Quando vado nei teatri piccoli, per assistere a concerti o a recite di gruppi minori, sono pervasa da un riprovevole senso sadico che mi fa sperare nel disastro: solo così sarebbero ore ben spese e sottratte con onore alla tv trash.
Quando vado nei grandi teatri vorrei il capolavoro, il guizzo di genio i talenti da standing ovation.
Al cinema invece vorrei un film da mettere nei preferiti: bella la sceneggiatura, bravi gli attori (anche belli non guastano), suggestiva la fotografia, magistrali i dialoghi, lineare la trama, emozionante, frizzante, impegnato, romantico, brillante, divertente.
Oppure lo schifo vero.
Lo schifo da ricordarsi per sempre come accadde quello sfortunato giorno in cui andai a vedere Austin Powers.

Ieri mattina sono andata all’anteprima stampa di E poi c’è Katherine e mi sono innamorata di Emma Thompson.
Ça va sans dire, visti i suoi due Golden Globe, cinque candidature Oscar e ammennicoli vari.
Domani, 12 settembre, il film esce al cinema e voglio darvi qualche buon motivo per andarlo a vedere.

Trama del film E poi c’è Katherine
(Titolo Originale Late Night)
Katherine Newbury è la nota conduttrice di un late show che da trent’anni intrattiene le notti degli americani. È una donna di successo: brillante e comica sulla scena, pungente e spietata con i suoi autori. Tutti uomini. Che nemmeno ha mai visto.
Ma il programma sta progressivamente subendo un calo di ascolti: Katherine è indiscutibilmente magnetica e potente ma proprio per questo non ha mai ritenuto necessario aggiornare il suo stile e i suoi contenuti.
I vertici vogliono sostituirla e nel contempo cresce la sua fama misogina di donna che odia le donne. Urge un cambiamento, Katherine farà assumere una donna a caso come mossa di smentita e rinnovamento: entrerà in scena Molly, una giovane indio-americana con esperienza in un’industria chimica ma col sogno di fare l’autrice tv.
Non posso proseguire con la trama perché sono la regina degli spoiler semi involontari.


(Mindy Kaling e Emma Thompson)
Però posso dirvi perché tornerei insieme a voi a vederlo al cinema.
- Innanzitutto Emma Thompson: ha interpretato un personaggio brillante, magnetico, molto espressivo, rigoroso e spietato ma che non suscita mai antipatia.
- I dialoghi sono sempre intensi, molto sagaci, ironici. Certe battute bisognerebbe appuntarsele!
- I vestiti di Katherine e la sua bigiotteria sono dei dettagli che non potranno sfuggire a chi ama la moda e lo stile sofisticato ma contemporaneo; è pettinata (quasi) sempre benissimo e in alcuni orecchini ci sono amabili richiami allo stile liberty.
- Il rapporto di Katherine con il marito è la dolce umanizzazione del suo personaggio: commovente e molto sincera.
- Molly è divertente, emozionante, crea empatia ed è perfettamente credibile: l’attrice che la interpreta, Mindy Kaling, è anche la sceneggiatrice e produttrice del film, dunque l’anima promotrice di questa commedia brillante. Onore al merito.
- Bellissimo anche l’intreccio con tutto il cast maschile: gli autori hanno un ruolo ben distinto e tutti sono accattivanti e indispensabili.
- Non amo questo genere di paragoni ma chi ha visto Il diavolo veste Prada amerà anche E poi c’è Katherine per lo stesso spirito femminile di forza e determinazione che connota il film.
La locandina invece è pessima
Mi rifiuto di mettere una foto della locandina, tanto la vedete qui sotto dove c’è il panzerotto.
Dopo aver visto tutto il film in cui Emma Thompson è sempre splendida e la sua età è costantemente valorizzata da un trucco sapiente ma leggero e un parrucco perfetto, hanno messo sui manifesti proprio l’unico momento in cui Katherine è pettinata da cesso e sembra in un infausto bad hair day.
Non lo posso accettare.

2 Commenti
Io sono già innamorato di Dame Emma Thompson dal 1993, anno in cui vinse il primo Oscar da attrice per Casa Howard. Cinque nomination agli Oscar, l’ultima della quale risale al 1996, sono davvero troppo poche per un’attrice poliedrica e talentuosa come lei.
Hai ragione Mirko, speriamo che presto lo riceva tutto questo Oscar!