Direi che il modo migliore e più efficace per descrivere la serie è dirvi che sembra nata dalla fusione delle menti di Tim Burton e di Wes Anderson.
Fortunatamente il timburtonismo, nel senso negativo del termine di forzato gotico, è tenuto ben a bada e prelevale l’aspetto fiabesco e squisito del racconto con impatto visivo di colori alla Wes Anderson.
Il Conte Olaf a questo giro è interpretato da Neil Patrick Harris che ho preferito- spero che non mi vengano lanciati i fulmini di Thor per questo- a Carey e al film del 2004.
Se vi piace il genere fiabesco, un po’ freak e gotico, questa serie tv bizzara sicuramente vi piacerà.
«Se vi interessano le storie con il lieto fine, vi conviene andare altrove»
Su Netflix, oasi felice di alienazione mentale dalle brutture della vita, è approdata una nuova serie tv pazza che io già ho visto e amato.
Una serie di sfortunati eventi è una serie tv tratta dal ciclo di romanzi di Daniel Handler/Lemony Snicket.
La storia è incentrata sui fratelli Baudelaire, giovani orfani dall’arguto ingegno, che si trovano loro malgrado ad avere a che fare con il terribile Conte Olaf, il loro tutore.
Una delle caratteristiche dei racconti di Una serie di sfortunati eventi è la presenza di un narratore che interrompe o introduce i capitoli come una sorta di meta-narrazione.
Lo stesso espediente narrativo c’è nella serie dove Snicket introduce o irrompe nella scena come narratore non estraneo ai fatti.
Tutto questo mischiato ad una componente fiabesca gotica rende la serie, come del resto i libri, una di quelle cose che o si amano o si detestano perché ha una precisa e forte personalità ben definita.