Le lampade di design più famose devono rientrare nel nostro bagaglio di conoscenze perché ci sono delle cose che dobbiamo sapere, delle basi elementari che non possiamo ignorare: se vediamo una cintura con la H dobbiamo sapere che è di Hermes, sappiamo che le ciabatte col pelo le ha fatte Gucci, così come sappiamo che le bebè col cinturino alla caviglia le ha ridisegnate Valentino chiamandole Tango.
Sono proprio quei requisiti minimi della cultura sociale, gli stessi che ci dovrebbero far geolocalizzare Bogotà al volo sul mappamondo o parlare a un bambino della fotosintesi clorofilliana, gli stessi requisiti minimi che ci eviterebbero le figure di melma su Rai Uno davanti a tutti gli italiani.


Allo stesso modo dobbiamo essere in grado di riconoscere i più celebri pezzi di design nel campo dell’illuminazione, perché il bello va riconosciuto, l’arte pure e soprattutto non
possiamo rischiare di pensare che una Flos costi come una Lampan dell’Ikea.
La conoscenza e la consapevolezza prima di tutto. Le lacrime per i prezzi dopo.
Inoltre, i pezzi della fiorente epoca del light design sono intramontabili ma mai come ora, tempi in cui l’home decor sta guardando al passato, stanno tornando alla ribalta e alla voce lista dei desideri.
La materia naturalmente è molto vasta e le lampade belle e degne di nota sarebbero tante, qui segue una selezione delle mie preferite.
Se poi l’argomento vi appassiona ci sono tanti libri o documentari ben fatti tra cui il mio favorito, per ragioni di storia e cuore, è quello che ho visto in Triennale qualche anno fa su Vico Magistretti e che è possibile rivedere su Sky Arte HD, Vico – Il grande semplice.
LE LAMPADE DI DESIGN PIÙ FAMOSE
ATOLLO
1977 – Vico Magistretti per Oluce (premio Compasso d’Oro 1979)
Lampada da tavolo strutturata pensando alle forme geometriche del cilindro, del cono e della semisfera che reinventano la classica abat jour in un’opera astratta.




PISTILLO e PISTILLINO
1972 – Studio Tetrarch per Valenti
Lampade a sospensione, da tavolo e applique ispirate al cuore vitale del fiore e costituite da tanti pistilli in resina cromata che contribuiscono a creare un gioco di luci e ombre sulle pareti.




IC LIGHTS
2014 – Michael Anastassiades per Flos
Lampade da terra, da tavolo e applique che esplorano il concetto dell’equilibrio mediante una sfera perfettamente in equilibrio su un’asta; il suo design ha preso ispirazione proprio dalla contact juggling ball, la sfera di vetro che usano i giocolieri.



ECLISSE
1967 – Vico Magistretti per Artemide (premio Compasso d’Oro 1967)
Ispirata dalle lanterne dei minatori, il fulcro della lampada è costituito dalla parte superiore rotante che permette di dosare il fascio di luce come se fosse una luna, fino ad arrivare alla sua totale eclissi.



ARCO
1962 – Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos
Lampada da terra ideata con lo scopo di illuminare sopra un tavolo evitando l’ingombro circostante; per la base è stato scelto il marmo, materiale dall’alto peso specifico che garantiva solidità con un minor volume rispetto ad altri materiali pesanti come il cemento o la pietra. Lo stelo telescopico è in acciaio, così come la cupola che è completata da dei fori in alto che ne evitano il surriscaldamento.




Light: The complete handbook of lighting design, Susan S. Szenasy
Eclisse di Magistretti per Artemide
La luce italiana. Design delle lampade 1945-2000, Alberto Bassi
Panthella di Verner Panton per Louis Poulsen
Piani di R. & E. Bouroullec per Flos – AJ Table di Arne Jacobsen per Louis Poulsen
Atollo di Magistretti per Oluce


9 Commenti
Bellissime Foto, la lampada atollo è stupenda! grazie per le info!
Grazie a te Mario di essere passato!
le lampade belle 🙂
AZZ!
5000 euro, su ordinazione… game over
Atollo nera, bramo!
E il lampadario Porca Miseria! di Ingo Maurer che sarebbe perfetto nella mia cucina?
Mi unisco a voi, non amo la Pipistrello, invece adoro la Atollo e la Arco che un giorno(giuro a me stessa) avrò in casa mia. Avendo studiato design non posso non amare e apprezzare. Attendo un articolo simile sulle sedute più famose.
Io trovo molto bella la Arco, amo quelle di Magistretti, mentre non impazzisco, tra quelle non citate, per la Pipistrello di Gae Aulenti