A sfogliare i fashion magazine di questi mesi non si riesce a fare a meno di notare che siano un trionfo di editoriali moda anni ’80 e ’90. L’ossimoro del fashion che propone il vecchio come nuovo, attraverso rimescolamenti e commistioni tra decenni. Gli esperti dicono che, perché le tendenze di un decennio ritornino, debbano passare almeno 20 anni ed eccoci qui.
20 anni (e ben più) son passati e questo 2020 non è certo il primo in cui i ninety (quelli che vanno più forte in questo periodo) si sono palesati tra noi. Stessa cosa vale per gli eighties che nella “nuova moda” fatta di revival sono spesso rimescolati col decennio successivo.
[Non dimentichiamoci i seventy: gli anni ’70 appuntiti, slanciati e floreali sono il ritorno sul quale la moda sta puntando di più per le future collezioni. E meritano un capitolo a parte che verrà].
Vita su Marte pullula di back from ’90 credo almeno da tre anni e il clou forse lo stiamo raggiungendo giusto adesso, con l’approdo all’apice – l’avevo ben detto che non potevamo sfuggirne! – di spalline imbottite, maniche gonfie e capello frisé.
Si girano le pagine delle riviste di moda del momento e sembra di aver trovato un Vogue della mamma del 1994. Si osservano gli editoriali della primavera 2020: i neuroni azionano il collage virtuale alla Giovanni Muciaccia, colla vinilica e ci si incolla sopra la faccia di Cindy Crawford e colleghe.

Nei servizi fotografici c’è tutto l’excursus del periodo ’80 e ’90: dalla versione lady bon ton, alla donna in carriera di successo, alla dominatrice a cui manca solo il frustino. Oro e perle, colori sgargianti e total black vinile. Spalle esagerate, sgambature fino ai fianchi, collant velati.

Ma com’è il gradimento della moda nuova che vediamo negli editoriali anni ’80 e ’90?
Il bello è che per qualcuno si genera l’effetto nostalgia con annessi occhi a cuore, per altri è l’effetto revival del periodo del terrore (dal passato emergono sempre disagi) e per altri ancora sarà tutto incredibilmente nuovo. Ed ecco svelata la strategia dei vent’anni minimi.
Se gli anni ’80 sono sinonimo di colore e grinta, i ’90 rievocano i tempi in cui le cose sembravano più facili e felici ed ecco perché hanno fatto maggior presa negli ultimi anni in cui si ha bisogno di eccessi e leggerezza.
Anni ’80: Bons Baisers de Berlin
L’editoriale, uscito ad aprile su Vogue Paris, porta la firma di Emmanuelle Alt che è la direttrice della rivista. Si vocifera che sia ossessionata dagli anni ’80 e che li abbia fatti imperare su Vogue Paris da che c’è lei al timone, ovvero dal 2011. Per questo motivo, gli anni ’80 non generano più alcun effetto sorpresa ai critici della moda che ormai sono più annoiati di Miranda Priestly che avvista un floreale. Eppure trovo che la fotografia, i colori e lo styling siano perfettamente combinati con una Berlino evergreen e sempre di tendenza che fa da sfondo al set.
Pelle, maniche ampie, borchie, nero profondo, colori violenti, collant velati neri e scarpe a punta. Non ci sono dubbi. (Qui le altre foto dell’editoriale).
Gli editoriali moda che simpatizzano con gli anni ’90


Anche Vogue Arabia nel dicembre 2018 ha celebrato il lusso pop anni ’90 con pietre colorate e giacche strutturate lucenti | @haileybieber – Altri scatti e intervista online su Vogue Arabia
Il lusso chic degli anni ’90: Numéro de Charme
È ancora una volta il numero di aprile di Vogue Paris che rievoca il passato in modo inequivocabile. Protagonista Marion Cotillard, attrice e modella francese, nuova testimonial di Chanel n°5. Sono in tanti a domandarsi se questo editoriale non sia altro che un eco alla loro partnership. Ma interessi e collaborazioni a parte (saremmo ingenui a pensare che la moda non sia un business), ne esce un servizio lussuoso (i maligni dicono che faccia rima con noioso) e senza tempo, sebbene sia palese il richiamo all’estetica glam della seconda metà degli anni ’90. (Qui le altre foto dell’editoriale).

© Vogue Paris aprile 2020 via kendam.com
Belli gli ’80, belli i ’90, belli pure i ’70. Bello tutto, però…
Se gli anni ’10 del 2000 li possiamo definire minimalisti, nel 2020 appena iniziato (e in quale modo poi!) l’identità è ancora tutta da costruire. Possiamo darci tempo e indugiare nel revival. A me gli anni novanta mica dispiacciono poi così tanto e soprattutto, come insegna il vangelo marziano, possiamo andare a rubare negli armadi dei parenti!
2 Commenti
A D O R O
Prossimamente indagini sui seventy! 😉