non protetto da una lussuosa magione di plastica e garza.
Infatti, statisticamente, sembra che solo un bruco su quattro riesca a diventar farfalla.


Quando finisce il circo della trasformazione da bruco a farfalla
Un giorno improvvisamente la farfalla comincerà a uscire dalla crisalide, avrà bisogno di un attimo di tempo per ambientarsi alla sua nuova vita, le ali si asciugheranno, imparerà a volare e abbandonerà la casa di Roberto Carlino.
Se siete lì durante il fatidico momento in cui si toglie il sarcofago, potrete decappottare la dimora per lasciarla libera di prendere le misure, non volerà via immediatamente, ma solo dopo che avrà sfarfallato per un po’.
Se invece eravate fuori a farvi una vita probabilmente la farfalla spiccherà il volo (o quasi) appena la libererete. Tenetevi pronti a immortalare il momento tra video e foto in un uno slancio da reporter del National Geographic per vantarvi con gli amici durante tutto il resto dell’estate.




Se la vostra voglia di imparare di più sugli insetti non si è ancora esaurita vi rimando a questo utile post sulle zanzare e sui metodi per tenerle lontane.